PREMIO CASA DE LAS AMÉRICAS 2006

 

I premi Casa 2006

 

● Sono andati a scrittori di Perù, Guyana, Brasile e Cuba ● Sono stati annunciati i premi onorifici

 

 

M. Castaneda – GI – 31 gennaio 2006

 

 

L’invio di 546 saggi, opere di poesia, racconto, di letteratura brasiliana e caraibica ha dato anche quest’anno un significato continentale e caraibico al Premio Casa, conferito a scrittori di Perù, Guyana, Brasile e Cuba nella sala ‘Che’ Guevara.

 

Durante la cerimonia di chiusura sono stati anche resi noti i titoli che hanno meritato i premi onorifici che portano i nomi di José Lezama Lima, José María Arguedas ed Ezequiel Martínez Estrada.

 

 

I CASA 2006

 

 

La giuria del Racconto, che ha valutato 144 libri, ha selezionato il titolo Dichosos los que lloran, del cubano Angel Santiesteban, “per la creazione di un universo carcerario violento e nello stesso tempo umano, narrato in maniera distaccata ed obiettiva, senza dare in nessun momento giudizi moralistici ma descrivendo crudamente questo mondo oscuro per chi lo soffre ma illuminante per chi lo legge”.

 

Santiesteban, che è tornato ad affrontare un tema che gli ha fatto vincere il Premio Carpentier 2001 con Los hijos que nadie quiso, ha commentato che si tratta di un libro monotematico con più di 30 racconti e disegni, dove scrive ai suoi personaggi in situazioni limite. “Spero che i lettori non piangano quanto ho pianto io. È una realtà dura quella che descrivo e lo faccio senza edulcorare. È la vita reale che si vive nelle prigioni”.

 

Un altro cubano, Abel Sierra, ha ricevuto il Premio per il saggio storico-sociale con Del otro lado del espejo. La sexualidad en la costrucción de la nación cubana, un testo del quale i giurati hanno apprezzato il suo essere stato scritto “invocando una delle principali caratteristiche il genere, che è quella di dispiegare la complessità di certe tematiche sensibili”. Hanno inoltre considerato “un altro merito, cioè che l’analisi minuziosa dell’ambiente omo-erotico cubano non gli impedisce di analizzare le diverse politiche di genere sul maschile ed il femminile normalizzato ed introdurre riflessioni che possono illuminare un altro tipo di politiche d’identità”.

 

Sierra, ricercatore della Fondazione ‘Fernando Ortíz’, ha poi spiegato a GI: “È’ un campo sul quale lavoro da quando ero studente di Storia. Mi ha sempre interessato il differente, ossia gli aspetti sui quali non abbonda la storiografia, le zone di silenzio. Affronto queste tematiche dal mio primo libro, La nación sexuada e quello di adesso è il punto d’arrivo di cinque anni di lavoro. È un libro contro i centri del potere eterosessisti, omofobi, discriminatori di ogni differenza, a volte nutrimento della stessa nazionalità cubana”.

 

La giuria ha selezionato unanimemente, tra i 292 libri di poesie inviati, quello del peruviano Arturo Corcuera, A bordo del arca, “per la ricchezza delle sue metafore e la profondità e senso dell’umorismo con il quale le stesse vengono trattate”, mentre nella Letteratura caraibica (in inglese o creolo), il Premio è andato a Suspended Sentences, del guyanese Mark McWatt, per “l’originalità e l’ingegno del gioco letterario sul quale si basa quest’antologia di racconti scritti da presunti autori reali”.

Ricardo Rezende Figueira, con Pisando fora da propia sombra. A escravidao por dívida no Brasil contemporaneo, è stato premiato nella categoria Letteratura Brasiliana per l’eccellente combinazione dell’analisi sociologica e della veemenza dell’ingiustizia sociale. L’autore ha realizzato la ricerca sul regime di schiavitù per debiti nel nord brasiliano.  

 

 

I PREMI ONORIFICI

 

 

Roberto Fernández Retamar, presidente della Casa, ha annunciato i premi onorifici concessi a “libri e tematiche rilevanti” e che portano i nomi di insigni intellettuali della regione.

 

Ha costituito una sorpresa che il Premio del Saggio ‘Ezequiel Martínez Estrada’ è andato al titolo L’università nel secolo XXI. Per una riforma democratica ed emancipatrice dell’università, del portoghese Boaventura de Sousa Santos, in quanto questi si trovava nella ‘Che’ Guevara in qualità di giurato nella categoria Letteratura Caraibica.

 

La decisione è stata presa perchè l’opera affronta “polemicamente una tematica d’interesse universale, anche se esemplificato soprattutto con l’esperienza brasiliana, dove si condensano alcuni dei conflitti più intensi nel campo delle attuali politiche pubbliche”.

 

De Sousa Santos ha dichiarato a questa pubblicazione: “Essere membro della giuria e ricevere uno dei Premi che conferisce la Casa è un qualcosa di inedito. Mi sento molto felice, non solo per essere un Premio della Casa, ma per aver scelto un tema molto polemico, che è la trasformazione dell’università pubblica”.

 

L’intellettuale ha spiegato che “attualmente esiste un’enorme pressione del capitalismo globale  per la privatizzazione di tutta l’università pubblica, per sottometterla alle leggi del mercato attraverso la liberalizzazione dei servizi. In questo scenario l’educazione, soprattutto quella universitaria, sarebbe una merce prodotta in università globali che potrebbero essere Harvard, Yale, Oxford e che potrebbero vendere in tutto il mondo corsi di biologia, sociologia, diritto, facendo pagare (naturalmente) i diritti di proprietà intellettuale”.

 

A suo giudizio “questa è la distruzione delle conoscenze pubbliche, questo è il pericolo e non basta denunciarlo. Questo processo si sta compiendo all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, nel nuovo giro di negoziati che in questo momento è stato un poco paralizzato dall’azione di Brasile, Sudafrica e India, ma la trasformazione è in agenda. È importante non solo denunciarla ma anche proporre alternative perchè in molti paesi latinoamericani l’università pubblica è molto indolente, vecchia, paralizzata da gente privilegiata ed è necessario rivoluzionarla, che si metta più in relazione con la comunità, che si apra di più alla società ed a nuove tematiche, che si democratizzi”.

 

Il Premio di Poesia ‘José Lezama Lima’ è andato ad INRI, del cileno Raúl Zurita, “per essere la commovente parabola di un universo di valori umani i cui nemici non sono riusciti a distruggere”, mentre quello di Narrativa ‘José María Arguedas’ è stato concesso a La mosca soldado, di Marcio Veloz Maggiolo (Repubblica Dominicana), “per recuperare l’universo dei Caraibi da una prospettiva nella quale si fondono la realtà ed i miti, l’antropologia e l’indagine di polizia, certe vestigia delle culture precolombiane ed il rapporto che stabilisce con il mondo d’oggi”.

 

Il Premio Casa 2006 (dal 16 al 26 gennaio), più in là della lettura da parte dei giurati delle opere in concorso, si è prolungato in intense giornate culturali, conferenze, dibattiti, letture e in quest’occasione l’esposizione Arte contemporáneo oaxaqueño, come parte delle celebrazioni a Cuba del bicentenario della nascita di Benito Juárez.