Ritarda la concessione del

 

visto per la moglie di René

 

 

 

9  novembre 2005 # L’Ufficio d’Interesse (SINA) degli Stati Uniti a L’Avana ha rimandato la consegna del visto ad Olga Salanueva, moglie di René González, uno dei Cinque cubani ingiustamente tenuti prigionieri da Washington per aver lottato contro il terrorismo.

 

La Salanueva, mentre usciva dalla SINA (dove era stata chiamata per la pratica migratoria), ha spiegato ai giornalisti che "mi hanno detto che la mia richiesta era sotto l’esame del Dipartimento di Stato e che mi avrebbero avvisato per telefono, entro un lasso di tempo indeterminato".

 

Non mi hanno detto né si né no, ha riferito Olga, alla quale hanno negato sei volte la concessione del visto, impedendo così a lei ed a sua figlia Ivett di vedere René.

Le hanno anche detto che forse dovrà tornare alla SINA per continuare il colloquio, dal momento che dal suo fascicolo risulta essere stata espulsa dagli USA cinque anni fa, a causa della detenzione del coniuge.

 

Ha raccontato che il funzionario che l’ha ricevuta le ha fatto anche alcune domande relative al suo status, a quello di suo marito e delle sue due figlie, senza essere scortese.

 

Rispetto al procedimento burocratico che è stato necessario per arrivare all’incontro di ieri, ha segnalato che ci sono volute una serie di complicate pratiche, durate più di due mesi.

 

Nuris Piñeiro, assistente legale dei familiari dei detenuti, ha puntualizzato che a questo procedimento così tortuoso non può essere dato altro nome che quello di tortura e trattamento psicologico crudele.

 

Secondo l’avvocatessa, le autorità hanno avuto il tempo necessario per esaminare il caso di Olga, completare il suo fascicolo e permettere finalmente che Salanueva e la sua piccola figlia Ivett possano incontrare René.

 

Ha affermato che questa dilazione della pratica per concedere il visto dimostra che le autorità nordamericane non agiscono secondo giustizia e che stanno impedendo l’esercizio di un diritto di Olga, Ivett e del condannato.

 

Ha puntualizzato che aspetteranno l’esito finale e ha aggiunto che se (i funzionari statunitensi) rifletteranno e valuteranno adeguatamente ciò che costituisce le garanzie della famiglia e dei diritti fondamentali, la decisione sarà positiva.

 

Ha inoltre affermato che non hanno argomentazioni per non concedere il visto ad Olga e nemmeno il pretesto dell’espulsione è valido cinque anni dopo l’incidente, come stabiliscono le leggi di quel paese, ha affermato.

 

Due settimane fa il Dipartimento di Stato ha negato il visto ad Adriana Pérez, moglie di Gerardo Hernández, per la sesta volta. Nemmeno lei ha potuto visitare in sette anni il suo coniuge a causa dell’intransigenza di Washington.

 

René González, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González, detenuti dal 1998, sono stati condannati a Miami a severe pene detentive, oscillanti tra i 15 anni e l’ergastolo.

 

I Cinque, come sono conosciuti nelle campagne internazionali per la loro liberazione, avevano la missione di raccogliere informazioni sui gruppi anticubani con sede nel sud della Florida, responsabili di azioni violente dirette contro obiettivi situati dentro e fuori Cuba.

 

La Corte d’Appello di Atlanta ha revocato nell’agosto scorso le loro condanne ed ha ordinato un nuovo processo imparziale, ma una settimana fa ha deciso di rivedere questa sentenza su richiesta della Procura incaricata del caso. (PL)

 

 

Un sacerdote britannico ha denunciato che gli USA stanno ritardando il processo ai Cinque

 

 

11  mbre 2005 # Il sacerdote britannico Geoffrey Dennis ha affermato giovedì all’Avana che gli USA stanno tentando di ritardare il processo ai Cinque antiterroristi cubani detenuti ingiustamente in quel paese.

 

"Chiedendo al tribunale d’appello la riconsiderazione della decisione precedente, la Procura gioca solo con il tempo perchè sanno che la loro è una causa persa", ha opinato il presidente del Comitato britannico per la Liberazione dei Cinque (nome con il quale è conosciuto il gruppo).

 

Gerardo Hernández, René González, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González vennero arrestati nel 1998 a Miami mentre raccoglievano informazioni tra i gruppi terroristici anticubani aventi la loro base in Florida.

 

Dopo un processo politicizzato, i Cinque vennero condannati a severe pene carcerarie oscillanti tra i 15 anni ed il doppio ergastolo, tutte quante revocate lo scorso 9 agosto e adesso in attesa di venire confermate o meno dai 12 giudici di Atlanta, su richiesta della Procura.

 

"Questa nuova giocata", ha indicato, "viene seguita da vicino da molti amici dei Cinque in Gran Bretagna, che ritengono che alla fine la giustizia avrà la meglio".

 

Dennis, attivista di spicco della solidarietà con Cuba nel suo paese, ha commentato che l’opinione pubblica internazionale si sta interessando a questo caso, così come a quello del noto terrorista Luis Posada Carriles, beneficiato dalla manovra di procuratori che rispondono al Governo USA.

 

"La gente comincia a rendersi conto dell’ipocrisia di Washington nella sua presunta guerra contro il terrorismo", ha affermato.

 

Il sacerdote ha riferito che risulta inconcepibile il trattamento differenziato con il quale le autorità nordamericane privilegiano Posada Carriles e il suo complice Orlando Bosch, mentre perseguono e condannano i Cinque patrioti cubani.

 

Ha denunciato che gli USA ostacolano il contatto del gruppo con i loro parenti, ai quali negano o ritardano la concessione del visto.

 

A causa di quest’intransigenza Olga Salanueva, moglie di René González e la loro piccola figlia Ivett, non hanno visto il prigioniero in cinque anni.

 

Peggiore è il caso di Adriana Pérez e Gerardo Hernández, che non si vedono da 7 anni, vittime dei ripetuti rifiuti del Dipartimento di Stato.

 

Dennis ha comunicato che queste irregolarità verranno denunciate nelle giornate di solidarietà con i Cinque, preparate dal Comitato in quattro città britanniche nei primi giorni di dicembre.

 

"Le iniziative conteranno sulla presenza di Olga Salanueva e di sua figlia Ivett", ha indicato il sacerdote. (PL)