12 maggio 2006 GI

 

DUE CONGRESSISTI DEL PARTITO DI BUSH

 


Presentano un progetto
per rendere possibili gli investimenti petroliferi

 

 

 

 

 

Due congressisti repubblicani hanno presentato giovedì 12 un progetto di legge che, se approvato, darebbe alle compagnie statunitensi la possibilità di realizzare investimenti petroliferi in acque cubane, secondo l’agenzia AFP.

 

"L’opinione pubblica sarebbe sorpresa e stupita se sapesse che, mentre il paese sta soffrendo una seria crisi energetica, paesi come Cina, India, Canada, Spagna e Norvegia, stanno effettuando esplorazioni a sole 50 miglia nautiche dalla nostra costa", ha affermato il senatore repubblicano Larry Craig (Idaho, nord est).

 

"Ci dev’essere un motivo convincente che giustifichi il fatto che imprese statunitensi non possano esplorare risorse energetiche così vicino a casa e non sono sicuro che un embargo che dura da 45 anni, in maniera fallimentare, lo sia", ha aggiunto il rappresentante Jeff Flake (Arizona).

 

Il progetto di legge "permetterebbe alle imprese statunitensi di compiere qualsiasi transazione economica necessaria e di viaggiare per ragioni commerciali senza il bisogno di un’autorizzazione da parte del Governo statunitense", come invece esige l’attuale legislazione nordamericana.

 

Craig ha menzionato anche i problemi ambientali nello Stretto della Florida, che impediscono di effettuare ricerche petrolifere lungo le coste della penisola per la loro importanza turistica. La Camera ha preso recentemente un’iniziativa per cercare di eludere queste proibizioni, menzionando le prospezioni che stanno compiendo nell’Isola compagnie come la spagnola Repsol e la canadese Sherritt, nonostante le minacce della Legge Helms-Bacardí.

 

"È arrivato il momento di cambiare la legge e permettere che l’industria statunitense possa esplorare e attrarre risorse nella nostra stessa regione, prima che altri paesi si accaparrino risorse potenzialmente lucrative", ha aggiunto.

 

I congressisti hanno replicato con questo progetto di legge all’iniziativa lanciata negli ultimi giorni nel Congresso dai fautori del blocco, capeggiati dalla cubano-americana e rappresentante repubblicana della Florida Ileana Ros-Lehtinen.

 

Questo gruppo di legislatori ha proposto che gli USA neghino il visto agli impiegati di compagnie straniere coinvolti nel programma petrolifero cubano e che sanzionino gli individui e le compagnie che investano in questo settore.

 

Le acque del Golfo del Messico vennero suddivise in zone economiche esclusive fra Stati Uniti, Messico e Cuba in un accordo che l’Amministrazione di Jimmy Carter sottoscrisse nel 1977.

 

Diverse compagnie straniere, da quando Cuba (nel 1999) mise in licitazione 59 blocchi marini in quest’area, hanno cercato petrolio nelle sue acque territoriali in associazione con la statale CUPET.

 

Cuba ha invitato le imprese petrolifere statunitensi a partecipare, ma queste sono impossibilitate a farlo a causa del blocco.

 

Un gruppo di imprenditori statunitensi interessato al tema si è riunito in Messico nel febbraio scorso con funzionari della CUPET.

 

Ma i gruppi cubano-americani nemici del Governo de L’Avana sono riusciti ad ottenere che l’impresa Sheraton proibisse ai funzionari cubani di alloggiarsi nell’Hotel Santa Isabel di Città del Messico, applicando extraterritorialmente la Legge Helms-Bacardí, cosa che ha provocato forti critiche negli organi di stampa e negli ambienti politici messicani. La riunione si è poi svolta in un altro luogo.