Sono indescrivibili le torture

inflitte agli afgani liberati dalla base yankee a Guantánamo

 

Kabul, 19 apr. 2005

 

Diciassette afgani liberati dal Governo degli Stati Uniti, che erano prigionieri nella base militare illegalmente occupata nel territorio cubano de Guantánamo, hanno definito "indescrivibili" gli abusi che hanno subito, parlando con vari mezzi di comunicazione.

 

"Ovviamente siamo stati torturati, ma non posso raccontare cose così terribili e indescrivibili!" ha detto Abdul Rahim Muslimdost, uno dei 17 prigionieri liberati. Muslimdost è un giornalista che ha trascorso due anni e mezzo nel campo di concentramento e tortura dei gringos.

 

"Hanno usato metodi speciali di barbarie contro di noi!" ha denunciato Abdul Rahman, mentre Guz Zaman, uno degli ex prigionieri che hanno avuto il permesso di fare dichiarazioni alla stampa, ha chiesto il pagamento di un indennizzo per i tre anni di ingiusta detenzione in questa prigione, come suo padre e suo cugino.

 

Più di 600 sospettati di appartenere al movimento talibano o alla rete di Al Qaeda furono inviati nella base di Guantánamo quando gli Stati Uniti decisero di invadere l’Afghanistan, nell’ottobre del 2001.

 

Attualmente sono reclusi circa 550 prigionieri in circostanze definite da gruppi umanitari "un buco nero legale", senza accuse e senza il diritto all’assistenza di un avvocato.