È iniziata l’analisi dell’agenda

 

del Summit del MERCOSUR


I ministri degli Esteri, dell’Economia e delle Banche centrali stanno discutendo

 i temi all’ordine del giorno prima dell’appuntamento dei presidenti.

Giovedì e venerdì si riunirà il Summit a livello di Capi di Stato.

 | N. Diaz, Cordoba (Argentina) 18 luglio 2006 |

 

 

I coordinatori nazionali, i tecnici ed altri esperti dei cinque paesi membri del Mercato Comune del Sud (MERCOSUR), si riuniscono oggi (mercoledì) per approntare l’agenda della XXX riunione del Consiglio del Mercato Comune e dell’appuntamento dei Capi di Stato e di Governo che si effettueranno giovedì e venerdì nei locali del Complesso Fieristico, dove si stanno apportando gli ultimi ritocchi prima di quest’importante incontro.

 

Martedì i dibattiti sono iniziati a livello di alti funzionari dei cinque paesi membri (Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Venezuela) e sono stati presieduti dal segretario al Commercio Internazionale del paese anfitrione, Alfredo Chiaradia, nella sua veste di coordinatore nazionale.

 

L’agenda contempla l’analisi e la discussione di temi all’ordine del giorno del blocco d’integrazione regionale, come il Codice Doganale del MERCOSUR, l’Accordo sulle Località Frontaliere Vincolate, la modifica della nomenclatura comune del Sud e la designazione dei membri del Tribunale Amministrativo del Lavoro, ecc.

 

Giovedì i ministri degli Esteri, assieme ai titolari dell’Economia e delle Banche centrali, si aggiungeranno alle discussioni delle tematiche affrontate oggi dal MERCOSUR, riguardanti l’istituzionalità al livello superiore del blocco ed il monitoraggio delle politiche sociali, ragion d’essere di questo nuovo impegno che si apre per lasciare indietro la priorizzazione assoluta del commercio e del mercato nelle relazioni comuni della regione.

 

 

LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI E SINDACALI

APPOGGIANO L’INTEGRAZIONE SUDAMERICANA

 

 

Nel tardo pomeriggio di questo 17 luglio il viale General Paz, della città argentina di Córdoba, è rimasto interrotto tra Santa Rosa e Colón dal ballo premonitore dei popoli indigeni del Nord di Potosí, che nell’era precolombiana offrivano a Pachamama (la Madre Terra) le loro arti rituali per propiziare un buon raccolto.

 

Decine di organizzazioni e movimenti sociali e sindacali di tutto il continente sono arrivati con la stessa decisione ad offrire il loro sostegno, apporto e partecipazione alla causa superiore dell’integrazione regionale, convinti che questi sforzi che si stanno facendo strada dovranno costruirsi su basi sovrane, di giustizia sociale ed inclusione di tutti, perchè solo così si romperà per sempre il nodo gordiano dell’oppressione e dell’emarginazione dei nostri popoli.

 

L’auditorium della Radio Nazionale è stato lo scenario che ha visto l’inaugurazione del "Summit dei Popoli per l’articolazione di alternative popolari in America in difesa dell’acqua, della terra e dell’ambiente" che, a differenza di quello effettuato a Mar del Plata contro l’ALCA (patrocinata dal Summit delle Americhe), farà da accompagnamento ai capi di Stato membri del MERCOSUR impegnati, non senza difficoltà ed incomprensioni, a portare avanti il detto progetto comune nel trentesimo appuntamento di questo blocco che, al più alto livello, si svolgerà il 20 e 21 di questo mese ed al quale sono stati invitati altri presidenti di paesi della regione.

 

In questo senso Juan González, segretario all’Integrazione Regionale della Centrale dei Lavoratori Argentini (CTA), ha spiegato ai giornalisti cubani che coprono l’evento che nella situazione attuale il processo d’integrazione regionale è irrimandabile, anche se non è esente da pericoli per l’esistenza di conflitti interni, come quello che oggi oppone Argentina ed Uruguay sul tema della costruzione delle cartiere in quest’ultimo Stato perchè a scapito dell’ambiente e, in ultima istanza, perchè il tema è associato ad un modello di sfruttamento forestale a favore delle transnazionali forestali.

 

Ha anche segnalato la presenza di truppe nordamericane sul suolo paraguayano, specialmente nella tripla frontiera, che punta strategicamente al controllo da parte di Washington del bacino idrografico guaraní, la riserva d’acqua dolce più grande del pianeta. Infine, per citare un altro dei conflitti interni al MERCOSUR, appaiono le reazioni di interessi brasiliani e cileni come risposta alla giusta nazionalizzazione degli idrocarburi in Bolivia.

 

Il Summit dei Popoli, che si è riunito per due giorni nei locali dell’Università di Córdoba, ha affrontato in seminari, forum e conferenze, temi relativi alla difesa dell’acqua, della terra e dell’ecosistema; i problemi del debito con l’estero, la militarizzazione, i trattati di Libero Commercio come cunei contro l’integrazione, la distribuzione delle ricchezze ed il controllo delle risorse naturali, ecc., le cui conclusioni sono state consegnate ai presidenti come apporto alla lotta per l’integrazione latinoamericana.

 

Luis Bazán, della Commissione Popolare per il Recupero dell’Acqua, ha avvertito di fronte al pubblico che "la frammentazione, il settarismo e la divisione servono soltanto al nemico comune contro i nostri popoli e la ripetizione di questi errori sarebbe imperdonabile".

 

L’unità renderà possibile la sconfitta di coloro che adesso appaiono invincibili, ha aggiunto.

 

Le vie di Córdoba, i suoi viali, la strada che conduce all’aerea fieristica, all’Università e la stampa tutta hanno fatto da eco alla presenza di questi crociati per la vita che risorgono proprio quando il mondo credeva che tutto fosse finito, che la morte sarebbe stata l’unica possibilità per gli emarginati del mondo.

 

Oggi sono qui dando battaglia e appoggiando ineditamente la volontà politica delle istituzioni degli Stati rappresentati da uomini che, con maggiore o minore fermezza, rappresentano l’avanguardia di un processo del quale l’America Latina è gravida, in attesa dei primi vagiti.

 

 

IL SUMMIT DEL MERCOSUR

 

 

Si è già concluso il 30º Summit dei Capi di Stato del MERCOSUR dove l’anfitrione Néstor Kirchner ha passato la segreteria pro tempore al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. I due presidenti erano accompagnati dai loro omologhi dell’Uruguay, Tabaré Vázquez; del Paraguay, Nicanor Duarte e del Venezuela, Hugo Chávez, così come dalla presidentessa del Cile (paese associato) Michelle Bachelet. Era presente anche Evo Morales, primo presidente indigeno della regione.

 

Durante l’incontro è stata analizzata la creazione di un consiglio regionale in materia di politiche sociali; la situazione dell’impiego, dell’esclusione sociale e della povertà, la firma di accordi complementari con Cuba ed un accordo quadro con il Pakistan per la futura implementazione di un trattato commerciale sulla base dei principi di equità attualmente vigenti nel blocco.

 

L’annuncio che il presidente Kirchner ha condonato parte del debito del Paraguay, contratto per la diga di Yacicretá e di un ampio accordo energetico tra le due nazioni, così come la decisione resa pubblica dalla presidentessa Michelle Bachelet di non lasciarsi imporre dalla destra cilena un’agenda di politica estera che vada in direzione opposta agli sforzi d’integrazione, sono stati accolti come eccellenti segnali di augurio che la strada intrapresa è quella corretta.

 

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