Gli USA costruiscono una cintura

 

di sicurezza in America Latina

 

 

6.3.06 - PL -

 

 

Gli USA si preoccupano più per la loro sicurezza in America Latina che per lo sviluppo della regione. È il principio di patio posteriore. Dalla Rivoluzione Cubana, le considerazioni strategiche tanto militari come economiche hanno aumentato, e passo a passo si trasformano in piani, norme e cifre.

Dentro una politica di annessionismo commerciale che ingloba i trattati di libero commercio (TLCAN, TLC, ALCA), si profilano controlli militari crescenti in aree specifiche della regione.

Il Plan Puebla Panamá nacque dall'iniziativa di grandi imprese multinazionali (Nestlé, Shell, Protexa, Minsa, Maseca, Serfin), col proposito di integrare il sud del Messico ed America Centrale all'economia degli USA mediante investimenti privati in infrastrutture stradali, energia elettrica, petrolio, telecomunicazioni, turismo e sviluppo forestale.

Il piano copre dallo Stato di Puebla fino alla Repubblica di Panama e fu lanciato in una relazione finanziata per la Banca mondiale col titolo -plagiato dal poeta Benedetti-: “Anche Il sud esiste”.

I presidenti dei paesi implicati si riunirono con Bush a Monterrey ed accordarono i principi generali ed alcune caparre di 4.000 milioni di dollari apportati per il BID. Bisogna ricordare che l’85% della popolazione esclusa del Messico ed il 75% degli indigeni messicani vivono nel sud del paese.

Il piano sarebbe di semplice crescita economica se non fosse per il progetto di “ordinamento territoriale” che si propone di “creare una rete di centri di integrazione rurale” per concentrare su essi la popolazione. L'argomento: aumentare la copertura di servizi pubblici, privilegiare il rendimento degli investimenti e garantire la sicurezza locale.

Il componente ricorda la dottrina dei Villaggi Strategici usati dagli USA in Vietnam: concentrare la popolazione per controllarla. Bisogna ricordare che negli stati Chiapas, Guerrero ed Oaxaca ci sono gruppi armati insorti e che l’America Centrale non tutta è guarita. Aggiuntivamente, la concentrazione di popolazione faciliterà lo smantellamento delle tradizionali “aree collettive”, unica conquista sostantiva della Rivoluzione Messicana che mette intoppi alla libertà di investimenti privati e stranieri.

Il presidente Uribe ha dichiarato varie volte che il Plan Puebla Panamá deve avere un'altra P, Putumayo. Cioè, pareggiare col Piano Colombia. Col permesso di poeti ed economisti che non poterono essere né una né l’altra cosa, tale piano, oltre la tiritera formale e di funzioni minori, ha un obiettivo centrale: appoggiare la presenza degli USA in un'area geostrategica determinante, la regione andino-amazzonica.

Le coltivazioni di coca e la guerra in Colombia sembrano essere i cavalli di Troia per mettersi per primo nelle frontiere, e dopo, senza i conflitti che questi interventi creano, andare più dentro. Ecuador, Venezuela e Panama, lo temono. Brasile, lo sa.

La sicurezza è requisito di investimenti stranieri ed alto rendimento in un mondo tanto competitivo. E con la Cina crescendo. I TLC dell'USA con Perù, Ecuador e Colombia, complementari a quello firmato con Cile ed America Centrale, faranno effettiva l'annessione commerciale dei nostri paesi al vicino.

Più ancora, lo sfruttamento delle risorse naturali, idrocarburi, ferro, nichel, oro, stagno, legno e, soprattutto, acqua, ha bisogno di sicurezza armata. Il Piano Colombia è il germe di progetti militari più ambiziosi.

La terza fibbia di questa rigida cintura sono gli accordi militari degli USA col Paraguay, un paese anche piegato. Il fondamento degli accordi è la presenza permanente di truppe degli USA nella base Ammiraglio Estigarribia, situata nel cuore dell'acquifero Guaranì che fa da frontiera tra Paraguay, Argentina e Brasile, ma che sta a tiro di cannone dal Cile, Perù e Bolivia.

In settembre dell'anno scorso sbarcarono in Assuncion diretti alle basi americane 500 militari del Comando Meridionale che godono di impunità totale per realizzare i loro operativi. Le risorse naturali dell'acquifero e zone confinanti sono enormi.

Il fiume Paraná alimenta le dighe di sbarramento di Itaipú - la più grande del mondo - e di Yacyretá - che genera all'Argentina 25.000 MW all'anno. L'acquifero Guaranì ha un giacimento sotterraneo di acqua dolce di due milioni di ettari che potrebbe soddisfare una domanda di 360 milioni di abitanti.

Oltre all'acqua dolce, ci sono il petrolio di Moscon, il gas di Tarija, il rame, oro e tungsteno della cordigliera cileno-argentina. Richard Barnett, stratega del Comando Meridionale, considera questa zona insostituibile per sviluppare una politica di “sicurezza sostenuta” nella triple frontiera.

Vista dall'angolo geostrategico, non c'è dubbio che la presenza militare crescente degli USA in America Latina è l'altra faccia dei trattati di libero commercio ed un avamposto di protezione contro i venti di sinistra che corrono nel continente.

 


 Alfredo Molano Bravo-preso da Indymedia Colombia