Un altro pretesto del Pentagono

per rimanere in America Centrale


Tra pochi giorni il primo appuntamento annuale degli eserciti centro americani

 

GUSTAVO ROBREÑO DÍAZ 8 aprile  2005 (PL)

 

 

La valutazione allarmistica di una presunta minaccia terrorista è un pretesto sottile degli Stati Uniti per legittimare la loro presenza militare in America centrale, tutte le volte che quest’area non appare tra le priorità della sua agenda di sicurezza.

 

Il 31 marzo scorso i rappresentanti della forze armate di Honduras, El Salvador, Nicaragua y Guatemala si sono dati appuntamento a Tegucigalpa, la capitale di Honduras.

 

L’obiettivo dell’incontro è stato la preparazione di nuovi progetti congiunti per affrontare gli effetti nocivi esercitati nelle rispettive società dalle bande giovanili, le minacce terroriste e il crimine organizzato.

 

Il governo degli USA dopo gli attacchi dell’11 settembre a New York e a Washington, ha messo in pratica una nuova e più aggressiva strategia di sicurezza nazionale detta ESN.

 

Come parte della sua politica, Washington spinge le forze armate centroamericane ad adottare en ruolo "più protagonista negli affari interni dei rispettivi paesi" e a relegare in secondo piano le loro funzioni di salvaguardia della sovranità nazionale.

 

Il Comando Sud dell’esercito degli USA pone un’eccessiva importanza alla presunta minaccia costituita dal terrorismo in Centro America e impone di affrontarlo, sostenendo che questa è la principale missione degli eserciti nell’area.

 

Interrogato sul ruolo che potrebbero giocare le istituzioni armate, il Capo dello Stato Maggiore Congiunto dell’esercito di Honduras, il generale Romeo Vázquez, ha segnalato che effettivamente il terrorismo è una minaccia per gli eserciti della regione.

 

Egli ha dichiarato che non esiste, sino ad oggi un coordinamento regionale per combatterlo, ma ha anche riconosciuto che in Guatemala e in Honduras si sta lavorando con i servizi segreti per analizzare l’operato di questi gruppi.

 

Il militare di Honduras ha dettagliato che tra le questioni che sono state analizzate c’erano i vincoli che possono avere le bande giovanili, denominate Maras, con la rete terrorista Al Qaeda o con il narco traffico internazionale.

 

L’idea, ha detto, è mantenere lontano il terrorismo dalla regione centro americana e disegnare nuove strategie per contribuire alla pace mondiale, come potrebbe fare lo stabilimento di un’unità centro americana per operazioni di pace.

 

Il Capo dello Stato Maggiore dell’Esercito del Guatemala, il Generale Jorge Flores, ha puntualizzato che quest’unità sarebbe una forza multinazionale che attuerebbe con gli orientamenti della ONU, per appoggiare le missioni di mantenimento della pace in qualsiasi luogo del mondo.

 

Un altro dei temi dibattuti nella riunione, che è durata due giorni, è stata l’urgenza di implementare misure per raggiungere una mutua fiducia nella regione.

 

Il rappresentante di Honduras e il guatemalteco hanno escluso il fatto che sia una preoccupazione per i rispettivi paesi la conservazione da parte del Nicaragua di un numero limitato di missili terra - aria del tipo SAM –7.

 

Questi missili, di fabbricazione sovietica, aerano stati acquistati negli anni 80 dall’allora Esercito Popolare Sandinista, EPS, per affrontare le bande armate contro rivoluzionarie create e sostenute dalla Casa Bianca. Il Capo di Stato Maggiore, Generale dell’esercito del Nicaragua, il generale Julio Ávilez Castillo, ha detto che nessun paese della regione ha manifestato preoccupazione su questo tema e che è una questione di sovranità di ogni esercito mantenere i propri inventari.

 

La riduzione fa parte di un programma regionale di controllo e limitazione delle armi, come complementi dei piani di sicurezza dell’emisfero che gli Stati Uniti propugnano, in consonanza con la loro attuale strategia di sicurezza nazionale, ESN.

 

Dallo scorso anno Washington aveva annunciato il desiderio che i governi centro americani ristrutturino le proprie forze armate sulla base di una riduzione di armi e spese militari, con un accordo regionale. Gli USA esercitano pressioni sulle nazioni di tutta la regione.

 

Il 10 marzo scorso gli Stati Uniti hanno deciso di congelare gli aiuti militari al Nicaragua, calcolati in circa due milioni 300 mila dollari, sino a che questo paese non distruggerà totalmente i suoi missili difensivi anti aerei portatili.

 

Tre giorni dopo la dichiarazione USA, l’esercito del Nicaragua aveva informato che avrebbe mantenuto in operazione circa 400 missili SAM – 7 e ne avrebbe distrutto 651 durante quest’anno.

 

Il Comando militare del Nicaragua sostiene che queste armi sono vitali per garantire la difesa del paese, sostenendo che Honduras, il paese con il quale ha frontiere sul mare dei Caraibi, dispone di una poderosa forza aerea fornita esattamente da Washington.

 

Dopo il fallimento di tre governi neoliberisti gli osservatori relazionano il marcato interesse di Washington per la distruzione di questi missili difensivi con la possibilità che il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale - FSLN - vinca le elezioni politiche del 2006.

 

Un altro obiettivo raggiunto durante la riunione di Tegucigalpa è stata la preparazione di un’agenda che ognuno di questi paesi presenterà al Consiglio Superiore delle Forze Armate centroamericane, che terrà la sua prima riunione annuale il prossimo 27 aprile.