Continueremo a denunciare la

Legge di Regolarizzazione Cubana


 

• Ha sottolineato il Presidente Fidel Castro intervenendo nella Tavola Rotonda di venerdì

 

O.PELÁEZ e M.J.MAYORAL - 26 agosto 2005

 

 

"Se siamo stati capaci di resistere più di 40 anni al blocco ed ai venti aggressivi provenienti dal Nord, è perchè la Rivoluzione ha sempre avuto e avrà sempre il sostegno della maggior parte della popolazione; questa è una realtà storica obiettiva", ha messo in risalto il Presidente Fidel Castro nella Tavola Rotonda trasmessa venerdì dalla televisione cubana. Durante la trasmissione Fidel ha analizzato importanti tematiche dell’attualità internazionale.

 

Fidel ha iniziato il suo intervento offrendo dettagli sulla più recente tragedia relativa al criminale traffico di persone tra Cuba e Stati Uniti, che ha provocato la perdita di 31 vite umane a causa del rovesciamento di un motoscafo nel quale viaggiavano emigranti illegali, avvenuto nelle prime ore del 17 agosto.

 

"Fatti dolorosi come questo", ha affermato, "avvengono da più di 40 anni ed hanno provocato la morte di un incalcolabile numero di persone, tra le quali donne, bambini e anziani".

 

Il leader della Rivoluzione ha duramente stigmatizzato la condotta delle autorità nordamericane per incoraggiare l’emigrazione illegale tramite la Legge di Aggiustamento Cubano e la cosiddetta politica dei Piedi Secchi-Piedi Bagnati, in virtù della quale chi mette piede sul territorio USA viene autorizzato a rimanere e riceve poi la residenza permanente, violando gli Accordi Migratori sottoscritti nel 1994 dai due Governi.

 

"Molto spesso affondano in alto mare imbarcazioni utilizzate per attività di questo tipo e nemmeno ce ne accorgiamo, poiché nella maggior parte dei casi loro non informano Cuba di questi avvenimenti", ha indicato Fidel.

 

Ha ricordato che sono avvenuti molti naufragi ed in quasi tutti i casi, salvo pochissime eccezioni, i responsabili di un contrabbando umano così ripugnante sono rimasti impuniti ed hanno perseverato nelle loro pratiche delittuose.

 

"Non adottano nessuna misura, conoscono perfettamente coloro che organizzano le uscite illegali, ma non fanno assolutamente niente per impedirle. Inoltre preparano trappole, creano nuovi meccanismi per fomentare l’esodo dei cubani; cercano di scegliere i migliori, fanno una selezione e così si sono portati via professionisti e tecnici", ha affermato il Presidente cubano.

 

"Ai delinquenti non concedono il visto, ma li fanno viaggiare illegalmente ed arrivare sulla terraferma, offrendo loro un lavoro ed altri benefici che gli altri immigranti latinoamericani non hanno. Ma chi intraprende quest’avventura può perdere la vita", ha sentenziato.

 

"In questo caso, come è appena successo, si limitano a dire che sono state sospese le ricerche non essendoci più speranze di trovare sopravvissuti, senza manifestare nemmeno il più piccolo dispiacere per le vittime. Per questo", ha enfatizzato Fidel, "continueremo a denunciare questa politica criminale e ad esigere energicamente la fine della Legge di Aggiustamento Cubano".

 

Il massimo leader della Rivoluzione ha affermato che, con l’appoggio della mafia anti-cubana di Miami e dei suoi accoliti residenti in Messico, negli ultimi anni è stato incoraggiato anche il traffico di persone fatte uscire da Cuba in direzione di Cancún, Honduras e Isole Cayman, per poi inviarle via terra, cielo o mare negli Stati Uniti.

 

"Queste reti di contrabbando umano", ha indicato, "utilizzano per le uscite illegali imbarcazioni-madre e motoscafi, metodo molto simile a quelli utilizzati all’epoca degli attacchi pirata. Molti di questi trafficanti sono legati al commercio di droga ed uno deve allora chiedersi come possa il Governo degli Stati Uniti, che ha creato così tanti servizi segreti per garantire la sicurezza del suo paese di fronte a presunti atti terroristici, permettere l’ingresso nel suo territorio di persone coinvolte nel traffico di droga, che pone in pericolo la tranquillità dello stesso popolo nordamericano.

 

Ha citato articoli pubblicati nel giornale messicano Por Esto, lo stesso che ha denunciato l’ingresso in territorio nordamericano del noto criminale Luis Posada Carriles, dove si menziona l’esistenza di gruppi composti da cittadini d’origine cubana e messicana, che utilizzano il molo dei pescatori di Porto Juárez, come base operativa per lo sbarco delle persone che escono illegalmente da Cuba, la maggior parte dei quali lo fanno da località appartate della costa Sud della provincia di Pinar del Río.

 

Continuando su questo argomento, Fidel ha commentato che la presenza di Posada Carriles nello stato di Quintana Roo non è stato un fatto fortuito poichè, servendosi della presenza locale della mafia di Miami, utilizzano questa via per il traffico di persone.

 

Ha ironizzato sul lungo silenzio mantenuto dall’Amministrazione Bush su come Posada è arrivato negli USA. "Il Governo statunitense non ha detto una sola parola sulla questione, stanno custodendo il segreto e coprono i complici di ogni tipo e di tutti i tipi di delitti", ha affermato.

 

Fidel ha letto alcuni brani di un rapporto dove si afferma che le autorità cubane hanno informato quelle messicane del significativo aumento delle operazioni di traffico illegale di persone verso questo paese e che, nonostante l’apparente interesse dimostrato dal Messico ad investigare tali fatti, le pressioni esercitate dalla Fondazione Cubano Americana e da altri settori della mafia di Miami hanno impedito praticamente il chiarimento dei fatti ed il rimpatrio degli emigranti illegali.

 

La condotta tollerante del Governo di Città del Messico di non rimandare indietro queste persone ha stimolato le uscite clandestine per questa via, come ponte per poi continuare il viaggio verso gli Stati Uniti.

 

L’ORA DELL’ALBA

 

Passando in rassegna altre tematiche d’attualità, Fidel ha fatto riferimento alle insolenti dichiarazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Donald Rumsfeld, fatte durante una recente visita in Paraguay, nelle quali ha segnalato l’inquietudine della sua Amministrazione di fronte alle "prove" secondo le quali Cuba e Venezuela si starebbero intromettendo negli affari interni della Bolivia.

 

Dopo aver commentato quanto espresso dal corrispondente della BBC di Londra in Sud America, cioè che gli USA sarebbero estremamente preoccupati dalla possibilità del trionfo del leader "cocalero" boliviano Evo Morales nelle prossime elezioni presidenziali di dicembre, Fidel ha sottolineato che la cosa della quale hanno veramente paura è che l’attuale crisi del modello neoliberale radicalizzi governi e popoli.

 

"Se le masse si radicalizzano in Brasile, che faranno? Interverranno in questo gigantesco e ricco paese?", si è chiesto il Presidente cubano.

 

"La colpa della destabilizzazione dell’America Latina, signor Rumsfeld, signora Condoleeza Rice, signor Bush, non è né del Venezuela né di Cuba" ha enfatizzato il Presidente cubano.

 

"Ci sono tanti poveri, affamati, disoccupati, tanta mancanza di assistenza medica, sono così poche le esperienze di sviluppo, sono così grandi i rischi di perdere quel po’ d’indipendenza residua, comprese le monete nazionali, che i Governi della Regione, a sette-otto mesi dalla vittoria elettorale perdono l’appoggio popolare ed a volte è sufficiente che i popoli soffino un poco perchè i governi cadano. In questo caso", ha ironizzato Fidel, "la colpa ce l’ha il vento".

 

"Tuttavia", ha avvertito, "le colpe ci insegnano molto, in quanto ci permettono di conoscere gli stati d’animo, lo stato morale di coloro che dirigono l’impero e le loro paure, perchè anche un impero può morire per problemi di cuore", ha detto scherzosamente.

 

Come esempio della prepotenza dell’impero nei confronti della regione, il Presidente Fidel Castro ha letto il titolo di un giornale, secondo il quale Rumsfeld, durante la sua visita in Perù, ha chiesto l’immunità per le truppe del suo paese.

 

"L’antica Roma e l’impero non hanno mai chiesto l’immunità. Nella pratica questo si traduce nel diritto a uccidere, torturare o commettere genocidio.

 

"Perseguitano con le loro menzogne e calunnie Cuba ed il Venezuela, ma l’ALBA avanza, senza bisogno di carri armati, cannoni o armi nucleari. Avanza con più democrazia e questo è il caso del Venezuela, dove il presidente Chávez ha trionfato in varie consultazioni elettorali a prescindere dal fatto che i grandi media fossero in mano ai golpisti, un Venezuela che nell’ottica borghese e imperialista della democrazia è molto più democratica", ha sottolineato Fidel.

 

Nell’America Nostra sta avanzando il sentimento dell’integrazione, lo spirito bolivariano, la coscienza ed il senso dell’unità. L’impero è rimasto senza idee ed allora si sta impaurendo. Si spiegano così queste assurde accuse contro il Venezuela.

 

 

Il leader cubano ha stigmatizzato le inaudite dichiarazioni fatte il 22 di questo mese dal predicatore evangelico Pat Robertson, durante un programma televisivo nel quale ha suggerito l’assassinio del Presidente Hugo Chávez, che ha definito un dittatore autoritario ed un pericolo terrificante per gli Stati Uniti.

 

"Chávez è un dittatore autoritario? Può essere un dittatore autoritario quel Presidente contro il quale fanno un colpo di Stato e non può castigare legalmente i golpisti, che non può inviare in prigione nessuno di coloro che ha sabotato e paralizzato l’industria petrolifera?", ha detto il leader della Rivoluzione".

 

UCCIDERE I CAPI DI STATO: UN’IDEA FISSA DELLA CASA BIANCA

 

"L’appello del pastore evangelico Pat Robertson non può essere visto come l’opinione personale di un individuo isolato, come vorrebbe far credere la Casa Bianca. Si tratta di un ideologo dell’estrema destra statunitense e il signor Bush la pensa esattamente come lui", ha denunciato Fidel.

 

"Il ‘pastore’ ha solamente incitato a compiere quel che Bush fa tutti i giorni: uccidere gente non solo lanciando bombe, inviando giovani nordamericani a morire in guerre ingiuste come quella dell’Iraq, ma anche ordinando l’assassinio di persone, secondo quanto ha riconosciuto lo stesso presidente di fronte al Congresso dell’Unione", ha opinato Fidel Castro, il quale ha ricordato i numerosi piani di omicidio contro la sua persona ideati dalle Amministrazioni statunitensi susseguitesi dal trionfo della Rivoluzione ad oggi.

 

Ha indicato che i piani di assassinio architettati contro il Presidente Chávez non sono nuovi; la differenza sta nel fatto che questi sono andati aumentando nella misura in cui Washington si è resa conto dell’impossibilità di detenere o rovesciare la rivoluzione bolivariana ed ha constatato i progressi del processo d’integrazione promosso dalla nazione sudamericana.

 

"Gli atti di W. Bush e della sua Amministrazione terrorista dovrebbero ricevere una condanna simile o maggiore a quella suscitata nel caso di Robertson, perchè sono molto più pericolosi per l’umanità intera e per il popolo degli USA", ha affermato Fidel. "Nella Casa Bianca", ha sottolineato, "continuano ad operare gli stessi assassini che ordinarono di uccidere l’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier ed il Presidente Patrice Lumumba; gli stessi che misero in pratica l’Operazione Condor e che continuano a proteggere terroristi matricolati come Luis Posada Carriles".

 

Il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri ha chiamato nuovamente in causa l’Amministrazione Bush affinché risponda su come Posada Carriles è arrivato negli USA. La stessa richiesta ha rivolto al Governo del Messico rispetto al passaggio del terrorista sul suo territorio. "Accarezziamo la dolce speranza", ha detto, "che i nostri fratelli messicani ci facciano il favore di dirci com’è arrivato Posada Carriles nel Sud della Florida.

 

Su richiesta di Fidel, il presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, Ricardo Alarcón, ha commentato le ultime notizie relative ai Cinque compatrioti sequestrati dal Governo statunitense, fatto intimamente legato alla protezione che la Casa Bianca e W. Bush offrono al terrorista Posada Carriles.

 

A partire dal 29 agosto, giorno in cui si svolgerà il processo amministrativo d’emigrazione contro il noto assassino, inizierà negli Stati Uniti ed in altre parti del mondo una campagna per esigere la sua estradizione in Venezuela, dove dovrà essere giudicato per i suoi atti terroristici.

 

"Queste manifestazioni pubbliche chiederanno anche l’immediata e incondizionata liberazione dei Cinque cubani condannati negli USA perchè lottavano contro il terrorismo", ha detto Alarcón.

 

Fidel, riferendosi ai propositi di Washington contro la nazione cubana, ha ricordato che non solo è previsto il suo assassinio, ma anche l’uso della forza militare per evitare, dopo la sua morte, la continuità della Direzione della Rivoluzione e questo è scritto nel Piano per Assistere una Cuba libera, approvato dall’attuale presidente nordamericano nel 2004.

 

"Loro", ha detto, "non sanno quel che è il nostro paese, non hanno ancora imparato che non potrà mai essere occupato e questo non perchè abbiamo armi nucleari, ma perchè disponiamo di un popolo nucleare per il suo spirito combattivo ed i suoi valori morali.

 

DUE GOVERNI SERVILI NEI CONFRONTI DELL’IMPERO

 

Secondo alcune dichiarazioni apparse sulla stampa, il Governo dell’Honduras non desidera che continui la collaborazione medica offerta dai professionisti del nostro paese. Fidel ha fatto riferimento a questa questione in termini precisi: "tramite l’Ambasciata di Cuba in questa nazione è stato chiesto alle autorità honduregne di dire a che ora ed in che giorno chiedono il ritiro".

 

"I nostri medici", ha spiegato, "non stanno per forza da nessuna parte; abbiamo sollecitato una risposta prima dell’1 settembre per poterne organizzare l’uscita. Hanno prestato servizio come missionari in posti dove nessun’altro va e non rimarremo in nessun luogo un minuto di più né un minuto di meno di quel che ci venga chiesto, poiché non prestiamo aiuto solidale né per bassa politica né per nient’altro di simile. Stiamo aspettando una risposta dal Governo dell’Honduras", ha concluso.

 

Tra i governi servili a Washington e protettori di terroristi, Fidel ha menzionato anche quello oggi al potere in El Salvador. Ha polemizzato sul recente scandalo messo in piedi da quell’amministrazione dopo le dichiarazioni rilasciate da Schafick Handall, il quale ha assicurato che, se gli USA attaccheranno il Venezuela, i rivoluzionari salvadoregni andranno lì a combattere per questo popolo fratello.

 

Il pronunciamento dello sperimentato combattente e comunista è stato strumentalizzato per muovere false accuse, provenienti da un Governo senza morale, capace di inviare giovani salvadoregni ad una guerra di genocidio contro il popolo iracheno. "E’ inoltre un Governo coinvolto nella vendita di armi ed esplosivi al terrorista Luis Posada Carriles e che ha permesso l’invio di mercenari a Cuba per collocare bombe in installazioni turistiche de L’Avana", ha ricordato il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri.

 

"Ci congratuliamo", ha detto, "per il valore e la dignità di Shafick" e siamo sicuri che il nostro popolo la pensa come lui. Le sue dichiarazioni non sono un delitto, ma un onore, una prova di dignità ed esprimono un sentimento sempre più radicato nel cuore dei popoli latinoamericani".

 

Negli ultimi minuti della Tavola Rotonda Fidel ha passato brevemente in rassegna lo sviluppo di importanti programmi nazionali per modernizzare il sistema di generazione elettrica, promuovere il risparmio d’energia e migliorare le condizioni di vita della popolazione, per esempio con la consegna di equipaggiamenti elettrodomestici, che stanno aiutando alla necessaria riduzione dei consumi elettrici.

 

"Niente è stato dimenticato", ha riassunto; "tutti i piani annunciati stanno marciando, ma è preferibile che i fatti parlino da soli; si stanno facendo molte cose, stanno continuando a sorgere nuove idee non ancora rese note; si potrebbe dire che ci sono molti fatti ‘muti’, che parleranno coi loro risultati".