Non riusciranno

 

ad impedirlo

 

Randy Alonso Falcon 28 dic.05

 

Il Governo nordamericano rumina i suoi fallimenti e trasuda la sua rabbia e odio viscerale contro la Rivoluzione cubana. Mai prima d’ora le idee fasciste, egemoniche e guerrafondaie si erano espresse con tale forza negli ambienti del potere politico statunitense. Queste idee vengono accanitamente rovesciate contro il nostro popolo perchè sono proprie delle oscure forze che nel giro di due secoli hanno avuto il proposito di impossessarsi delle nostre terre.

 

Un anno e mezzo fa, scommettendo su fattori biologici e sulla forza apparentemente incontestabile dell’impero, una Commissione di falchi e di funzionari yankees ha presentato il piano per la cosiddetta transizione a Cuba, una caricatura della Cuba neocoloniale degli anni ’50 confezionata in pacco dono per venderla agli incauti e agli snaturati.

 

In quest’ingegneria della frustrazione ci sono le mani della destra reazionaria e fascista e della mafia terroristica nata dalle insanguinate basi batistiane.

 

Per raggiungere i suoi antistorici scopi, la Casa Bianca ha conculcato fino all’assurdo il diritto dei nordamericani a viaggiare, ha ridefinito a volontà il concetto di famiglia, ha allungato fino a tre anni la distanza temporale tra un viaggio e l’altro per i cubani residenti negli Usa, ha ridotto in maniera discriminatoria la possibilità di inviare rimesse, è andata in tutto il mondo a caccia dei dollari ottenuti dal nostro paese con sforzi autonomi e trasparenti, ha chiamato all’isolamento internazionale di Cuba e a un’azione concertata contro la nostra nazione.

 

Diciannove mesi dopo il varo del nuovo piano anticubano, che strombazzava la fine imminente della Rivoluzione e dopo le elucubrazioni spacciate per intellettuali che cercavano di dimostrare il non funzionamento della nostra economia, l’impero sta sbattendo sonoramente il muso.

 

Al tentativo di isolarci e al rafforzamento del blocco, il mondo ha risposto col voto di condanna di 182 paesi nelle Nazioni Unite. Non vengono più concessi i permessi di viaggio ai cittadini nordamericani, le cui visite erano sempre più frequenti negli ultimi anni e il nostro turismo è cresciuto arrivando al record di 2,3 milioni di visitatori; i nostri fondi sono stati perseguitati all’estero e la Rivoluzione ha risposto annullando la circolazione del dollaro nell’economia interna e mettendo in ginocchio la divisa statunitense di fronte al peso convertibile e al nostro rafforzato peso. La risposta al proposito genocida di togliere qualsiasi finanziamento al paese, la risposta è stata l’utilizzo centralizzato ed efficiente delle nostre divise e l’ottenimento di crediti a mezza e lunga scadenza, che simboleggiano la crescente fiducia internazionale nella nostra economia.

Per di più, l’impero riceve adesso il knock-out dell’11,8% di crescita del nostro PIL, della conferma della strada intrapresa per trasformare la nostra economia in un’economia di servizi sulla base del capitale umano inesauribile creato dalla Rivoluzione (che sarà maggiore e meglio preparato negli anni futuri) e del nostro fermo proposito di attaccare i nostri errori e le nostre insufficienze per rendere ancora più socialista e portatore di giustizia il futuro stesso della Rivoluzione.

 

Tutti questi fallimenti provocano l’isteria del nostro avversario, sempre più debole internamente per così tante menzogne, abusi amministrativi e una guerra sempre più insostenibile di fronte alla sua opinione pubblica. A questo vanno aggiunti i continui errori commessi ovunque dalla sua arrogante politica estera.

 

A dimostrazione della sua frustrazione, la settimana scorsa la segretaria di Stato Condoleezza Rice ha parlato ai mass media su una riunione sulla famosa Commissione della Transizione per studiare misure addizionali contro Cuba. "... Adesso è tempo di cambiamento a Cuba", ha proclamato superba la signorina "Riso". Vedremo nuovamente a maggio le febbrili idee del circolo intimo dell’Imperatore, al quale resta poco di nuovo da decretare per tentare di asfissiarci, oltre alla guerra contro il nostro popolo.

 

Mentre pensano a cosa fare, a corto di idee, gli uccelli del malaugurio della fine della Rivoluzione stanno concentrando le proprie speranze su un tal McCarry, proconsole designato da Bush e un tal Parmly, capo della Sezione d’Interesse USA (SINA) e sergente di campo, presentati come "efficaci" emissari dell’impero.

 

Le agenzie di notizie e pubblicazioni come The Christian Science Monitor e The Economist hanno segnalato recentemente che "il coordinatore del Governo Usa per Cuba, Caleb McCarry, ha accelerato i piani affinché i cubani cambino il loro sistema politico ed economico".

 

The Christian Science Monitor ha sostenuto che il piano include gli alleati di Cuba e "il tentativo di sovvertire gli sforzi di Castro di trasferire il potere a suo fratello Raul".

Un affrettato Michael Parmly ha detto, stando al Sun Sentinel: "Non so quando avverrà il cambiamento. Solo so che si sta verificando" e ha minacciato: "Qualsiasi processo ben riuscito di transizione ha aspetti penali. È importante che le persone sappiano che si sta tenendo conto dei misfatti attuati da coloro che hanno commesso crimini imperdonabili".

 

Povero diavolo!

 

Stanno frettolosamente cercando nuovi finanziamenti per i loro mercenari (come quella che ha proclamato senza giri di parole "... se al Governo costa che gli yankees invadano Cuba, per me è lo stesso"), utilizzano la valigia diplomatica per introdurre radio, propaganda anticubana e paccottiglia perversa, parlano di milionarie cifre per la loro radio e tv controrivoluzionarie. Dissanguano il deficitario erario pubblico nordamericano nella loro rabbia anticubana, mentre da New Orleans qualcuno scrive disperato: "Per piacere, non ci dimenticate. Stiamo annegando".

 

L’irrazionalità e la stupidità arrivano al culmine di vietare, in virtù del Piano Bush, la partecipazione di Cuba nel classico Mondiale di Baseball programmato per il marzo del 2006. Una vergognosa posizione criticata già da un centinaio di congressisti nordamericani, da dirigenti sportivi di quel paese, da membri del COI, da personalità politiche e sportive di Porto Rico, il paese dove dovrebbe gareggiare Cuba nella fase di classificazione dell’evento, da dirigenti del baseball e da giocatori di Repubblica Dominicana, Venezuela, Panama, Spagna e di altre nazioni.

 

Alcune agenzie di notizie parlano già addirittura di un possibile boicottaggio al Classico delle Federazioni nazionali renitenti ad accettare l’imposizione e l’arroganza della Casa Bianca.

 

Tutto riesce male all’impero.

 

Mentre Condoleezza si scervella e il suo sergente di campo istruisce i suoi mercenari per un presunto "cambiamento", al di là dei finestroni della guardia di Parmly, un profondo e immenso cambiamento si sta verificando a Cuba per distribuire in modo più giusto la ricchezza, per creare più cultura e conoscenze nel popolo, per dare uguaglianza di opportunità a tutti i cittadini, per creare sistemi senza confronto nella produzione e nel risparmio di energia, per rendere più efficiente la nostra economia, per rinsaldare la nostra difesa, per rafforzare la nostra ideologia, per combattere senza sosta la corruzione e le illegalità, per offrire il nostro talento collettivo e la nostra solidarietà al mondo, per costruire la società più giusta, colta, partecipativa e libera che l’essere umano abbia potuto concepire. Ciò nonostante l’impero, i suoi lacché e i suoi spregevoli mercenari, sono incapaci di fermare la marcia inesorabile della storia che con le nostre forze stiamo costruendo.

 

Gli intensi e ricchi dibattiti della sessione dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare appena conclusi, ci mostrano la strada del pensiero e della vittoria.