Summit senza ALCA

 

J.RIVERY TUR -  4 AGOSTO

 

Bill Clinton deve avere la faccia triste, per non parlare di quella di George Bush. Il prossimo novembre si terrà in Argentina il Summit delle Americhe (senza Cuba a causa del diktat yankee al quale in tanti obbediscono), che avrà caratteristiche opposte al primo incontro di Miami, svoltosi undici anni fa, dove Clinton proclamò, con larghi sorrisi e illudendo i governanti meridionali del continente, lArea di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) come meta per il gennaio 2005. Nel 2005, con laccordo impantanato, verrà proclamata la sconfitta dei tentativi compiuti da Washington per inghiottire con un solo morso tutto il continente. Fallito lintento, Bush cerca di mangiarselo con morsi più o meno grandi.

 

Nella riunione di Mar del Plata non è nemmeno previsto che sia toccato il tema del libero commercio, anche se lALCA è qualcosa di più di questo.

 

Il viceministro degli Esteri argentino, Jorge Taiana, ha appena spiegato che il processo di negoziati per concretizzare il progetto dellALCA, impulsato dagli Stati Uniti, "sta attraversando una fase di ristagno".

 

Nella spiegazione di Taiana, il dibattito sullaccordo di assorbimento economico non ha lo stesso itinerario del Summit, in quanto il primo prevede discussioni politiche, non tecniche mentre il secondo ha un sistema con due co-presidenti uno nordamericano e laltro brasiliano ed il negoziato è impantanato perchè i latinoamericani insistono sulleliminazione dei sussidi allagricoltura nordamericana; ma Washington è ferma sulla sua posizione negativa, nella sua volontà di commerciare da una posizione di vantaggio e continuerà a sussidiare.

 

E così non ci si può lasciar ingannare dalla "prosperità" degli agricoltori statunitensi. Se sopravvivono è grazie a sussidi, sistemi di quote dimportazione ed altri trucchi protezionistici.

 

Questo non è lunico ostacolo in prospettiva. Gli USA premono sul punto della proprietà intellettuale, anche se è una questione dolente per i nordamericani, perchè fondamentalmente comporterebbe il divieto di fabbricare i prodotti farmaceutici brevettati negli Stati Uniti e così la popolazione povera residente a sud del Río Bravo si vedrebbe costretta a pagare le medicine ad un altissimo costo, oppure a morire. A Washington non importa che si muoia. E non va dimenticato che la maggior parte dei prodotti farmaceutici venduti nella regione sono di transnazionali nordamericane.

 

Cè poi il tema della libera circolazione dei capitali, altro punto preteso da Washington e non rifiutato a sufficienza dagli Stati del sud, erroneamente. Perchè è proprio il libero flusso degli investimenti il meccanismo che permetterà agli Stati Uniti di impossessarsi delle imprese latinoamericane, di inghiottire economicamente i nostri paesi e, parallelamente, colonizzarli culturalmente, rompere la nostra identità.

 

Quante sono in America Latina le grandi imprese che, con i loro capitali, possono invadere gli USA e comprare azioni e imprese del nord? Bastano le dita di una mano per contarle e sono queste imprese a desiderare di più laccordo.

 

Quindi, chi comprerà saranno le transnazionali con sede in territorio yankee. LALCA ed il Trattato di Libero Commercio dellAmerica del Nord hanno gli stessi contenuti e basta osservare quel che sta succedendo in Messico, vedere il disastro della sua agricoltura e la perdita di proprietà delle banche per farsi unidea di quel che succederà.

 

Gli accordi di libero commercio favoriscono così tanto gli Stati Uniti che lAmministrazione Bush sì è impegnata a far approvare laccordo sottoscritto da un gruppo di Governi subalterni centroamericani denominato CAFTA, che non è altro che lo stesso ALCA, ma riguarda un numero minore di paesi ed ha provocato unenorme sequela di proteste pubbliche di differenti settori, consapevoli del fatto che lapplicazione del documento porterà maggiore miseria e diseguaglianze delle attuali e soprattutto farà tabula rasa dellagricoltura regionale quando i prodotti artificialmente a buon mercato "made in USA" si diffonderanno in tutto listmo.

 

Nel Summit non ci sarà lALCA, ma Washington sta lavorando i più illusi e venduti con gli accordi bilaterali e multilaterali. Cè comunque ancora strada da fare.

 

Il viceministro degli Esteri argentino ha assicurato che esiste un consenso emisferico rispetto al motto proposto dal Summit: "creare lavoro per affrontare la povertà e rafforzare la governabilità democratica".

 

Ha ammesso che potrebbero registrarsi differenze rispetto alla concretizzazione di questi obiettivi. E chiaro che Bush ed i suoi manovrieri della Casa Bianca parlano dellargomento, ma non hanno nessuna intenzione di fare qualcosa per migliorare la situazione. Anche in questo caso vale lesempio del Messico e dei centroamericani. Quando la miseria aumenta, Washington considera che si sta rafforzando la "democrazia".

 

Il viceministro Taiana ha detto che non entreranno nel paese effettivi militari stranieri, specialmente come parte della scorta di Bush, cosa che, secondo alcuni parlamentari dopposizione, richiederebbe lapprovazione formale da parte del Congresso.