Java: Brigata medica cubana presta

 attenzione a 2700 casi in un giorno

 I cooperanti cubani hanno curato oltre 90000 pazienti. Si lavora perfino le domeniche assistendo alle famiglie in solidale estensione della medicina da campo.
 

 Isola di Giava 26 agosto 2006 -  Liurka Rodríguez Barrios www.juventudrebelde.cu



 

 

 

 

Nei villaggi del municipio di Klaten si vedono  ancora le macerie del terremoto, benché i suoi abitanti riescano, gradualmente, a costruire, un'altra volta, le loro case. La cosa certa è che quell'immagine tanto desolante dei primi giorni, in cui tutto non era più che macerie e distruzione continua, é già parte della storia.

Durante le giornate lavorative è costante l'andare e venire dal trasporto pesante, il passo veloce della ferrovia, la valanga di motociclette, la fretta dei passanti.... Le domeniche, tuttavia, normalmente sono tranquilli, benché per questi uomini e donne di campagna non abbia importanza l'ora se ci sono buone coltivazione di tabacco e taglio del riso.

Allora, è domenica. La Brigata Medica Cubana in Java Centrale ha ripartito le sue forze in piccoli gruppi, per percorrere fino all'ultimo angolo di uno dei suoi più popolosi municipi, Klaten. La ragione è quella di assistere alle famiglie in solidale estensione della medicina da campo.

Un gruppo, comandato dal medico generale integrale, Yazmín Rodríguez, si dirige verso Sidomullo, una cittadina situata ad oltre un'ora dall'ospedale cubano Ernesto Guevara. Compongono la squadra, anche, la dottoressa Arelis Dorta, l'infermiera strumentista Zoraida Pairol, gli specialisti in Chirurgia ed Ortopedia, rispettivamente, Eugenio Sánchez e Carlos Menejías.

La strada da percorrere non può essere più difficile, con cataste di pietre ammucchiate ai lati unita all'irregolarità del terreno. Tutto ostacola il trasporto. Nonostante per chi ha vissuto già l'esperienza pachistana, nelle salite e discese per le cime del Himalaya, come il dottore Menejías, quella di questa volta era una bicocca.

Durante il tragitto fino ad arrivare al posto scelto per la consultazione, non mancano le dimostrazioni di gratitudine. Era già corsa la voce che, quella mattina, i medici cubani erano presenti  e c'era chi si preoccupava di essere tra primi a salutarli.

In sito, i cooperanti cubani incominciarono il loro lavoro. L'ipertensione arteriosa é classificata come la malattia più frequente negli adulti della zona, così come le lesioni dermatologiche. Molti degli infanti trattati presentavano quadri respiratori acuti ed i giovani maschi esibivano ancora anomalie negli arti, come conseguenza della crudezza del terremoto e dello sforzo per perdere il meno possibile. Per tutti, ci fu un trattamento concorde alle loro patologie e la sicurezza di nuovi incontri per seguirne l'evoluzione.

La gran sorpresa l'ebbe l'infermiera Zoraida perché, ci assicurava, che, nella sua vita, mai aveva vaccinato, ella sola, in mezza giornata, così tante persone contro il tetano. Aiutava, così, a rompere uno dei tabù che proprio gli uomini giavanesi hanno voluto sfidare con la presenza cubana: lasciarsi immunizzare.

Concluso il lavoro domenicale, il citato gruppo di collaboratori della salute ritornò all'accampamento. Le espressioni di gratitudine ricevute erano un buon ringraziamento, da essere condivise col resto delle squadre che, come la sua, andarono incontro ai pazienti nelle loro case. In questa speciale domenica la Brigata Medica registrò un'assistenza record: 2700 casi in un giorno.