Personalità statunitensi denunciano

 

la criminale dichiarazione di

 

Pat Robertson

 

28 agosto 2005

La Casa Bianca condivide l’idea di assassinare Chávez, ha affermato un congressista

 

Washington (PL). - Il congressista José Serrano ha denunciato che “settori del Governo statunitense” condividono l’idea del predicatore Pat Robertson, che ha chiamato ad assassinare il presidente del Venezuela Hugo Chávez, ha affermato il quotidiano EL Diario-La Prensa.

 

“Certamente penso che qui (a Washington) c’è un desiderio di disfarsi di Hugo Chávez in qualsiasi modo”, ha segnalato il legislatore democratico.

 

Robertson si è limitato a dire quello che molti in questo Governo vorrebbero vedere, ha sottolineato Serrano.

 

Alla Casa Bianca si pensa che il presidente venezuelano debba sparire in un modo o nell’altro e “non ho dubbi che il nostro Governo stia ancora tentando perlomeno di destabilizzarlo”, ha sottolineato.

 

Nel suo programma Club 700, trasmesso dalla catena CBN, Robertson ha segnalato che “se egli (Chávez) crede che stiamo tentando di assassinarlo, penso che noi certamente dobbiamo farlo davvero”.

 

Di fronte all’ondata di critiche ricevute nel paese e nel mondo, il Dipartimento di Stato ha preso le distanze dai commenti del pastore, segnalando che sono le opinioni di un privato cittadino.

 

L’evangelico, dirigente della Coalizione Cristiana, ha forti legami col presidente Bush, che ha sostenuto durante la sua campagna per la rielezione.

 

Per Serrano le parole del predicatore sono contrarie alla legge e pro-terroristiche.

 

“Secondo me, il grande problema della nostra politica è che Bush sta seguendo la linea” dell’estrema destra di origine cubana radicata in Florida, ha aggiunto.

 

Il congressista per New York ha sottolineato che Chávez è a favore dei poveri e gode di un sostegno “come non è stato visto in decenni nell’America Latina”.

 

La leader democratica nella Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, ha raccomandato a Bush di respingere le dichiarazioni del reverendo ultraconservatore.

 

Vari religiosi nordamericani come Rob Schenck, presidente del Consiglio Nazionale del Clero; Richard Cizik, dell’Associazione Nazionale dei Protestanti e Graylan Scott hanno criticato i commenti del religioso.

 

Influenti quotidiani come The Washington Post e The New York Times si sono uniti alla condanna generalizzata contro Robertson, ex candidato alla Casa Bianca.

 

Questo sabato il quotidiano La Opinión ha qualificato l’evangelista di “ipocrita” e “cinico”.

Il reverendo Jesse Jackson ha definito immorali ed inaccettabili le dichiarazioni di Pat Robertson

 

 

 

Caracas, 28 agosto – Domenica il reverendo statunitense Jesse Jackson ha qualificato di "ripugnante, immorale e illegale" la proposta del fondamentalista pastore protestante Pat Robertson, che la settimana scorsa ha incitato Washington ad assassinare il presidente venezuelano Hugo Chávez. Jackson è intervenuto di fronte all’Assemblea Nazionale venezuelana, ha reso noto l’agenzia AFP.

 

Facendo riferimento all’appello all’assassinio proposto da Robertson, Jackson ha detto che "è stata una dichiarazione ripugnante, immorale e illegale. Merita un’indagine da parte della nostra Commissione Federale delle Comunicazioni e del Dipartimento della Giustizia e una rapida ripulsa del nostro Presidente, cosa che finora non è avvenuta".

 

Jackson è stato invitato come oratore principale a una cerimonia nell’Assemblea Nazionale per commemorare i 42 anni della marcia su Washington, capeggiata dal pastore Martin Luther King per reclamare i diritti civili dei neri statunitensi.

 

Il reverendo nordamericano, che ha ricevuto un’ovazione in piedi dei partecipanti alla cerimonia, ha espresso il "suo sincero ringraziamento al presidente Hugo Chávez, democraticamente eletto leader del Venezuela, la cui visione di inclusione e impegno per migliorare le condizioni di vita dei poveri risponde all’imperativo morale del nostro tempo".

 

Dopo la sessione parlamentare di omaggio a King, il vicepresidente venezuelano José Vicente Rangel ha stimato che "non c’è nessuna ragione per l’ignominioso silenzio della Casa Bianca nei confronti delle dichiarazioni di Robertson".