Alcuni intellettuali statunitensi  chiamano a

 

lottare contro il secondo mandato di Bush

 

 

25 gennaio 2005

“La resistenza contro il governo del presidente Bush deve cominciare proprio adesso ed utilizzando tutti gli spazi possibili”, hanno segnalato alcuni intellettuali statunitensi in un appello al popolo nordamericano pubblicato sul quotidiano The New York Times.

 

Secondo Prensa Latina, il quotidiano nordamericano ha dedicato tutta una pagina a una “dichiarazione di coscienza” firmata da personalità tra le quali si includono Noam Chomsky, Howard Zinn, Eve Ensler e Alice Walker.

 

Insieme ad altri intellettuali nordamericani, si sono uniti al gruppo nazionale contro la guerra “Non in nostro nome” (NION, in sigla inglese), che critica la politica guerrafondaia ed espansionista dell’attuale amministrazione.

 

Di fronte al “secondo periodo di Bush, che non si dica che la gente negli USA si è sottomessa silenziosamente a questa vergognosa incoronazione della guerra, dell’avarizia e dell’intolleranza. Egli non parla  per noi. Egli non ci rappresenta. Egli non agisce nel nostro nome”.

 

La dichiarazione aggiunge che “nessuna elezione, sia imparziale che fraudolenta, può rendere legittime le guerre criminali contro paesi stranieri, la tortura, la violazione totale dei diritti umani e la fine della scienza e la ragione”.

I promotori dell’appello sostengono: “Non permetteremo che nel nostro nome vengano commessi più crimini contro nazioni o individui che sono considerati ostacoli all’obiettivo della supremazia mondiale indiscussa”.

 

Gli intellettuali hanno anche messo in guardia rispetto alle politiche che limitano i diritti civili fondamentali, così come rispetto all’applicazione delle politiche sociali che si basano sul “fondamentalismo cristiano”.

 

“Non possiamo aspettare fino alle elezioni del 2008. La lotta contro il secondo mandato di Bush deve cominciare adesso”.

 

“Dobbiamo cambiare la realtà politica di questo paese mobilitando decine di milioni di persone che sanno nelle loro menti e nei loro cuori che la realtà del regime di Bush non è che un incubo per l’umanità”, dichiara NION.

 

Finora più di 9.000 persone hanno firmato questa “dichiarazione di coscienza” e c’è l’intenzione di diffonderla ampiamente sia dentro che fuori gli USA.

 

Tra i firmatari figurano gli scrittori Barbara Kingsolver, Russell Banks, Studs Terkel e Martin Espada. Artisti tra i quali la cantante di rock Rickie Lee Jones e Ry  Cooder. Anche poeti come il leggendario Lawrence  Ferlinghetti, Sam Hamill e Suheir Hammad, il filosofo  Cornel West e una serie di attivisti politici, avvocati e religiosi progressisti.

 

NION ha informato che The New York Times aveva confermato la pubblicazione di questo appello pagato per venerdì scorso, perché questa dichiarazione era la risposta all’inizio del secondo periodo di Bush.

 

Stando al gruppo, nessuno nel Times ha potuto spiegare cosa è successo. Questa è la prima volta che un appello con contratto e conferma non si pubblica nella data accordata.

 

La dichiarazione è apparsa domenica. NION esige una spiegazione, giacché quel giorno l’editoriale principale del quotidiano invitava ad “accettare” il nuovo Presidente.