Il collettivo del ‘Granma’ ha celebrato

il suo 40° anniversario

 

· Fidel ha inviato un messaggio di auguri ai lavoratori del quotidiano. Esteban Lazo, membro del Burò Politico, ha pronunciato l’intervento centrale della cerimonia commemorativa

 

G. DÁVALOS - 5 ottobre 2005

 

Esteban Lazo Hernández, membro del Burò Politico, ha trasmesso gli auguri del Presidente Fidel Castro ai lavoratori del Granma in occasione del 40° anniversario del giornale, intervenendo martedì pomeriggio nel teatro Astral della capitale durante la cerimonia politico-culturale convocata per commemorare lo storico avvenimento.

 

“Confidiamo nel fatto che sapranno continuare a fare un giornalismo militante e rivoluzionario all’altezza dello storico yacht, carico di uomini pieni di decoro, speranza e ansia di giustizia, che sfidarono il maltempo e la persecuzione per reiniziare la lotta armata, conquistando la vittoria che nessuno potrà toglierci”, ha detto Lazo, che ha svolto l’intervento centrale della celebrazione.

 

Il dirigente del Partito ha messo in risalto il privilegio che ha significato per il quotidiano poter contare fin dalla sua prima edizione, con lo stimolo inestimabile della presenza personale, della collaborazione e dell’orientamento quotidiano di Fidel.

 

Facendo riferimento alla fondazione del giornale, ha detto che questo si assunse fin dal primo momento l’impegno di essere degno del suo nome e della nuova tappa iniziata dalla Rivoluzione nel 1965.

 

Ha riconosciuto il prestigio acquisito dalla pubblicazione in questi quarant’anni ed ha enfatizzato che il suo collettivo dev’essere perennemente insoddisfatto della propria opera, unica maniera rivoluzionaria di evitare la stanchezza e la routine.

 

“La parola di Granma” – ha precisato – “deve continuare ad essere una spada e uno scudo per il Partito e la Rivoluzione nell’esposizione delle nostre verità; deve continuare a far pensare, riflettere e avere maggior influenza nella condotta dei nostri compatrioti”.

 

Ha spiegato che il nostro popolo trova in questo giornale, inequivocabilmente, l’informazione degna di fede, l’analisi serena, la conferma della politica della Rivoluzione e l’arma giusta contro chiunque tenti di distruggerla.

 

“Il nostro quotidiano non è stato perfetto” – ha aggiunto – “così come non lo è nessuna pubblicazione od opera umana ma, al di sopra di qualsiasi insoddisfazione transitoria o circostanziale, Granma è stato sempre un soldato insonne del Partito, della Rivoluzione e del popolo, un combattente fermo e invariabilmente fedele ai principi, all’etica e all’esercizio del giornalismo”.

 

A proposito della situazione attuale, ha detto che il quotidiano continuerà a brandire la bandiera della liberazione dei Cinque Eroi e della denuncia dell’ipocrisia con la quale l’impero continua a proteggere terroristi della risma di Posada Carriles e Orlando Bosch; come tribuna di irrefutabili denunce del blocco genocida, nonché del nuovo piano Platt e annessionista di Bush rispetto a Cuba.

 

Gabriel Molina, Premio Nazionale del Giornalismo ‘José Martí’ e fondatore del quotidiano, ha detto che la storia del giornale non è mai stata separata da quella del nostro popolo. Ha messo in risalto che Granma è vocazione e sforzo senza auto compiacenza, di coloro che non hanno mai cessato di lottare contro gli errori e per aumentare sempre più la qualità nel loro impegno quotidiano.

 

Gli studenti di Giornalismo della Facoltà di Comunicazione dell’Università de L’Avana hanno consegnato diplomi di riconoscimento a lavoratori con 30 o più anni di lavoro nel quotidiano.

 

Subito dopo Tubal Páez, presidente dell’Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC), ha fatto omaggio al giornale, a nome di quest’organizzazione, di un’incisione dell’artista plastica cubana Alexis Leyva (K’cho).

 

I quattordici fondatori che stanno tuttora lavorando nel quotidiano hanno ricevuto un diploma firmato da Fidel, così come il collettivo.

 

La cerimonia è stata presieduta dai membri del Burò Politico José Ramón Machado Ventura, José Ramón Balaguer Cabrera, Pedro Sáez e Abel Prieto, assieme ad altri dirigenti e note personalità.

 

Jesús Orta Ruiz, noto come El Indio Naborí, che ha lavorato nel quotidiano, ha inviato alcuni versi nei quali esprime che Granma rispecchiò da subito la fervente realtà quotidiana e che, da martiani, i suoi giornalisti sostengono la Rivoluzione nei loro onesti articoli.

 

Durante la cerimonia si sono esibiti famosi artisti nazionali.

 

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Il 40° anniversario della fondazione

del PCC e del quotidiano “Granma”

 

P.de la Hoz - 3 ottobre 2005

 

Fu una giornata storica, profondamente simbolica e dallo straordinario significato quella vissuta dai protagonisti della riunione che concentrò in un teatro della capitale i principali quadri politici e statali del paese il 3 ottobre 1965.

 

L’adozione del nome di Partito Comunista di Cuba per l’organizzazione d’avanguardia della Rivoluzione e la presentazione del primo Comitato Centrale guidato dal suo primo segretario, Fidel Castro Ruz, segnò la maturità del processo di trasformazioni radicali di una società che, per la prima volta nell’emisfero occidentale, faceva i primi passi nella costruzione del socialismo, verso i principi irrinunciabili della dignità, dell’indipendenza e della solidarietà, proponendosi di conquistare tutta la giustizia.

 

Con quell’atto, che appena poche ore dopo ebbe un’enorme ripercussione in tutto il paese, terminava una fase del consolidamento dell’avanguardia politica esercitante il potere rivoluzionario.

 

Quattro anni prima, nell’aprile 1961, quando una brigata di mercenari armati, appoggiati e finanziati dal Governo degli Stati Uniti sbarcò nel sud dell’isola con l’intenzione di ripristinare la dipendenza neocoloniale e il regime di sfruttamento che aveva imperato fino all’ultimo giorno del 1958, i cubani che andarono a respingere l’aggressione nemica e a sconfiggerla in meno di 72 ore, lo fecero sotto le bandiere del socialismo. Durante il funerale delle vittime degli attacchi aerei che furono il prologo dell’invasione, Fidel aveva proclamato il carattere socialista della Rivoluzione cubana e il popolo aveva acclamato questa definizione.

 

Nello stesso anno vennero fondate le Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate (ORI) nelle quali confluirono il Movimento Rivoluzionario 26 luglio, fondato e guidato da Fidel, il Partito Socialista Popolare, il cui segretario generale era Blas Roca e il Direttorio Rivoluzionario 13 marzo, diretto dal comandante Faure Chomón. Era un importante passo verso l’unità delle forze che avevano abbattuto la tirannia, iniziando una trasformazione rivoluzionaria senza precedenti nella storia della nazione.

 

Il ruolo e il carattere dell’avanguardia politica che si stava creando vennero definiti con la costituzione, nel marzo del 1962, della Direzione Nazionale delle ORI con Fidel e Raúl come primo e secondo segretario. Il documento adottato allora dichiarò: “Le ORI, l’avanguardia rivoluzionaria marxista-leninista, espressione del potere politico della classe operaia e di tutto il popolo lavoratore di Cuba, rifletteono nella loro massima direzione la stretta unione delle forze e dei dirigenti rivoluzionari che hanno reso possibile la sconfitta dell’imperialismo, della tirannia e degli sfruttatori e la vittoria della grande rivoluzione socialista della nostra patria. Questo significa un passo di grande significato verso la formazione del Partito Unito della Rivoluzione Socialista di Cuba, nel cui seno serreranno le fila i migliori uomini e donne della nazione cubana”.

 

Nel maggio del 1963, le ORI assunsero il nome di PURSC, che strutturò l’avanguardia politica sulla base dei principi del centralismo democratico, della rigorosa selezione e dell’osservanza dei requisiti indispensabili per l’ingresso nel Partito. La formazione di questo si realizzò poi seguendo la più rigorosa linea di massa e l’applicazione di un metodo autoctono e pienamente democratico che ha provato la sua efficienza.

 

Tutto questo processo, che iniziò nei posti di lavoro, nelle fabbriche e in altri distaccamenti proletari e che coinvolse poi i contadini e le istituzioni armate, dette risultati così buoni da rendere necessario un salto qualitativo nell’organizzazione dell’avanguardia. Il 30 settembre 1965, la Direzione Nazionale del PURSC convocò i dirigenti del Partito nelle province e regioni del paese e i responsabili dell’amministrazione statale nella nazione e nei territori. Quel giorno vennero trattati temi relativi alle strutture e al funzionamento della gestione governativa, per concentrarsi durante le seguenti giornate sull’organizzazione del Partito, sulla costituzione del Comitato Centrale, del Burò Politico, della segreteria, delle commissioni di lavoro e sul ruolo della stampa del Partito a partire della fusione dei quotidiani Hoy e Revolución in un unico organo ufficiale, il quotidiano Granma. Il 3 ottobre nel teatro Chaplin (oggi Karl Marx) vennero rese pubbliche queste decisioni.

 

Una prolungata ovazione salutò la riaffermazione della direzione storica di Fidel, scelto primo segretario del Comitato Centrale e di Raúl, secondo segretario. Nella presentazione del nuovo organo di direzione del Partito, Fidel sottolineò che “non c’è episodio eroico nella storia della nostra Patria degli ultimi anni che non sia qui rappresentato; non c’è sacrificio, non c’è lotta, non c’è prodezza, sia militare che civile, eroica che creatrice, che non sia rappresentata; non c’è settore rivoluzionario, sociale, che non sia rappresentato”.

 

Veramente emozionante fu il momento in cui Fidel fece riferimento al nome che da quel momento avrebbe portato l’organizzazione politica: “... siamo giunti al punto fortunato della storia del nostro processo rivoluzionario in cui possiamo dire che c’è un solo tipo di rivoluzionario e visto che è necessario che il nome del nostro Partito dica non quello che fummo ieri, ma quello che siamo oggi e quello che saremo domani qual’è, secondo voi, il nome che deve portare il nostro partito? Partito Comunista di Cuba!” Prima di quest’ultima frase tra i presenti la parola comunista venne ripetuta in coro per tutto il teatro. Era il sentire delle masse, una convinzione profondamente radicata allora, adesso e sempre.

 

Anche l’organo ufficiale del Comitato Centrale, Granma venne presentato, disse Fidel, come “simbolo della nostra concezione rivoluzionaria e del nostro cammino”. La sua prima edizione apparve il 4 ottobre.

 

Quella giornata riempì di emozione tutti i cubani quando Fidel lesse la lettera di commiato del Comandante Ernesto ‘Che’ Guevara, del quale disse che possedeva tutti i meriti e tutte le virtù necessarie al loro livello più alto per appartenere al Comitato Centrale.

 

40 anni dopo quella giornata il Partito si è mantenuto fedele alla sua essenza e al suo impegno con il popolo. Ha mantenuto vivo il lascito patriottico e antimperialista di José Martí, delle nostre sacre tradizioni combattive e rivoluzionarie e dei principi di Marx, Engels e Lenin. È’ conseguente con lo spirito di lotta di Baraguá nella difesa delle conquiste del socialismo. È il Partito delle nostre vittorie. È il Partito dell’unità nazionale. È il Partito della Patria. È il Partito del nostro futuro.