16 maggio 2006

 

Le truppe del Pentagono sono

 

alla frontiera con il Messico
 

 

Il Pentagono ha ricordato che ha già disposto le sue truppe alla frontiera con il Messico dato che la Camera dei Rappresentanti ha approvato l’autorizzazione di spiegamento delle Forze Armate nella zona in questione, per lottare, ha detto, contro il traffico di droga e di persone.

 

"Abbiamo già la Guardia Nazionale alla frontiera, che lavora con i governatori degli Stati", ha dichiarato Jeff Gordon, portavoce del Pentagono.

 

"In Arizona la Guardia Nazionale lavora per la governatrice Janet Napoletano e non per il governo federale", ha aggiunto, riportato da AFP.

 

EFE ha scritto che le istituzioni locali hanno espresso una forte preoccupazione perchè il Messico sta restando senza popolazione nella zona al nord della frontiera con gli Stati Uniti, perchè tutti superano la frontiera per andare a lavorare nel paese vicino.

 

Il fenomeno è così forte che lo Stato di Nuevo León ha deciso di "fondere" alcuni dei seggi elettorali dei suoi municipi per le prossime elezioni del 2 luglio, perchè parecchi cittadini che li dovevano integrare se ne sono andati, emigrando.
 

 

 

Soldati ai confini USA

 



| Mercoledì 17 Maggio 2006 | Cristiano Tinazzi |
 

 

Il governo messicano ha espresso preoccupazione per la decisione del presidente degli Stati Uniti George W. Bush di inviare al confine tra i due Paesi 6.000 elementi della Guardia nazionale al fine di contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. “Sebbene il governo del Messico abbia ricevuto assicurazioni sul fatto che le misure annunciate non implicano la militarizzazione della frontiera, dobbiamo segnalare la nostra preoccupazione per il fatto che queste azioni non sono accompagnate da sviluppi sufficienti nel processo legislativo in corso” si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri di Città del Messico, in cui si pone l’accento sulla scelta unilaterale dell’esecutivo di Washington e sulla mancanza di un voto del Congresso nordamericano che autorizzi una simile decisione. Ringraziando Bush per avere riconosciuto nel suo discorso televisivo l’importanza degli immigrati messicani per lo sviluppo dell’economia statunitense, il governo del Messico ha però ribadito la necessità di una riforma integrale delle leggi e dei rapporti bilaterali in materia migratoria, “così da modernizzare gli schemi esistenti di lavoro temporaneo, che offra una soluzione a milioni di messicani che risiedono negli Stati Uniti senza la documentazione richiesta; e che permetta a entrambi i Paesi di poter fare affidamento su una frontiera sicura”. Il governatore dello stato meridionale di New México, confinante con il Messico, Bill Richardson, si è dichiarato “molto scettico” per l’invio della Guardia nazionale al confine, sia perché, ha detto, “abbiamo bisogno di più polizia di frontiera, non di militarizzare la zona”, sia perché “è preoccupante la stanchezza accumulata dai militari in Iraq e Afghanistan”. Bush però non sembra demordere e ha intenzione di inviare i 6.000 soldati nei quattro stati nordamericani al confine con il Messico già da giugno, coordinando le operazioni con i governatori competenti. Obiettivo del presidente degli Stati Uniti “non è militarizzare la frontiera meridionale ma prendere il pieno controllo della regione”. Significa che gli Stati Uniti non controllano pienamente il loro territorio. Per questo Bush ha deciso di inviare, almeno fino al 2008, la Guardia nazionale, collaborando nel frattempo con le autorità statali per l’addestramento di nuovi elementi della polizia di frontiera. Ogni anno circa 400.000 immigrati attraversano la frontiera di 3.200 chilometri tra Messico e Stati Uniti per cercare lavoro.