Il piano d'annessione di

Bush in campo educativo

· Cento raccomandazioni per tornare all’analfabetismo

YENIA SILVA — 30 settembre 2005

 

E’ poco probabile che un paese liberatosi in questi 46 anni di Rivoluzione dall’ignoranza e che ha portato l’università in tutti i suoi municipi, abbia bisogno dei consigli in materia educativa di chi pretende dividere le scuole in pubbliche e private e gli alunni in esclusi e privilegiati.

 

La cosiddetta Commissione d’Assistenza ad una Cuba Libera, la cui relazione finale è stata presentata il 6 maggio 2004 al presidente statunitense George W. Bush, disconosce i risultati che l’Isola mostra in campo educativo e propugna un aggressivo programma diretto a distruggere il modello sociale costruito dai cubani e a ridurre il paese a colonia statunitense.

Con questo obiettivo e per “accelerare” il “cambio di regime”, la Commissione fa una serie di raccomandazioni al “Governo di Transizione” (le marionette che comanderebbero nella nazione caraibica mosse dai fili di Washington). Tra le misure concrete che propone rispetto all’insegnamento c’è quella di favorire lo sviluppo dell’educazione privata, compresa quella religiosa.

 

Risolvere le necessità umane fondamentali nei settori della salute, dell’educazione e della casa costituisce una priorità per lo Stato cubano fin dal trionfo rivoluzionario del 1959. A partire da quel momento il settore educativo fece solidi passi avanti che liberarono moltissime persone dall’ignoranza.

 

Nel 1953 esistevano nel paese un milione di analfabeti e un altro milione di persone disponeva di livelli scolastici minimi. Fin dall’inizio della Rivoluzione, Cuba iniziò la sua lotta per sradicare il flagello dell’analfabetismo, iniziando dagli uomini e donne che si sollevarono in armi contro la tirannia di Batista entrando a far parte dell’Esercito Ribelle. Due anni dopo la vittoria (1961, Anno dell’Educazione), venne promulgata la Legge di Nazionalizzazione dell’Insegnamento, che dichiarò pubblica la funzione dell’istruzione e gratuita la sua prestazione. Da allora l’educazione gratuita e universale a tutti i livelli è un diritto di tutti i cubani. In quell’anno 707.212 dei 979.207 analfabeti esistenti appresero a leggere e scrivere. Fu una memorabile campagna che ridusse l’analfabetismo al 3,9%. Dopo sarebbero venute le battaglie per il 6° e 9° grado, le facoltà operaie e contadine, ecc.

 

Sono passati più di 40 anni da quei primi giorni e oggi le cifre e le mete sono altre.

 

Al calore della Battaglia delle Idee si sono materializzati programmi che hanno significato una vera rivoluzione nel settore. Tra questi citiamo l’esistenza di un televisore per ogni aula con video educativi, l’apertura del canale educativo per la trasmissione delle ‘tele-lezioni’, l’elettrificazione di tutte le scuole, la generalizzazione dell’insegnamento della Computazione, la costruzione e riparazione di scuole, l’universalizzazione dell’educazione superiore, la presenza di un maestro ogni 20 alunni nelle scuole elementari e di un professore per ogni 15 studenti delle secondarie. Tutti questi sono successi che arrivano fino alle zone rurali.

 

Nel settembre di quest’anno sono entrati nelle aule dei 13.462 centri educativi più di 2.914.000 alunni in tutto il paese (più di 100.000 giovani nell’Insegnamento Universitario e 202.875 in quello preuniversitario); 284.605 maestri e 938 sedi universitarie municipali  rendono di alta qualità l’educazione nazionale.

 

Vediamo alcune delle 100 raccomandazioni che la suddetta commissione formula sull’insegnamento: diritti civili e uguale accesso alle opportunità educative; educazione alla cultura della democrazia; stimolo alla differenziazione educativa; coinvolgimento dei genitori,  dei datori di lavoro e della comunità (a sostegno dell’educazione); commissione nazionale per il progresso attraverso l’educazione; standards accademici necessari per tutti gli studenti; approvazione e sicurezza della qualità; infrastruttura educativa; biblioteche e risorse informative, educazione superiore e ricerca. Un punto importante in questo aspetto si riferisce alla promozione dell’educazione superiore privata e non tradizionale.

 

Si scopre l’intenzione di istituire nuovamente l’istruzione privata e d’elite contro l’insegnamento pubblico e senza fini di lucro. Alla lunga ciò significherebbe retrocedere verso l’analfabetismo. Il progetto di questa commissione vanificherebbe  tutti i programmi che Cuba porta avanti per portare l’università in ogni angolo del paese e per facilitare la continuazione degli studi ai giovani le cui famiglie dispongono di meno risorse. Tutti questi sogni trasformati in realtà svanirebbero con l’applicazione delle raccomandazioni.

 

Nel nome della privatizzazione si svilupperebbe un sistema presuntamente incaricato di garantire la qualità dell’educazione pubblica e privata, nella quale il settore privato parteciperebbe alla valutazione dei contenuti didattici. I “provveditori privati e pubblici” verrebbero ugualmente riconosciuti dall’ipotetico “Governo di transizione”, che in materia educativa riceverebbe “consulenza” dall’Amministrazione USA.

 

Sulla base del concetto di “democrazia” che sorreggerebbe il sistema educativo proposto, non sarebbe strano parlare d’insicurezza per consumo di droghe nelle scuole.

 

Visti i presupposti disporrebbero di assai poche opportunità coloro che non potessero avvalersi del diritto di andare a scuola, la grande maggioranza dei quali sarebbe costituita da contadini, operai, donne e neri.

 

Non ci si poteva aspettare altro da una commissione che comprende tra i suoi membri elementi reazionari dell’estrema destra e della mafia d’origine cubana di Miami. Gli stessi che per anni hanno cercato di distruggere la Rivoluzione cubana.

 

ALTRE REALTA’

 

Mentre nell’Isola lo Stato priorizza l’attenzione e le risorse per l’educazione, in altre nazioni della regione si vive una realtà diversa. Un rapporto dell’Ufficio Regionale dell’America Latina dell’UNESCO, reso noto nel gennaio di quest’anno, segnala che 6 milioni di giovani tra i 15 e i 19 anni non hanno terminato gli studi elementari in 18 nazioni della regione. Secondo il documento, in paesi come Guatemala, Nicaragua, Honduras ed El Salvador, più del 20% dei giovani delle età segnalate non ha terminato gli studi di base. In altri, tra i quali Paraguay, Bolivia Repubblica Dominicana e Brasile, la percentuale oscilla tra il 10% e il 20%.

 

Negli USA sono le scuole pubbliche quelle che presentano le maggiori difficoltà. Nella contea di Miami-Dade, per esempio, mancano 5.000 maestri e 17.000 aule. A livello nazionale, il 75% di queste istituzioni necessita di urgenti riparazioni. A ciò va aggiunto il consumo di droghe tra gli studenti delle medie e delle superiori.

 

L’indice di analfabetismo nei paesi centroamericani vede al primo posto Haiti, con un tasso del 48.1%, seguito dal Guatemala con il 30.9%; dal Nicaragua col 23.3% e da El Salvador con il 20.3%. Cuba da parte sua, secondo dati forniti da Mayra Pérez García, specialista dell’Istituto Pedagogico Latinoamericano, ha un tasso dello 0,03%.

 

Curiosamente non è stata ancora creata una commissione per la transizione ad un’America Latina libera dall’analfabetismo. Tuttavia Cuba lavora per estirpare questo male inviando maestri che collaborano all’alfabetizzazione di migliaia di persone in Venezuela  ed anche   in nazioni  lontane come la Nuova Zelanda.

 

Se venisse applicata a Cuba una qualsiasi delle raccomandazioni che propone il Piano annessionista di Bush in campo educativo, scomparirebbe in breve tempo il risultato di 46 anni di faticoso lavoro.

 

Le caserme e le residenza che la Rivoluzione trasformò in scuole riacquisterebbero la loro funzione iniziale. Migliaia di maestri sarebbero nuovamente sprovvisti di aule dove insegnare. Le migliaia di giovani, cubani e stranieri, che oggi stanno terminando gli studi superiori, vedrebbero frustrata la loro aspirazione di arrivare all’università. Le zone rurali tornerebbero nell’oblio. L’educazione sarebbe un lusso. Sarebbe irrimediabilmente perduto uno dei diritti fondamentali di ogni cubano: quello che garantisce un’educazione universale e gratuita.