I giornalisti pagati dall’Amministrazione USA

hanno trasformato il processo ai in una farsa

 

 

13 settembre 2006 - J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 

 

 

 

I giornalisti di Miami pagati dal Governo degli Stati Uniti sono stati “l’elemento principale” nella campagna stampa che ha portato alla condanna come “spie” dei cinque cubani arrestati dal FBI mentre si stavano infiltrando gruppi terroristici cubano-americani, ha denunciato il presidente del parlamento cubano, Ricardo Alarcón, nella cerimonia di consegna del Premio Internazionale Benito Juárez

 

Nella cerimonia, presieduta dal vicepresidente cubano Raúl Castro e svoltasi nel Memoriale José Martí di Piazza della Rivoluzione, Alarcón ha ricordato che venerdì 8 settembre è stato reso noto che “una serie di sedicenti giornalisti di quella città sono agenti salariati del governo statunitense”.

 

“Per anni sono stati pagati dall’apparato di propaganda anticubana del governo USA, che maneggia ogni anno decine di milioni di dollari della giunta delle trasmissioni radiofoniche e televisive verso Cuba”, ha detto facendo riferimento a Radio e Tv Martí.

 

Ha spiegato che, una volta conosciuti i nomi dei giornalisti sul libro paga, è stato analizzato “tutto quanto pubblicato nei giorni del processo ai Cinque”.

 

“Per puro caso, sono stati proprio quelli che hanno ricevuto un mensile dal Governo USA a dedicarsi a contribuire alla promozione dell’isteria anticubana e a far pressione sui membri della giuria”, ha indicato.

 

“Quella dozzina di agenti del governo americano mascherati da giornalisti sono stati l’elemento principale nella campagna dei mass-media locali per trasformare in una grossolana farsa tutto questo processo giudiziario”, ha aggiunto.

 

La stessa giudice Joan Lenard, che ha condannato i Cinque, “in più di un’opportunità” si è lamentata di “quella valanga di commenti, di analisi che hanno inondato tutti i mass-media di Miami”.

 

“Adesso si sa che questa valanga era organizzata dal governo USA”, ha commentato il dirigente cubano.

 

Alarcón ha commentato che questo lunedì 11 settembre il magistrato federale statunitense Norbert Garney ha raccomandato di scarcerare il terrorista internazionale Luis Posada Carriles da un centro di detenzione migratorio nel Texas.

 

“Non avrebbero potuto scegliere altro giorno!”, ha detto Alarcón mostrando una copia del testo della decisione.

 

Nella sua decisione il magistrato afferma che sette paesi contattati allo scopo dagli Stati Uniti si sono rifiutati di accogliere Posada Carriles. Garney ha rivelato che il governo nordamericano non ha argomentato il fatto che Posada Carriles è un terrorista.

 

“Il Pubblico Ministero non ha MAI certificato che questo signore fosse un terrorista o rappresentante un pericolo per i suoi precedenti”, ha sottolineato Alarcón.

 

“Lo hanno semplicemente identificato come un immigrante illegale, cosa che costituisce un insulto a milioni di lavoratori umili che tentano di emigrare e che  vengono catturati ed espulsi senza indugi lungo la frontiera”.

 

Posada Carriles, detenuto nella località texana di El Paso dal maggio del 2005 per essere entrato illegalmente negli Stati Uniti, è stato accusato dal Venezuela di aver attentato contro un aereo cubano nel 1976, provocando 73 morti.

 

Alarcón ha detto: “A pochi metri dal suo comodo alloggio, vengono espulsi ogni giorno migliaia di messicani e centroamericani, senza possibilità di rivolgersi ai tribunali, senza avvocati, senza che la stampa li difenda.”

 

“E’ un insulto alle migliaia di loro che non ritornano, perchè perdono la vita nel deserto o perchè vengono assassinati dai cosiddetti cacciatori d’immigranti!”

 

Il presidente del Parlamento ha ricordato che l’articolo 7 dell’Accordo di Montreal sul terrorismo e l’aviazione civile del 1971 è stato violato in modo flagrante.

 

“L’articolo 7 sembra scritto apposta per Bush e per Posada”, ha ironizzato spiegando che “quando in un paese si trova qualcuno, che in un altro stato sia accusato di attività contro l’aviazione civile”, questo paese lo deve estradare o, “senza eccezione di nessun tipo, lo deve processare”.

 

“Dove dicono qui che si potrà provare a convincere il governo di El Salvador di nascondere l’accusato?”, ha chiesto.

 

“È da un anno e mezzo che il signor Posada Carriles è negli USA e gli USA non hanno fatto nemmeno un passo per rispondere alla richiesta d’estradizione del governo del Venezuela, nè per accusarlo come persona che veniva processata per un delitto contro l’aviazione civile”.

 

Alarcón ha commentato che l’11 settembre è stato scelto per annunciare che la Procura Generale nordamericana aveva negoziato un’accusa ridotta con i terroristi Santiago Álvarez e Osvaldo Mitat a Fort Lauderdale.

 

Il parlamentare ha citato il 15º paragrafo di un documento sulla “strategia nazionale” contro il terrorismo, pubblicato giorni fa nel sito web della Casa Bianca, dove si afferma: “Ogni Stato che riceva o dia protezione a un terrorista è altrettanto colpevole del terrorista stesso e deve rendere conto per questo”.

 

“Su questo siamo d’accordo. Sì, è vero. I Bush sono altrettanto colpevoli di Posada!”, ha esclamato.

 

La consegna del Premio Internazionale   Benito Juárez è avvenuta ad otto anni precisi dall’arresto dei Cinque e segna l’inizio di una giornata mondiale per la loro liberazione.