"Questa è una lotta per la

 

vita, la verità e la giustizia"

 

Afferma in un dialogo con Granma, Graciela Ramírez Cruz, coordinatrice del Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque, a proposito della Giornata Mondiale della Solidarietà per la

scarcerazione degli antiterroristi cubani

 

 

25 settembre 2006 - D.F.Mexidor www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 

 

Graciela Ramírez Cruz è una donna di una sensibilità squisita e di tanti valori umani che la fanno meritevole dell'affetto ed il rispetto di quanti la conoscono.

Non lascia mai progetti incompiuti e, quando decide di partecipare ad uno, arriva fino alla fine "benché in ciò ci vada la vita" confessa.

È come le formiche nella loro eterna laboriosità. Con una bella storia personale, segnata da lotte, perdita di cari e dolori, ma in cui non ha mai abbandonato l'ottimismo né il sorriso.

Figlia della terra del Che e di Antonio Machado è la coordinatrice del Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque, creato a L'Avana nel maggio del 2002, e che raggruppa professionisti stranieri, di diverse nazionalità residenti nell'Isola, interessati a diffondere la verità su questo umiliante processo giudiziale contro cinque uomini che sono "un simbolo di luce", afferma nel suo dialogo con Granma. Durante il dialogo ha abbozzato alcune particolarità della Giornata Mondiale di Solidarietà coi Cinque, iniziata il passato 12 settembre e che finirà il 6 ottobre prossimo.

"La principale particolarità di questa giornata — dice —
è essere riuscita a trasformare l'indignazione in lotta. È una chiamata ad unirci, a non stancarci mai", ed  osserva che "questo è un anno speciale: otto anni di ingiusta prigione per i Cinque, 30 anni dall'assassinio di Letelier, 30 anni dell'orribile crimine delle Barbados".

"È tanta l'indignazione accumulata davanti all'impunità ed al cinismo del governo statunitense che la risposta data, dal Kazajstán all'Argentina, non ha potuto essere altra che quella che si sta portando a termine. Da mobilitazioni a presidi alle ambasciate nordamericane, ad una molteplicità di eventi in tutto il mondo che richiamano l'attenzione dei principali lottatori ed intellettuali di ogni latitudine".

Come confessa, il Comitato che coordina non riesce ad informare di tutte le azioni che in America Latina, Europa, Asia, Africa, Caraibi ed USA si stanno realizzando per questa causa e contemporaneamente assicura che "spaventa sapere che un magistrato statunitense ha sollecitato la libertà del Bin Laden dei nostri popoli: Luis Posada Carriles, alludendo che il governo non gli ha imputato altro reato che essere entrato da illegale in questo territorio e che sette paesi gli negano l'estradizione".

Ha commentato che il presidente del Parlamento di Cuba, Ricardo Alarcón, affermò recentemente "che questa giornata mondiale contro il terrorismo e per la libertà dei Cinque, è una lotta per la vita, la verità e la giustizia. Considero che lottare per questi valori c'unisce tutti, in tutte le lingue ed a tutte le latitudini, c'é uno stato di mobilitazione e fratellanza poche volte visto prima, è bello condividere le esperienze di ciò che si sta facendo in tutto il mondo.

"Quando penso ai giovani di una scuola del Kazajstán che parlano dei Cinque, o ad un libro di Tony tradotto in ucraino, quando vediamo la disponibilità di grandi intellettuali come Chomsky, Parenti o Blum nell'affrontare e spiegare il tema, accompagnando il giro di Salim Lamrani, quando vediamo che lo stesso Lamrani è capace di attraversare l'Atlantico per arrivare dalla sua natale Parigi agli Stati Uniti a presentare un libro che parla del terrorismo, che da lì si esercita contro Cuba, ed il caso dei Cinque, o sappiamo degli sforzi di un comunicatore nel sud dell'Argentina per trasmettere un Tribunale di Pensiero, non può sentirsi che allegria per questa lotta di tutti.

"Quella stessa allegria che sente Gerardo, nella prigione di Victorville, per gli sposi che vendono fiori per raccogliere fondi per questa causa.

"La giornata si prolungherà molto oltre il 6 ottobre. Credo che ci sarà un prima ed un dopo essa. Giustamente perché è una lotta per la vita e la libertà, per il diritto dei nostri popoli a vivere in pace.

"Questa è la particolarità essenziale. Essere giuni alla comprensione che solo con questa battaglia tenace e moltiplicatrice di tutti, espressa nelle forme più dissimile e creative, otterremo la cessazione dell'impunità, la prigione per gli assassini e la libertà dei nostri Cinque fratelli prigionieri".