Venezuela:

 

realtà contro paralogismi

 


Il giornalista Jorge Ramos nel suo articolo "Venezuela, come farla finita con Chávez con le buone" (La Prensa, 1/9/05, prospettiva, pag. 20-a), dice bene, la permanenza di Chávez nel potere è tema dei venezuelani e di nessun altro, perfetto, ma deve dire presidente Chávez, ma...; a continuato ascrivere, così mi vedo obbligato ad una replica, perché semplicemente è un articolo di caratteristici paralogismi.

Jorge Ramos ha cominciato segnalando come "patetiche ed ignoranti" le dichiarazioni del predicatore evangelista Pat Robertson, senza dire, senza possibilità di dubbio alcuno, le corrette definizioni, cioè improprie, inumane e terroristiche.

La cosa patetica dell'articolista è perché tanto interesse per il Venezuela e il suo governo? che cosa gli toglierà il sonno rispetto a come si arrangia il Venezuela? domande irrilevanti se non fosse perché dietro  si percepisce la già impertinente campagna orchestrata e le troppe distorsioni rispetto alla realtà venezuelana e alla sua singolarità, rispetto alla novità del Processo Rivoluzionario Bolivariano, coinvolgente, democratico, partecipativo, protagonista, integrazionista e solidale.

I cinque paralogismi branditi e le cinque realtà venezuelane:


Primo paralogismo:"da quando Chávez è giunto al potere é aumentato il numero di poveri."

Prima realtà:
Il giornalista omette o ignora le Missioni Sociali (Robinson I, II ed III, Sucre, Ribas, Barrio Adentro I, II ed III, Mercal e Miracolo, tra le altre) del Governo Bolivariano che stanno "seminando socialmente il denaro" del petrolio e che, sebbene manchi ancora tanto per saldare l'immenso debito sociale ereditato, con esse siamo riusciti:

- abbattere l'analfabetismo in praticamente tutto il territorio nazionale;
- incorporare agli studi primari, medi, tecnici ed universitari, centinaia di migliaia di cittadini e cittadine (da bambini e bambine fino ad anziani), anteriormente considerati marginali e pertanto, senza opportunità
- rispondere alle esigenze della salute nei quartieri umili, e con questo é aumentata sostanzialmente tanto la qualità come la speranza di vita, enfatizzando la medicina preventiva;
- garantire e facilitare oltre la metà della popolazione nell'acquisto di alimenti a prezzi solidali e senza inflazione, nella maggiore rete pubblica di fornitura alimentare dell'America Latina.

Secondo paralogismo:
"il governo di Chávez perse legittimità dopo la morte di 17 persone nell’aprile del 2002, e simpatizzanti 'chavistas' furono filmati sparando sulla moltitudine."


Seconda realtà:
Punto sufficientemente già chiarito, ma ricordiamo che quel funesto giorno i manifestanti oppositori furono ingannati ed utilizzati per fini perversi, con franchi tiratori e poliziotti metropolitani che sparavano indiscriminatamente. Bisogna domandarsi chi filmò e tergiversò l'informazione iniziale, ricordando che ore prima della marcia era già stata registrata dagli organizzatori, la notizia di vittime, dato curiosamente dimenticato dall'articolista, e che solo dopo si è conosciuta la realtà di quello che era successo, verificandosi che da edifici confinanti uscivano i sibili di morte e che i "simpatizzanti chavistas" non sparavano sulla gente oppositrici bensì alla denominata "balena" della Polizia Metropolitana.

Terzo paralogismo:
"Chávez non governa democraticamente."


Terza realtà
Il presidente Chávez, leader propulsore e sostenitore di un processo profondo di trasformazione politico-sociale-economico, costituzionale e pacifico protetto nella Costituzione Bolivariana del 1999, promossa in un Referendum di Approvazione del 15/12/99 dal sovrano popolo venezuelano, ha trionfato in tutte le elezioni nelle quali ha partecipato dal 1998 compreso il Referendum Revocatorio del 15/08/04, e ha conformato un governo di stabilità popolare di maggioranze, che cosa è più democratico di questo?

Quarto paralogismo:
"Il Venezuela non ha piena libertà di stampa"


Quarta realtà:
Non è esistito presidente alcuno più insultato, picchiato e vilipeso dai mezzi privati di comunicazione come il presidente Chávez. Tuttavia, non si sono chiusi mezzi di comunicazione, né ci sono comunicatori sociali arrestati, ma in ogni caso quell’articolista ha ragione, in Venezuela non c'è libertà di espressione, c'è libertinaggio.

L'articolista dimentica che l’11, 12 e 13 aprile 2002 (i giorni del fallito golpe ndr) furono chiusi effettivamente i mezzi di comunicazione dal governo di facto (Venezuelana di Televisione e Catia TV) e i mezzi di comunicazione privati tacquero sulla realtà esistente in quelle ore funeste, diffondendo solamente brevi pezzi comici e partite di grandi campionati di baseball, in un curioso e vergognoso esercizio di libertà di espressione, mentre il popolo era per le strade di tutto il paese reclamando i suoi diritti costituzionali.

Bisogna anche dire che ogni giorno fortunatamente con sempre meno successo, i partiti e i settori di opposizione contano sull’appoggio sostenuto dai grandi mezzi di comunicazione sociale privati del Venezuela - giornali, radio e televisioni - per propagare qualunque sproposito.
L'articolista riferisce che in Venezuela si è posto un modello politico anacronistico e fallito, per questo intuisco la sua ignoranza per quanto riguarda:

- la Costituzione Bolivariana del 1999;

- l’appello interno alla discussione ed ad inventare il "Socialismo del Secolo XXI" che si scorge innovativo, moderno e democratico, cioè, nuove forme di organizzazione politico-sociale in una democrazia partecipativa, di giustizia e solidarietà, cercando uguaglianza di condizioni di sviluppo per tutti i cittadini e le cittadine,

- la proposta venezuelana della Lettera Sociale delle Americhe, che si sta attualmente dibattendo nella sede dell'OSA,

- l'Alternativa Bolivariana per le Americhe.

Quinto paralogismo:
"Il Venezuela è controllato da una sola persona... con uno stile egocentrico."

Quinta realtà:
In Venezuela oltre al popolo sovrano che esercita un Controllo Sociale, ci sono governatori, sindaci, consiglieri comunali, consigli legislativi regionali e municipali, giunte parrocchiali, consigli di pianificazione locale, etc., che esercitano nelle loro aree di giurisdizione e c’è il Presidente Chávez che chiede ai dirigenti e ai leader regionali e locali che governino, che pianifichino e risolvano i problemi interni che, nella loro maggioranza, sono il prodotto risultante dal modello escludente applicato fino al 1998.

Per terminare, è sempre raccomandabile impegnarci in positivo ed in questo senso il Governo Bolivariano ha messo enfasi nella rifondazione della Repubblica e del suo sviluppo sociale in una società democratica, partecipativa e protagonista, multietnica e pluriculturale in uno Stato di giustizia che consolidi i valori di libertà, indipendenza, pace, solidarietà, bene comune, convivenza ed imperio della legge.

Negli affari internazionali si sono consolidate alleanze importanti in quanto allo sviluppo sociale ed economico coi nostri fratelli latinoamericani e caraibici, come con quelli dell’Unione Europea, Russia, Repubblica Popolare Cinese, India, Mondo Arabo, etc. e si ha propiziato la cooperazione Sud-Sud ed il necessario dialogo Sud-Nord, tutto ubbidendo ai cambiamenti paradigmatici, promuovendo solidarietà e rispetto mutuo tra popoli e governi, autodeterminazione e sovranità dei popoli.

Dire il contrario, significherà affermare un paralogismo in più.



 José Luis Perisse S., Ambasciatore del Venezuela in Panama/tradotto da Rebelion 24 settembre