Forum Sociale Mondiale, si chiude

in Mali, si comincia in Venezuela 

24.1.06

 

Si chiude a Bamako, in Mali, il sesto Forum sociale mondiale (Fsm) con un programma «puramente di festa», senza l'adozione di una dichiarazione finale. La cerimonia finale alle 15 locali (16 in Italia) nello stadio Modibo Keita di Bamako, ma «non ci sarà alcuna dichiarazione, né risoluzione finale, non ci sarà una chiusura del Forum sociale», ha dichiarato uno degli organizzatori, Mamadou Goita.

Tuttavia, la conclusione del Forum è segnata dalla polemica, dopo che la polizia ha vietato domenica 22 la marcia di protesta verso l'ambasciata francese, organizzata dalla rete No-Vox, che raccoglie diversi movimenti sociali, «per esigere il ritorno» in Francia di tutti i clandestini espulsi e «la sospensione immediata del blocco della selezione dei visti».

La polizia è intervenuta a metà strada, bloccando circa 2.000 partecipanti, sostenendo che la protesta non era stata autorizzata. Una delegazione di No-Vox sarà ricevuta oggi nella sede diplomatica per consegnare una dichiarazione contenente le loro rivendicazioni, stando a quanto precisato da un diplomatico francese. Il documento sarà quindi trasmesso a Parigi.

Il Forum sociale mondiale, cominciato lo scorso 19 gennaio, si tiene ogni anno a partire dal 2001 in risposta al Forum economico mondiale di Davos e per la prima volta si è svolto quest'anno in Africa. Numerosi i temi affrontati nei vari work-shop e seminari: giovani, donne, lotta per l’acqua, democrazia, partecipazione dal basso, guerra e pace.

Ma anche protezione delle biodiversità davanti alle politiche aggressive delle multinazionali che tendono a fare delle coltivazioni delocalizzate, interi appezzamenti di monocolture.

Ridare fiato all'economia locale e salvare la biodiversità attraverso la ristrutturazione dell'antico mercato della capitale del Mali, Bamako. Si tratta di uno degli ultimi argomenti trattati dal Forum. Ed è quanto si propone di fare la Fondazione Slow Food per la Biodiversità. Obiettivo principale di Slow Food in Mali è quello di salvaguardare le coltivazioni locali «come gli ortaggi tradizionali e una particolare varietà di cipolle prodotta in una regione del Paese - spiega il vicepresidente di Slow Food Roberto Burdese - o cereali come il sorgo e lo stesso mais».

La principale coltivazione del Mali, oggi, è il cotone, «ma è anche uno dei principali problemi del Paese afferma Burdese - fin dagli anni Ottanta, la Banca Mondiale ha finanziato il Paese affinchè piantasse appezzamenti di cotone, quasi a farlo diventare una monocoltura, causando la scomparse della colture tradizionali».

L'impatto economico che deriverebbe dalla ristrutturazione del mercato di Missira sarebbe immediatamente percepibile per i produttori che «potrebbero vedere le loro merci ad un prezzo più corretto di quello che gli viene pagato al mercato all'ingrosso e significherebbe garantire a chi va ad acquistare in questo mercato di avere prodotti più freschi, perchè hanno fatto pochi chilometri e più sani perchè biologici».

Saranno, invece, molti i chilometri che dovranno percorrere i partecipanti alla prossima tappa del Forum Sociale. Che dal Mali si sposterà in Venezuela.Il Forum Sociale Mondiale, quest’anno, infatti, si svolge in quattro sedi diverse nel mondo, dopo Bamako, prossima tappa Caracas in Venezuela (24-29, in concomitanza con gli incontri di Davos), a marzo appuntamento a Karachi (Pakistan) e per maggio è previsto l'appuntamento di Atene (Grecia).


da www.unita.it