28 novembre 2006 -  www.resistenze.org

 

Brasilia propone una

NATO sudamericana

 

Scudo antimperialista

 

 

L’obiettivo della forza sarebbe quello di difendere le risorse naturali, di evitare l’intervento straniero diretto e di garantire la distensione tra i paesi del subcontinente. Si tratta di uno scudo dissuasivo nei confronti di velleità interventiste.

 

“Le guerre del futuro saranno per l’accesso all’acqua”. Questa frase è ripetuta continuamente da tutti gli specialisti, ma non per questo diminuisce il grado di possibilità di tali guerre. Le risorse naturali e l’acqua dolce sono tornate ad essere motivo di invasione, per quanto giustificata da questioni “umanitarie e democratiche” (…). In tale contesto si inserisce un’informazione di rilievo, in quanto evidenzia una presa di posizione fondamentale per la sorte dell’America del Sud. Il Nucleo di Affari Strategici (NAE), che assiste il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, sta elaborando una proposta per la creazione di una forza militare unica per il Sud America, sul tipo dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), secondo quanto è stato annunciato dal coordinatore dell’organismo, colonnello Oswaldo Oliva Neto.

 

“Il progetto dovrà essere pronto nel 2007, per essere presentato ai governi dei paesi vicini”, ha rilevato il militare, secondo quanto riferisce l’agenzia di notizie Brazil. Secondo Oliva Neto, “questa integrazione potrebbe, all’occasione, impedire un’avventura militare o le pressioni di qualche paese sulla regione o su una nazione sudamericana”.

 

Gli obiettivi di questa NATO sarebbero tre. In primo luogo, difendere – nel senso stretto del termine – le vaste risorse naturali di cui dispone la zona. In secondo luogo, dissuadere qualsiasi tentativo esterno di intervenire in forma diretta nel Cono Sud. E in terzo luogo, distendere le relazioni tra le nazioni della nostra regione.

 

“Il programma seguirà il modello dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, che fu creata nell’epoca della guerra fredda dagli Stati Uniti e dai paesi dell’Occidente europeo”, ha affermato il militare, che ha anche precisato che “si tratta di integrare i paesi vicini nella difesa delle loro ricchezze naturali”. Il coordinatore del NAE ha voluto sottolineare che il continente possiede “una quantità rispettabile di petrolio, la maggior riserva di acqua del pianeta e una ricca biodiversità”.

 

Il progetto è stato reso noto nel seminario “Brasile-Unione Europea: strategie e politiche di lungo periodo”, che è terminato martedì scorso a Brasilia. Tra le 50 azioni che dovrebbero essere sviluppate dal Governo brasiliano entro il 2022, il piano di integrazione militare dell’America del Sud rappresenta parte del tema “Sistema di Difesa Nazionale”, ha spiegato Oliva Neto. Questa iniziativa è uno dei cinquanta temi che il NAE considera strategici allo scopo di trasformare il Brasile in una nazione sviluppata in 15 anni.

 

Il militare ha segnalato che, quando i problemi della mancanza di energia, acqua e materie prime si acutizzano, e “fuori dall’America Latina cominciano a manifestarsi tensioni, (altri paesi) potrebbero puntare i loro occhi sulla nostra regione”. Ed ha aggiunto che “esiste una tendenza al rischio di un tentativo di pressione internazionale sull’America del Sud, di carattere militare, nel medio periodo”.

 

Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, aveva già proposto un’iniziativa simile nel luglio scorso, ma limitata ai cinque membri del Mercato Comune del Sud (Mercosur), composto da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela. Allora il presidente bolivariano aveva parlato di forze armate comuni, integrate, diverse da quelle proposte dal Brasile.

 

Il colonnello brasiliano ritiene che, se questo patto militare fosse realizzato, i paesi della regione potrebbero ridurre le loro spese per la difesa, pur disponendo di maggior forza rispetto a quella posseduta agendo isolatamente. Inoltre, egli ha rilevato che sorgerebbe un mercato di vendita di materiale bellico nella regione.

 

Che si tratti o meno di una coincidenza, questa notizia viene resa nota nel momento in cui gli Stati Uniti pretendono di riproporre la Dottrina per la Sicurezza Nazionale, il cui principale obiettivo è quello di intimidire i paesi che Washington considera “discoli”. La NATO sudamericana si trasformerebbe così in una specie di scudo antimperialista.

 

Ci si attende che entro poco tempo si possa disporre di maggiori dettagli in merito all’iniziativa. La possibilità di far sapere al mondo (alla Casa Bianca in realtà) che la regione sta cercando proprie soluzioni ai propri problemi è una notizia di buon auspicio. Dovremo solo aspettare lo sviluppo degli avvenimenti.