I medici cubani nelle pianure e

sulle montagne del Guatemala

 

       Avana 7 giugno 2006 - PL -  

 

 

 

 

Nelle montagne alte tremila metri come nelle fertili vallate del dipartimento guatemalteco di Alta Verapaz, i medici cubani lavorano instancabilmente per portare la salute alle comunità disperse in questa zona presenta una geografia tanto variata.

 

Questa regione, ubicata nel nord del Guatemala, si caratterizza per una topografia estremamente varia e soprattutto per una pioggerella perenne che dura diversi giorni, chiamata dagli abitanti chipi-chipi.

 

Da sette anni una brigata medica cubana transita per queste pianure e tra le catene montuose per andare nei luoghi più reconditi a curare gli abitanti, nella maggioranza persone molto povere che appartengono alle etnie Keqchí e Pokomchí.

 

La brigata lavora in tre regioni: Cobán, Fray Bartolomè del las Casas e La Tinta, ha spiegato a Prensa Latina il coordinatore, Fidel Alvarez.

 

Cobán che significa "tra le piogge" in lingua keqchí, è la sede principale del dipartimento, ubicata in una zona alta ed il suo clima è tropicale piovoso.

 

Fray Bartolomè del lasa Casas e La Tinta sono territori caldi situati agli estremi nord e sud del dipartimento, separati dalle montagne della Sierra Madre.

 

Sono 40 i medici cubani, in maggioranza specialisti in Medicina Generale Integrale che lavorano con 13 studenti guatemaltechi dell'ultimo anno di medicina, che compongono la brigata di Alta Verapaz.

 

In questo dipartimento, considerato uno di quelli con i maggiori indici di povertà, le malattie più comuni sono le polmoniti, le diarree acute, il parassitismo, la denutrizione, l’anemia e i problemi della pelle, come hanno affermato le dottoresse Belkis e Marleni.

 

"C'è molta povertà qui. Nella città non si vede molto, ma nelle zone rurali sì", ha dichiarato Marleni, che deve curare ogni giorno molte persone nelle comunità.

 

"Un altro dei problemi più gravi, ha spiegato il coordinatore della brigata, sono gli indici elevati di mortalità materna ed infantile. Dal 1998, quando i medici cubani arrivarono qui, questi indici sono diminuiti a meno della metà, ha precisato Alvarez. Anche se in queste valli e tra le montagne d’un verde quasi perenne si conosce poco di Cuba, il lavoro dei medici a beneficio del benessere della popolazione, la loro abnegazione e il loro sacrificio hanno conquistato l'affetto e la riconoscenza di migliaia di persone.

 

Alvarez ha ricordato ancora le parole d’addio d’un traduttore a La Tinta, che gli disse: "Dottore, io non conosco Cuba, ma se può di inviare medici dove non era mai arrivato un dottore guatemalteco, allora è il miglior paese del mondo".