| domenica 14 maggio 2006 | www.radiocittaperta.it

 

 

 

 

 

Vertice UE-America latina: 

‘DICHIARAZIONE DI VIENNA’

  

I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea e dell’America Latina e Caraibi hanno archiviato il 4° vertice ordinario nella capitale austriaca esprimendo la volontà di “continuare a promuovere l’associazione strategica bilaterale”: lo si legge nel testo della ‘Dichiarazione di Vienna’, sottoscritta dai 60 partecipanti, che raccoglie le posizioni comuni dei due blocchi soprattutto in tema di sicurezza e sviluppo delle relazioni commerciali. “Non esiste un modello unico di democrazia e questa non è esclusiva di un paese o di una regione” riporta il documento, aggiungendo: “Gli Stati hanno l’obbligo di proteggere i cittadini. Ma nella lotta contro il terrorismo non dobbiamo distruggere quello che difendiamo. I diritti umani, il diritto umanitario internazionale, le libertà fondamentali e lo Stato di diritto devono essere rispettati”. Ue e America Latina hanno quindi sottolineato “l’obbligo di risolvere pacificamente le controversie” sostenendo “pienamente” la Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) e auspicando peraltro “l’adesione universale al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari”. A livello commerciale, a nome dell’America Centrale il presidente nicaraguense Enrique Bolaños ha confermato l’apertura di negoziati per un accordo di libero scambio con i Venticinque; iniziativa analoga per il terzo raggruppamento regionale latinoamericano, la Comunità andina delle nazioni (Can), che tuttavia è al momento in crisi per la decisione del Venezuela di abbandonarla in netta polemica con la decisione di Colombia e Perù di sottoscrivere accordi bilaterali con gli Stati Uniti. Con chiaro riferimento alla nazionalizzazione degli idrocarburi, annunciata il 1° maggio scorso dalla Bolivia, la ‘Dichiarazione di Vienna’ riconosce “il diritto sovrano dei paesi a gestire e regolare le proprie risorse naturali” manifestando al contempo la volontà di consolidare la “cooperazione per stabilire un regime commerciale più equilibrato e normative maggiormente compatibili”. Il documento sostiene infine la “necessità di ampliare i benefici della migrazione tanto per le due regioni quanto per i propri migranti” di cui “devono essere tutelati i diritti fondamentali”.
(MISNA)