Contro l’uso dello sport come

 strumento di pressione politica

5.1.06

 

È successo tre giorni prima della fine dell’anno, la sera del 28 dicembre, a Porto Rico. Gli appassionati che stavano assistendo alla partita tra i Giganti di Carolina e i Lupi di Arecibo sono rimasti sbalorditi quando un gruppo di studenti universitari hanno invaso il terreno del parco Roberto Clemente, nella località di Carolina.

 

È stata una pacifica manifestazione di solidarietà con Cuba. I partecipanti mostravano striscioni con su scritto “Sport-Pace” e “Cuba Va”. Protestavano per il rifiuto del Dipartimento del Tesoro USA di proibire la partecipazione cubana nel Classico Mondiale di Baseball, del quale Porto Rico sarà una delle quattro sedi preliminari.

 

Il quotidiano ‘Primera hora’ ha riportato le dichiarazioni di vari partecipanti alla manifestazione. Uno di questi, Gabriel Méndez, ha affermato che la politica degli Stati Uniti non deve pregiudicare l’unione dei popoli in un evento puramente sportivo. Méndez è uno dei portavoce del collettivo Amici dello Sport e del movimento ambientalista Amici del Mare, oltre che di molti altri.

 

Un altro dei manifestanti, Gazir Sued, ha dichiarato che i fratelli cubani meritano di partecipare e che non devono essere vittime di una politica puramente imperialista. “Se Cuba non può giocare che non giochi nessuno”, ha enfatizzato Gazir. I manifestanti sono stati applauditi e accompagnati da note musicali.

 

Il Classico Mondiale è organizzato dalle Grandi Leghe statunitensi, con l’avallo della Federazione Internazionale del Baseball (IBAF), dell’Associazione dei Giocatori delle Grandi Leghe e della AMA (Agenzia Mondiale Antidoping).