16 giugno 2006 - www.prensalatina.it

 

 

GUANTANAMO

Sospese le visite degli avvocati ai loro clienti

 

 

 

Le più alte autorità militari degli Stati Uniti hanno sospeso le visite di avvocati e giornalisti nella base navale di Guantánamo, che erano già molto limitate. La proibizione è stata ordinata dopo il suicidio di tre prigionieri in questa prigione, ha reso noto PL.

 

Gli intellettuali del Centro per i Diritti Costituzionali (CCR), un'Organizzazione non Governativa – ONG - che ha sede a New York, la restrizione delle visite dei rappresentanti legali coincide all'unisono con il veto imposto ai giornalisti che hanno chiesto di visitare la prigione.

 

Gli ultimi professionisti dei mezzi di comunicazione che hanno chiesto di fare dei reportage nel campo di concentramento situato nella base navale nodamericana di Guantanamo, sono giornalisti del Los Angeles Times, Miami Herald e Charlotte Observer.

 

Barbara Olshansky, avvocato del CCR, ha detto che i suoi colleghi sospettavano che le visite sarebbero state sospese dopo i tre suicidi, ma che comunque denunceranno questa proibizione presso un tribunale federale di Washington, per poter comunicare coni propri clienti.

 

Le autorità della Base hanno sostenuto che i soldati in questi giorni devono svolgere un'indagine per il Servizio d’Investigazioni Criminali della Marina sui tre suicidi, e non che quindi non possono seguire anche i visitatori, ha precisato la Olshansky.

 

Il portavoce del Pentagono, tenente maggiore Jeffrey D. Gordon, ha sostenuto che la visita dei giornalisti è stata cancellata perché le Corti Militari ne hanno ordinato la sospensione.

 

Altri mezzi di stampa hanno minacciato di presentare denuncie se non cverrà concesso il permesso di fare reportage dopo il suicidio dei tre prigionieri.

 

Sabato 3 giugno, due sauditi ed uno yemenita si sono impiccati nelle loro celle, come ha informato la direzione della Base Militare, che ha sede in territorio cubano contro la volontà delle autorità e del popolo dell'Isola.

 

La prima delle vittime stava facendo uno sciopero della fame per protestare contro la sua reclusione indefinita e le infelici condizioni di vita del carcere, e il suo corpo senza vita è stato scoperto dopo l’allerta di una guardia che sosteneva: "Sta succedendo qualcosa al di fuori del comune".

 

Le autorità dell'Arabia Saudita hanno manifestato forti dubbi sulla versione di Washington rispetto ai suicidi.

 

In un comunicato reso noto a Riad, il portavoce del Ministero degli Interni, il generale di divisione Mansur al Turki, ha espresso i sospetti del suo governo sostenendo che gli imputati erano stati torturati.

 

"Queste tragiche, tristi e inutili morti sono l'ultimo risultato delle politiche del governo degli USA che insiste a negare giustizia e un dovuto processo a questi uomini", ha affermato William Goodman, direttore legale del CCR.

 

Gli esperti del Comitato Internazionale della Croce Rossa - CRIC – avevano annunciato che avrebbero visitato il campo di detenzione in questi giorni ed hanno reiterato la loro preoccupazione per l'incertezza totale dei prigionieri sul proprio destino e per l’inadeguato status legale, che danneggia fortemente il loro stato psichico.

 

"Diciamo da molto tempo che questa situazione provoca angoscia mentale", ha detto il portavoce del Comitato, Vincent Lusser, a Ginevra mentre alcuni esperti di Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno reclamato l'immediata chiusura del centro di detenzione di Guantánamo.

 

In una dichiarazione diffusa a New York, è stato segnalato che il suicidio simultaneo dei prigionieri era prevedibile, causato dalle dure e prolungate condizioni della loro detenzione.