Il FMI sul banco degli accusati

 

J. A. De La Osa e J. Rivery Tur - 11 febbraio 2005 - Granma Internacional

 

“Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) deve essere portato di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja”, ha affermato l’avvocato e professore argentino Eric Calcagno in una delle Commissioni di Lavoro del VII Incontro Internazionale degli Economisti, che si sta svolgendo all’Avana sul tema “Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo”.

 

“Non si tratta in nessun modo di una richiesta aggressiva”, ha chiarito, “ma di chiedere alla più alta istanza giudiziaria internazionale quali sono le norme giuridiche ed i principi generali del diritto applicabili, in quanto il FMI richiede l’adozione di misure  che sono competenza esclusiva dello Stato sovrano e nega il suo sostegno finanziario se queste non vengono adottate, violando la sua Carta Costitutiva”.

 

“Dal punto di vista giuridico”, ha sostenuto, “appare chiaro che il FMI va oltre le sue funzioni. Il Fondo è un organismo delle Nazioni Unite, la cui Carta costitutiva stabilisce che ‘nessuna disposizione di questa Carta autorizzerà le Nazioni Unite ad intervenire nelle questioni pertinenti essenzialmente alla giurisdizione interna degli Stati, né li obbligherà”.

 

“Nonostante ciò il Fondo interviene sistematicamente nelle questioni interne degli stati per imporre un sistema economico fondato sul consenso di Washington  e pretende la sottomissione dei vari paesi”.

 

L’accademico ha citato come esempio la sua patria, l’Argentina, “un caso”, ha detto, “di violazione della Carta Costitutiva del FMI, con il prestito di 12 miliardi e 500 milioni di dollari concesso nel 2001 al Governo del presidente De La Rúa, servito solo per finanziare la fuga dei capitali. Questo prestito costituisce l’81% dell’attuale debito argentino con il FMI”.

 

Nella Commissione, nella quale sono state discusse quattro relazioni relative all’architettura monetario-finanziaria attuale, l’accademico Armando Gutiérrez, dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, ha intitolato la sua L’oscuro operato del Sistema Monetario Mondiale nel Finanziamento dello Sviluppo Economico. Ha detto che quando si produce crescita economica la cosa importante è che il reddito generato venga distribuito adeguatamente. “In questo è fondamentale la partecipazione dello Stato e la salute è uno degli indicatori più rappresentativi per misurare gli effetti positivi dell’espansione delle forze produttive sullo sviluppo economico”.

 

Ha indicato che i paesi occupanti le prime cinque posizioni nell’Indice di Sviluppo Umano, spendono in media il 6,62% del PIL e la Svezia, con il 7,5%, è la nazione di questo gruppo con il costo più elevato.

 

“Cuba”, ha esemplificato, “è il paese latinoamericano con la spesa pubblica più alta per quanto riguarda la salute, con il 6,2% e si colloca allo stesso livello dei paesi sviluppati”.

 

Per quanto riguarda l’istruzione il panorama non è molto differente. I paesi sviluppati hanno costi superiori alla maggior parte delle nazioni latinoamericane. Tuttavia si distingue il caso di Cuba, paese che destina approssimativamente l’8,5% del PIL all’Istruzione, “una delle percentuali più significative in tutto il mondo”.