GUANTANAMO

 


Diritti umani, gli Usa contro tutti: «Non chiuderemo»

 

 

18.02.06 di red

 


 

Gli Usa contro tutti. Guantanamo, il lager-prigione in cui vengono detenuti presunti terroristi in attesa di giudizio (attualmente sono 500 e molti di loro sono stati catturati in Afghanistan e quasi tutti detenuti da quasi quattro anni senza che nei loro confronti siano stati spiccati capi di accusa), non sarà chiuso.

 

È un vero e proprio fuoco di sbarramento quello alzato dal Pentagono (ma anche dalla Casa Bianca e dal Dipartimento di Stato) contro le critiche che da tutto il mondo investono gli Usa per la situazione di Cam X-Ray nella baia di Cuba. Uno dopo l'altro, i responsabili civile e militare della Difesa americana, il ministro Donald Rumsfeld e il generale Peter Pace, hanno accusato l'Onu di aver presentato un rapporto ricco di falle e hanno messo in guardia la comunità internazionale: se i detenuti tornano liberi si rimettono a uccidere, quindi fate i conti anche voi con questa realtà.

Chiudere la prigione nella base militare a Cuba e liberare i suoi attuali 500 detenuti «non è realistico», ha detto un irritato Rumsfeld nel corso di un botta e risposta a New York con la platea del Council on Foreign Relations, uno dei più prestigiosi think tank di politica estera americani. Al segretario generale dell'Onu Kofi Annan, che dal vicino Palazzo di vetro ha mandato a dire che Guantanamo «prima o poi va chiuso», il capo del Pentagono ha risposto secco: «Ha torto».

Nel giorno in cui persino dagli alleati italiani e dal primo ministro britannico Tony Blair sono arrivati ammonimenti agli Usa sulla necessità di superare «l'anomalia» rappresentata da Guantanamo, il Pentagono ha messo in campo i propri pezzi da novanta per reagire. Una controffensiva di pubbliche relazioni che non a caso si accompagna all'allarme lanciato dallo stesso Rumsfeld: Al Qaida ci sta battendo nella propaganda, fa un lavoro migliore di noi nell'influenzare l'opinione pubblica anche nei paesi occidentali.

Fatto sta che negli ultimi anni le testimonianze di torture e abusi di ogni tipo sono state raccontate nei minimi dettagli da alcuni dei prigionieri rilasciati dal carcere. Testimonianze e denunce raccolte da organizzazioni umanitarie come Amnesty e Human Right Watch e infine dalle stesse Nazioni Unite e dall’Europarlamento.