I: sette anni di ingiusta prigionia

Amnesty International ha segnalato la sua “urgente preoccupazione” con gli USA sul

trattamento ai cinque eroi cubani condannati per aver combattuto il terrorismo*

 

 

 

    7 febbraio 2006 (PL)

 

A Cinque cubani prigionieri da sette anni negli Stati Uniti sotto varie accuse è stato negato un processo “giusto e imparziale”, stando alla lettera resa pubblica da Amnesty International questo mercoledì.

 

La lettera inviata dall’organizzazione internazionale dei diritti umani al Dipartimento di Stato USA è una forte condanna al trattamento che il Governo di quel paese riserva ai Cinque cubani e alle loro famiglie.

 

Amnesty accusa gli Stati Uniti di aver violato norme internazionali sui diritti umani negando ripetutamente la concessione dei visti ai parenti dei cubani prigionieri per fare loro visita.

 

“Il lungo periodo di costante rifiuto di permettere visite ai loro familiari, ha causato considerevoli pene aggiuntive a René Gonzalez e a Gerardo Hernandez rispetto alle condanne imposte... Questa misura non solo è un castigo superfluo, ma è anche contraria sia alle norme per un trattamento umano dei prigionieri che all’obbligo dei paesi di proteggere  la vita familiare”.

 

La lettera di Susan Lee, direttrice del Programma Regionale delle Americhe di Amnesty International, critica anche la giustizia e l’imparzialità del processo celebrato a Miami contro i Cinque cubani.

 

“In ogni caso, detto rifiuto delle visite familiari ai prigionieri condannati rappresenta un aumento significativo delle loro pene. Nel presente caso questo è ancor più preoccupante, dati i seri dubbi sulla giustizia e l’imparzialità con la quale sono state dettate le sentenze”.

 

Nell’agosto del 2005, la Corte d’Appello dell’11º Circuito ha revocato le sentenze  dei prigionieri e ha ordinato un nuovo processo. Questa decisione si è basata sul fatto che i pregiudizi perversi della comunità cubana e dei suoi agenti nel processo, insieme alla pubblicità e agli eventi attorno al processo, hanno creato una situazione che ha reso impossibile lo svolgimento di un processo giusto e imparziale.

 

Il direttore della Campagna di Solidarietà con Cuba, Rob Miller, ha detto: “Quando noi abbiamo portato Olga Salanueva, moglie di René Gonzalez, e sua figlia Ivette ad Amnesty International nel dicembre del 2005, era chiaro che il caso suscitava serie preoccupazioni per quanto riguarda i diritti umani e che metteva anche in discussione il Sistema Legale degli Stati Uniti e la sua indipendenza dal Dipartimento di Stato. Questi uomini sono detenuti da 7 anni, anche se le corti degli USA hanno determinato che il primo processo è stato ingiusto. Devono essere liberati immediatamente.”

 

Per altri informazioni, contattare Natasha Hickman campaigns@cuba-solidarity.org.uk  Tel. 0044 (0)20 763 6452 o Rob Miller mobile 07930 693 900.

 

1. I cinque cubani (noti come i “Miami Five”)  sono stati condannati a lunghe pene detentive negli USA, dopo essere stati dichiarati colpevoli di cospirazione per aver lavorato come agenti del governo cubano e di altre accuse.

 

2. I cinque sono Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González.

 

3. Nel maggio del 2005 il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie delle Nazioni Unite, facente parte della Commissione dei Diritti Umani dell’ONU e con sede a Genova, ha diffuso la sua opinione sul caso, secondo la quale i cubani  sono stati arbitrariamente privati della libertà non garantendo loro un processo imparziale in diversi aspetti chiave ed in violazione della legalità internazionale.

 

4. La Campagna di Solidarietà con Cuba è un’organizzazione volontaria che svolge una campagna contro il blocco degli Stati Uniti a Cuba e per il rispetto della sovranità cubana.

 

5. Altre informazioni sui “Miami Five” si possono ottenere visitando le seguenti pagine su Internet: www.cuba-solidarity.org.uk, www.freethefive.org

 

 

* Nota della Redazione: Amnesty International solitamente evita il più possibile di criticare il suo Governo, ma i casi di tortura e altri crimini contro i diritti umani sono vergognosi. Sono così scandalosi come le condanne all’ergastolo dei cinque cubani per aver combattuto il terrorismo operante da Miami e ignorarlo è perdere la credibilità, dopo che la stessa Corte d’Appello di Atlanta ha squalificato detto processo e i suoi difensori sono passati a un’ingiusta tattica dilatoria.