Perchè il nuovo contingente medico

 

di Cuba si chiama “Henry Reeves”

 

A Cuba c’è un contingente medico che porta il nome di Henry Reeves.

Questa brigata umanitaria è stata creata dopo il disastro provocato dall’uragano Katrina, negli Stati Uniti, anche se Washington ha disprezzato l’offerta di assistenza e medicinali, lasciando abbandonate le persone  senza cure. Questa brigata è sempre pronta ad andare dove esiste più necessità come nei casi del Pakistan, dopo il terribile terremoto, o dell’America Centrale, dopo le piogge torrenziali provocate dalla tormenta  tropicale Stan.

 

 

 

             CHI ERA HENRY REEVES?

 

 

 

Nordamericano di nascita e cubano per scelta era detto “L’inglesito della manigua” durante le battaglie cubane contro il colonialismo.

 

Egli morì vicino a Cienfuegos il 4 agosto del 1876 dopo aver partecipato a più di 400 azioni armate. Aveva solo  26 anni ed ha lasciato un grande esempio di solidarietà tra uomini ansiosi di libertà e giustizia.  

 

Diceva: “Io sono del paese dove si muore” per dire che la sua vita era dedicata alla lotta contro il regime coloniale imposto dalla corona spagnola.             

 

Antischiavista e indipendentista, era vincolato agli operai e  agli artigiani cubani che sostenevano dall’esilio la guerra nell’Isola.

 

Egli giunse a Cuba l’11 maggio del 1869 e divenne “L’Inglesito” che parlava poco anche perchè conosceva poco lo spagnolo...

 

Partecipò alle battaglie di Ramón, Las Calabazas, Del Carmen, Río Hanábana   Sitio Potrero e fu stimato ed elogiato dalle più grandi figure dell’indipendenza cubana, come Ignacio Agramonte  e il Generalissimo Maximo Gómez, che elogiò il suo grande coraggio, la sua dedizione e il suo senso della disciplina. 

 

Perse una gamba nel settembre del 1873  perchè si lanciò su un canna di cannone con il suo cavallo, ma non smise per questo di combattere con ogni mezzo.

 

Era Brigadiere, nominato dalla Camera dei Rappresentanti della Repubblica in Armi, quando affrontò il nemico nella  Battaglia di Las Guásimas  e nell’azione di Cajumiro, quest’ ultima con Máximo Gómez e Antonio Maceo.

 

Si uccise, sparandosi a una tempia, già ferito molto gravemente al petto, all’inguine e a una spalla, quando le truppe spagnole lo avevano circondato.  Fu un cavaliere coraggioso, sereno e tenace cantò  Ramon Roa, un altro eroe dell’indipendenza di Cuba che ha dedicato dei bei versi a questo giovane nordamericano, “L’Inglesito”,  che ha versato il suo sangue mescolandolo a quello dei migliori uomini di un altro paese, entrando a far parte d’una stirpe di figli di quest’Isola piena di un patriottismo infinito.

 

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