11 agosto 2006 - M.Castaneda www.granma.cu

 

Alla ricerca delle meraviglie

de L’Avana


● L’Ufficio dello Storiografo della Città avvicina ogni estate le famiglie al patrimonio del Centro Storico

 

 

La mappa si è sfumata ed il pomeriggio
è venuto a condividere la mia attesa,
la chitarra vola come l’angelo
che vibra nel candore di questa ‘habanera’
(Liuba María Hevia, Angel y Habanera)

 

 

È il momento giusto per accettare l’offerta dell’Ufficio dello Storiografo, contemplare con cura L’Avana coloniale, conoscere le sue ricchezze e godersi le sue bellezze. Molte di queste sono sotto i nostri occhi, ma la frenesia della vita quotidiana ce lo impedisce quasi sempre. Adesso, nel vortice delle vacanze estive, possiamo viaggiare nel tempo che ci regalano le piazze, le statue e gli uomini e donne che le mantengono pulite, le curano, le amano.

 

È significativo che nel 2005 diecimila cittadini della capitale abbiano deciso di partecipare al programma Rutas y Andares che, da cinque anni, l’Ufficio dello Storiografo organizza.

Eusebio Leal, Storiografo della Città, ha riferito che "questo programma è ideato per far conoscere L’Avana Vecchia, portando le persone nei luoghi poco conosciuti. Di solito si pensa che uno conosce tutto di questa parte della città ma non è vero".

 

Secondo Leal "Rutas y Andares è stato qualcosa di più di un’esperienza. È stata una pratica che ha costretto i ricercatori, gli architetti e gli altri specialisti a non riposarsi nelle guide, ma a partecipare personalmente; a dare una spiegazione che non sia pesante, noiosa, ma piacevole per la famiglia".

 

Il programma offre ogni anno motivazioni diverse, allo scopo di attrarre le giovani generazioni, perchè vengano sperimentate nuove esperienze.

 

I lavori archeologici suscitano senza dubbio molto interesse. Il viandante per esempio può avvicinarsi al centro delle vie Empedrado e Tacón, a pochi metri dal Viale del Porto (il cappello è d’obbligo). Lì, di fronte alle rivelatrici opere nel detto Baluardo di Santa Clara, si possono osservare le strutture della Muraglia di Mare, difesa coloniale della città, che completa la zona della Maestranza.

 

Nella casa situata alle sue spalle si alloggiò il saggio Alessandro de Humboldt durante il suo soggiorno a L’Avana. La via Tacón, dopo intensi lavori, è stata completamente lastricata e dichiarata pedonale.

 

Seguendo un breve itinerario, che non presenta grandi complicazioni, si arriva ad un’opera che è un vero atto di cultura, secondo Leal la più affascinante e "una grande battaglia a carattere storico": l’area dove venne fondata la prima università, il Collegio Maggiore San Geronimo de L’Avana (1762).

 

È una triste storia quella della sua demolizione e della costruzione di un edificio che, nella sua modernità (con eliporto compreso), sembrava rompere l’equilibrio architettonico della zona. Sembrava perchè, accentuandone intelligentemente il carattere moderno (cristalli che riflettono una delle pareti del Palazzo dei Capitani Generali), sono stati ripristinati gli antichi attributi (il portico, la torre, la campana). Rinascerà anche la Piazzetta Santo Domingo per un appropriato dialogo.

 

Ogni via offre una scoperta. La stessa Empedrado, con la Bodeguita del Medio, dove tante personalità si sono rinfrescate con il famoso mojito e, a fianco, la sede della Fondazione Carpentier, dove il grande romanziere situò la dimora de L’Avana del Secolo dei lumi o anche Obispo che ad uno dei suoi incroci lascia vedere l’Hotel Ambos Mundos, il preferito da Ernest Hemingway.

 

Pensate di conoscere tutte le statue de L’Avana? Ammettiamo che riconosca la figura donchisciottesca del leggendario Cavaliere di Parigi (dovuta a José Villa) e situata di fronte all’entrata principale della basilica Minore di San Francesco d’Assisi, ma... e questa, collocata nel sito principale quasi all’entrata della Baia? No?

 

Si tratta della statua di Pierre Dlberville, donata nel 1999 dal Governo del Québec. L’eroe militare canadese, fondatore della Louisiana, morì a L’Avana nel 1706, attaccato dalla febbre gialla.

 

Nei pressi, a fianco dell’Anfiteatro, si trova un piccolo parco. Si tratta di un complesso scultoreo dedicato al primo visitatore giapponese, il samurai pellegrino Hasekura Rokuemon Tsunenaga, arrivato a L’Avana nel 1614 in missione diplomatica, nonostante che l’immigrazione giapponese nell’Isola sia cominciata alla fine del XIX secolo.

 

C’è sempre qualcosa da scoprire, da conoscere in questa città coloniale, Patrimonio dell’Umanità.

 

Uno degli aspetti più belli di Rutas (per i musei, i ritrovamenti, la scienza, l’etnografia) e Andares (i mestieri, l’architettura, dietro i passi della cultura) è vedere le famiglie conversare tra loro mentre ascoltano le guide specializzate e ricevono ospitalità, amicizia.

 

È lo spirito del programma – afferma Eusebio Leal –, far sì che L’Avana coloniale sia conosciuta, amata e fruita, è un’opera che dura nel tempo e stiamo costruendo senza che niente e nessuno abbia potuto fermarci né ostacolarci.

 

"C’è molto da vedere. Ci proponiamo che la gente abbia dentro di sé un’impressione di meraviglia quando la visita viene dichiarata terminata". E lo ottengono perchè senza dubbio L’Avana ha il suo angelo custode.