GUANTANAMO

 


Si chiede a gran voce in tutto il mondo la chiusura

del carcere nordamericano

 

New York, 20 febbraio 2006

 

Governanti, politici, organi di stampa ed intellettuali di tutto il mondo hanno unito le loro voci al grande coro che sta esigendo la chiusura del carcere mantenuto dagli USA nella base illegale di Guantánamo, a Cuba.

 

Si chiede a gran voce in tutto il mondo la chiusura del carcere nordamericano di GuantánamoIl quotidiano ‘The New York Times’ ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero chiudere il loro centro di detenzione nella baia di Guantánamo, rispondendo così agli appelli internazionali a Washington per la chiusura di questa prigione, ha riportato AFP.

Il presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, René van der Linden, ha espresso il suo pieno sostegno al rapporto dei cinque esperti dell’ONU, che hanno condannato le pratiche di detenzione applicate dagli USA a Guantánamo, ha informato l’ANSA.

 

Da Berlino, AFP ha riferito che il primo ministro britannico Tony Blair ha ribadito, al termine di un incontro con la cancelliere tedesca Angela Merkel, che la prigione installata a Guantánamo costituisce un’"anomalia".

Peter Hain, ministro britannico per l’Irlanda del Nord, si è pronunciato nello stesso modo, sommandosi a coloro che chiedono la chiusura del carcere della base nordamericana in territorio cubano.

 

È’ la prima volta che un ministro britannico si pronuncia in tal senso ed afferma che preferirebbe che il centro non esistesse o venisse chiuso, ha riportato EFE.

 

Anche il vicepresidente del Consiglio dei Ministri e titolare degli Esteri italiano, Gianfranco Fini, ha affermato che la prigione nella base nordamericana di Guantánamo è un’anomalia.

 

L’arcivescovo John Sentamu, seconda autorità della Chiesa Anglicana, ha chiesto la chiusura immediata di questo centro di detenzione, accusando gli Stati Uniti di "infrangere la legalità internazionale", secondo un dispaccio di EFE che cita un’intervista concessa da Sentamu al quotidiano londinese ‘The Independent’.