Medici cubani si guadagnano

l'amore degli indonesiani

 

La Brigata Medica Cubana è da due mesi nell'Isola di Java aiutando ad

eliminare malattie e traumi causati dal terremoto

 

Java (Indonesia) 16 agosto 2006 - L.R.Barrios www.juventudrebelde.cu 



 

 

 

 

Albeggia tra vulcani e montagne. Gli uomini e le donne si dedicano alla coltivazione del riso. I bambini vanno a scuola, con la loro uniforme bianca e rossa, in fila, ai due lati della stretta strada. I mercati bandiscono nel più attraente silenzio la verdura fresca e frutti appena raccolti. La mattina avanza. Sguardi ed incontri completano il sogno.

Il pomeriggio sparisce senza sospettarlo, mentre i giovani accelerano il passo per non perdere la luce nei campi da calcio. Gli agricoltori sistemano gli strumenti di lavoro e la notte non offre altra alternativa della propria oscurità.

E chi poteva immaginare che un disastro naturale avrebbe alterato la routine di un posto che, apparentemente, aveva vissuto sempre la stessa storia. Fu all'alba, la terra tremò ed in un minuto si riempì di macerie…
 


DIFENSORI DI LA SALUTE E DELLA VITA
 


La Brigata Medica Cubana conta già più di due mesi di lavoro nell'Isola di Java. Ogni volta si intessono più storie e si parla dei ricordi che hanno lasciato i cooperanti nel cuore degli abitanti e di altri che vengono da lontano.

I pazienti più piccoli sono una preoccupazione costante e rapidamente sensibilizzano i nostri medici ed infermieri. L'infermiera Tomasa, per esempio, lo chiamano "mamma", identificano la sua voce e non riposano fino a quando non le acchiappano le braccia in una scena di tenerezza senza pari.

Pochi hanno potuto cancellare l'immagine della lattante con una dermatite, in fase molto avanzata, e di difficile prognosi. Tuttavia, la sua pelle é guarita, restituita la sua soavità, dopo una settimana, non offriva il minimo indizio di un'infezione.

Il pediatra Julio Sánchez racconta emozionato il felice termine di ogni trattamento. "I piccolini arrivano spaventati, piangono e dopo sorridono. Ricordo il bambino di nove anni con una doppia patologia: osteomielite e polmonite. Facemmo sparire quest'ultima con gli antibiotici e dopo si intervenne chirurgicamente".

Carlos Herrera de la Fe, specialista in ortopedia, riassume il suo caso più antico in Indonesia. "Ad Andri, un bambino vittima del terremoto e con una infezione nel bordo della ferita, bisognò togliere le piastre dell'anca con la quale era arrivato. Varie volte, sotto anestesia, fu operato. Dopo più di un mese di soggiorno, benché la sua prognosi fosse riservata, il suo recupero fu soddisfacente".

Psicoterapia di appoggio e vari incontri, furono la migliore ricetta che trovò la pediatra Tania Martínez per l'enuresi regressiva di un paziente di nove anni, conosciuta come emissione involontaria di orina, fondamentalmente durante il sonno. "Rimase molto traumatizzato a causa del terremoto e con questo comportamento esprimeva la sua insicurezza davanti all'ambiente. È già da due settimane ininterrotte che non orina nel letto e si sente più tranquillo".
 


VINCITORI DEL DOLORE
 


Anche gli anziani accorrono frequentemente. Resisterono meno agli urti del sisma, ciò nonostante, non smettono di trovare un altro impulso o un'altra ragione di esistenza, grazie all'attenzione dei medici cubani.

"Sono eccellenti, curano con pazienza e seguono, con attenzione, l'evoluzione di ogni malato". Così parlò con franchezza la famiglia di un anziano che, davanti all'imminenza di perderlo, volle condividere l'aggiustamento delle sue rovine che finì con l'ernia. Detto contadino, di quasi un secolo, fu operato con successo nell'Ospedale Cubano di Campagna Antonio Maceo.

Il chirurgo Alier Navarro, che lavora nell'Ernesto Guevara, racconta la gran soddisfazione che lo colse davanti al recupero di un paziente settantenne, anch'egli con un'ernia aggravata dal terremoto ma che già aveva un'evoluzione di cinque anni. "Dato il tempo trascorso risultava molto difficile far ritornare il contenuto alla cavità addominale, ma ci riuscimmo".

A questo uomo operato da una squadra di dotati chirurghi cubani, la casa crollò e, come conseguenza, fu spogliato di tutti i suoi beni. Ritornò alla visita di controllo  in compagnia della sua famiglia, e ringraziò i medici con la sua ricchezza: un sorriso e una cassa di frutta.