A.Pérez Fernández - di PL -

Le cubane hanno molte ragioni per festeggiare questo 8 marzo

La donna cubana arriva a questo 8 marzo in condizioni molto differenti da quelle delle donne di altre regioni del mondo, ancora in lotta per molte rivendicazioni.

 

A Cuba è da molto tempo che hanno appeso il grembiule e sono uscite da casa, per essere compagne di lavoro dei loro uomini e conquistare con la loro capacità e dedizione il ruolo che oggi occupano nella società.

 

Alla fine del 2004 le donne rappresentavano il 45,2% dei lavoratori del settore civile, il settore economico cubano che occupa maggior manodopera e costituiscono attualmente quasi un terzo dei membri del Parlamento nazionale.

 

Spicca la loro importante presenza tra gli amministrativi e soprattuto nei livelli tecnici e professionali dove sono la maggioranza, collocandosi così tra le persone con più alta qualificazione.

 

E’ difficile trovare un’altra popolazione femminile con un così crescente grado di partecipazione al lavoro, alla vita sociale e politica del suo paese.

 

Quando trionfò la Rivoluzione cubana 46 anni fa, questo era uno dei settori più emarginati della società al quale era riservato il ruolo di moglie, casalinga o semplice oggetto sessuale.

 

Questo panorama cambiò nel gennaio 1959 con l’arrivo al potere del Governo rivoluzionario.

 

Il 23 agosto di quell’anno venne creata la Federazione delle Donne Cubane (FMC), un’organizzazione che da allora è stata incaricata di vigilare sui diritti delle donne dell’Isola.

La FMC mostra in questa occasione speciale la cifra più alta di affiliate della sua storia, raggruppando 4.061.700 donne.

 

I dati esibiti da questa organizzazione, composta dall’86,7% delle cubane maggiori di 14 anni, sono impensabili per altre simili del mondo.

 

Il cumulo di attività che assumono le federate comprende l’ambito della famiglia, i bambini, gli adolescenti e altri temi sociali.

La FMC sta passando da un processo permanente di dibattiti in tutte le sue strutture di base, in vista del suo Congresso, previsto per il marzo del 2006.

 

Uno dei principali temi di discussione delle cubane gira attorno al loro maggiore contributo alla Battaglia delle Idee (come parte dell’importante strategia della Rivoluzione per la difesa e l’approfondimento della sua politica di giustizia sociale ed equità).

 

Anche la promozione di donne nell’attuale fase di nomina di candidati, in vista delle elezioni municipali dell’aprile prossimo, costituisce una priorità per la federazione.

 

L’organizzazione si è proposta di stimolare la presenza femminile nelle funzioni di Governo, nelle quali oggi rappresentano il 23%.

 

Secondo l’opinione dei quadri professionali e delle federate, questa cifra risulta insufficiente se si tiene conto della provata capacità delle donne dell’Isola e si paragona con la sua forte presenza negli altri settori.

 

Il principale ostacolo, stando agli esperti, è lo squilibrio che ancora persiste nel momento di assumere i doveri familiari, il cui maggior peso continua a cadere sulla donna della casa.

 

Nonostante queste limitazioni, le cubane svolgono da molto tempo professioni non tradizionali per il loro sesso come trattorista, poliziotto stradale o pilota di aviazione.

 

In questo 8 marzo, le donne dell’Isola hanno tutte le ragioni del mondo per festeggiare, solidarizzando con quelle di altre parti del pianeta ancora in lotta per molte rivendicazioni.

 

Fidel ha concluso l’atto per la Festa

 Internazionale della Donna

Stiamo andando bene

 

La Festa Internazionale della Donna ha portato buone notizie alle donne ed a tutti i cubani in generale, annunciate dal presidente Fidel Castro nel suo discorso di chiusura dell’atto centrale per l’8 marzo.

 

Fidel ha annunciato l’attuazione di misure arrecanti evidenti vantaggi alla popolazione, tra le quali spiccano  quelle sul trasporto pubblico, il recupero a breve termine del servizio elettroenergetico nel paese ed altre a diretto beneficio dei lavori domestici e della salute.

 

"Adesso potremmo dire: Stiamo andando bene Camilo, Che, compagni caduti nel Moncada e del Granma, sulla Sierra ed in pianura, nella lotta contro la tirannia, a Girón, nella lotta contro i banditi nell’Escambray, nella lotta internazionalista, uomini e donne morti a causa degli atti terroristici e dei crimini dell’impero, compagni internazionalisti che si coprirono di gloria liberando popoli, contribuendo alla loro liberazione e difendendoli dai tentativi imperialisti di riconquista", ha detto il leader della Rivoluzione.

 

Il Presidente ha sottolineato che "il nostro popolo sta cominciando a risaltare nella mappa di questo mondo caotico e senza speranze, facendosi portatore di un modello veramente straordinario che sta avanzando in tutti gli aspetti; ma dobbiamo continuare ad avanzare lottando".

 

"I problemi", ha detto, "li risolveremo lottando contro gli errori, le deviazioni, gli equivoci o contro gli effetti provocati da determinate fasi, come il durissimo periodo speciale, che ci stiamo lasciando alle spalle".

 

Ha ricordato lo straordinario ruolo svolto dalle donne nella Rivoluzione ed ha precisato che sebbene questa abbia dato loro dignità, anche le donne hanno dato dignità alla Rivoluzione, innalzandola ai più alti livelli raggiunti da qualsiasi processo.

 

Fidel ha dato importanti notizie sulla soluzione di alcuni dei problemi che affliggono le donne, tra i quali la mancanza di elettricità. Ha anche annunciato la fornitura, a partire dal mese di aprile ad ogni nucleo familiare, di pentole a pressione e per cuocere il riso, assieme a guarnizioni e valvole.

 

Ha reso note altre misure a diretto vantaggio della popolazione, come la costruzione di centomila abitazioni, il completamento dei servizi sanitari di base di prima qualità, opportuni miglioramenti salariali in quest’ultimo settore ed in generale il progetto di recupero del sistema ferroviario nazionale, nonché l’incorporazione di equipaggiamento allo scopo di migliorare i trasporti effettuati con gli autobus interprovinciali.

 

Si è soffermato a lungo su altri temi come la cura differenziata delle condizioni dei lavoratori, il rapporto tra i prezzi nei mercati e l’equilibrio finanziario in moneta nazionale, le misure prese per proteggere gli introiti del paese dalle azioni banditesche architettate negli Stati Uniti, la necessità di aumentare l’efficienza economica e la produzione, nonché l’aumento delle esportazioni cubane.

 

Ha parlato dell’attuale sicurezza finanziaria del paese, del sostegno sul quale conta il peso convertibile, indipendente dal dollaro; della garanzia data dalle relazioni con Cina e Venezuela e, in sintesi, dell’indipendenza economica che stiamo conseguendo.

 

"Stiamo marciando verso l’invulnerabilità economica senza che ce lo siamo proposti. Queste cose che stiamo facendo e quelle che ci hanno obbligato a fare i blocchi, le minacce e le aggressioni ci stanno avvicinando all’invulnerabilità economica ed alla fine della nostra dipendenza da chiunque tranne che da noi stessi".

 

IL COSTO IN VITE UMANE DI UN’AGGRESSIONE A

 

CUBA SAREBBE IMPAGABILE PER GLI USA

 

 

Il Presidente ha pronosticato che sarebbe impagabile il costo in vite statunitensi nel caso che Washington decidesse di aggredire l’Isola ed ha assicurato che la capitale cubana non potrebbe essere occupata.

 

"Sono impressionanti i progressi, le tattiche ed i metodi sviluppati dalle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR)", ha detto riferendosi all’istituzione armata del paese, composta da milioni di cittadini.

 

Sono migliaia le donne cubane che fanno parte non solo delle truppe regolari, ma anche delle milizie e di altre forme di organizzazione, che occuperanno diverse trincee, difendendo il paese in caso di attacco od invasione.

 

"Non abbiamo paura", ha puntualizzato il leader della Rivoluzione riferendosi alle nuove minacce dell’attuale amministrazione nordamericana contro la maggiore delle Antille, che soffre da più di quarant’anni un blocco economico, finanziario e diplomatico, oggi raddoppiato.

 

"Gli Stati Uniti non sarebbero in grado di pagare il costo in vite umane che significherebbe un’aggressione a Cuba", ha sottolineato. Ha ricordato che i morti nordamericani in Vietnam furono più di cinquantamila, aggiungendo che qui sarebbero molti di più.

 

Ha lamentato che siano afronordamericani ed ispanici coloro che danno la propria vita in nome del Pentagono, definendoli vittime della mancanza di opportunità di accesso agli impieghi ed alle università della maggiore potenza mondiale.

 

"Nel caso di un tentativo d'invadere Cuba centinaia di soldati statunitensi morirebbero ogni giorno", ha avvertito Fidel, applaudito numerose volte dal pubblico, formato da centinaia di donne cubane, che hanno riconfermato il loro impegno con Fidel e la Patria. Hanno ricordato specialmente Gladys Marín, l’appena scomparsa dirigente del Partito Comunista del Cile.

 

Hanno inoltre presenziato all’atto la Segreteria Nazionale della FMC ed il suo Comitato Nazionale, guidato dalla presidentessa Vilma Espín; Melba Hernández, anche lei eroina della Repubblica, invitata speciale; le madri e le mogli dei Cinque Eroi ingiustamente detenuti dall’impero, nonchè dirigenti del Partito, del Governo, dell’Unione dei Giovani Comunisti, delle organizzazioni di massa e studentesche.