La CIA non può

 

con Fidel Castro

 

Raúl Gómez (Rebellion) - 27 nov.'05

 

 

La CIA dà segni visibili di disperazione con Fidel Castro.

 

Non è difficile capirla; da una parte, ha perso quasi mezzo secolo XX tentando infruttuosamente di assassinarlo e dall'altra, è giunta all'amara conclusione che tutti i suoi profili psicologici su Castro –confezionati in buona misura con l'informazione apportata da rinnegati e traditori— sono falliti clamorosamente. Semplicemente hanno davanti a sé un colossale avversario che – lo credano o no — ancora ignorano.

Il passato – e le reiterate conclusioni di analisti d'intelligence, politologi, cubanologi e castrologi, che non c'è niente da fare a Cuba finché Castro vive — sembra spiegare, in parte, perché la CIA cominci a scambiare i suoi desideri per realtà. Solo così - dal momento che la CIA non è priva di scandali ed il prestigio delle sue valutazioni é sotto i piedi - potremmo capire la sua avventata “conclusione” che il dirigente cubano soffre del Morbo di Parkinsón.

Dopo tutto, il governo cubano deve ringraziare la CIA per le sue campagne contro Cuba. La disperata campagna che accusava Cuba di fabbricare armi biologiche – destinata a colpire l'impatto positivo creato della visita dell'ex presidente Cárter, nel maggio del 2002 — finì trasformandosi in propaganda positiva per il Centro d'Ingegneria Genetica e Biotecnologia e per altre istituzioni del chiamato Polo Scientifico cubano che videro reclamizzati i loro progressi scientifici ed incrementata la domanda internazionale delle proprie tecnologie e prodotti.

Sono sicuro che questa nuova campagna della CIA, diretta a presentare il dirigente cubano come ammalato di Parkinsón, finirà elevando il prestigio della medicina cubana ed incrementerà il turismo di salute verso il Centro Internazionale di Restaurazione Neurologica (CIREN). Dopo tutto, se un malato di Parkinsón al quale fu diagnosticata la malattia nel 1998 - come afferma la CIA per Castro - è capace di mantenersi in piedi, di fronte ad un auditorium, tenendo, per sei ore, un discorso coerente ed analitico, senza che gli tremi il polso,  ben vale la pena sapere quali medici, quale trattamento o quale eccezionale medicina rendano ciò possibile.

Non è un segreto che la CIA confezioni “profili psicologici” dei leader mondiali. Generalmente confezionano un “profilo pubblico” — destinato alle sue campagne di propaganda — ed un “profilo segreto” il cui contenuto é noto solo agli strateghi della comunità d'intelligence o a politici statunitensi di alto livello. Contrariamente a ciò che si può credere, questi profili non si realizzano solo per i leader o potenziali leader segnalati come “nemici” degli Stati Uniti; si fanno anche per gli amici, alleati e lacché.

In un “profilo psicologico” di José María Aznar López che mi hanno fatto arrivare — che si suppone aggiornato dalla CIA agli inizi di questo secolo — può leggersi, tra altre cose, la seguente: “è un lavoratore, ambizioso, disciplinato, buon polemista, cattivo oratore (…) con predilezione per i vini rossi di qualità superiore, gli “avana”, un buon libro e la squadra di football Real Madrid…”

Come sperimentato osservatore ed analista della situazione cubana, mi permetto di suggerire alla CIA che, invece di dedicarsi ad osservare la salute di Castro, s'impegni a  raccogliere informazioni sulle attività del Professore Dottore Eugenio Selman-Housein Abdo e sul suo Club dei 120 anni, perché, sono quasi sicuro, che è verso questa meta che stiamo andando. È meglio che siano opportunamente preparati ad avvertire i politici nordamericani che devono essere pronti ad affrontare il fatto che la salute del leader cubano – che ha solo 79 anni, vive attivamente, è un inveterato ottimista, gode di buona salute, realizza esercizi fisici, si alimenta adeguatamente con moderazione e proviene da una famiglia longeva — lo indirizza a vivere, in maniera attiva, fino a  120 anni.

Il fatto curioso é — e questo probabilmente spiega i suoi fallimenti — che la CIA, con le sue enormi risorse d'intelligence, non ha notato –in tutta la sua grandezza— che Castro non è un nemico che stia in stereotipi né che gli si possano essere applicati modelli matematici o programmi per computer.

Il famoso male di Parkinsón di Castro dimostra l'impotenza della CIA contro Fidel e allora alla CIA non rimane altra soluzione che agire come la volpe della favola che salta, salta e salta, tentando di prendere l’uva, e quando si accorge di non poter ottenerla, per consolarsi, dice : “è acerba”.