13 settembre 2006 - www.granma.cubweb.cu

 

 

14º SUMMIT DEL MNOAL

 

Discorso del vicepresidente del Consiglio di Stato della Repubblica di

Cuba Carlos Lage Davila all'inaugurazione della riunione dei Cancellieri

del movimento dei Paesi Non Allineati

 

 

 

 

 

Carlos Lage Dávila, en la inauguración de la reunión de Cacilleres del NOAL. Foto: Juvenal BalánEccellenze

 

fra guerre e minacce di altre guerre, il mondo in cui viviamo é ogni giorno più ingiusto e diseguale.

 

La fine del confronto tra Est-Ovest  non fu l'inizio della pace, come molti sognarono. La storia reale é stata il dominio crescente di una nazione che esercita, senza scrupolo, pressioni economiche e politiche, che si considera con il diritto d'invadere qualunque paese per raggiungere i suoi obiettivi e che conduce il mondo che abitiamo verso la propria distruzione.

 

Bastano pochi esempi per descrivere l'assurdità e crudeltà dell' attuale ordine internazionale che ci ha imposto.

 

S'investono annualmente, in spese militari, più di un milione di milioni di $ e muoiono, ogni anno, 11 milioni di bambini per malattie che si possono prevenire o curare.

 

Si consuma un altro milione di milioni di dollari in pubblicità commerciale, mentre 860 milioni di esseri umani, nel mondo, non sanno leggere né scrivere.

I paesi ricchi destinano 17mila milioni di dollari, tutti gli anni, per alimenti di animali domestici e più di 800 milioni di persone si addormentano, tutti i giorni, affamati.

I paesi dell'America Latina formiamo ogni anno un 1200000 laureati universitari con un costo di non meno di 20000 dollari ognuno ed il 20% dei migliori, 240000, sono rubati per andare a lavorare o far ricerca nei paesi ricchi, offrendo condizioni che le nostre nazioni non possono garantir loro e senza che noi riceviamo indennità alcuna.

 

I combustibili fossili si stanno esaurendo. Le riserve provate e probabili di petrolio e gas crescono meno che il consumo. Le società ricche non sono state capaci di intraprendere radicali e profondi programmi di risparmio energetico che permettano di guadagnare il tempo necessario per sviluppare nuove tecnologie.

L'ecosistema si deteriora come conseguenza di una società irrazionale che stimola un consumismo estremo che i paesi ricchi hanno imposto per sé e per noi.

Migliaia di milioni di persone sono spinte alla disoccupazione, alla povertà, alla fame e alle malattie. Una nuova categoria, quella di rimanenze umane, è stato creata dal neoliberalismo.

Una vera dittatura mondiale si vuole imporre mediante la guerra ed il potere economico, pretendendo di sfigurare la realtà con un discorso intollerante ed ingannevole.

La democrazia ed i diritti umani, convertiti più in pretesti che in obiettivi, non possono esistere sempre in un mondo sempre più disuguale, dove queste parole non riescono neppure ad essere lette né comprese da migliaia di milioni di persone.

I concetti di sovranità limitata, intervento umanitario, guerra preventiva e cambiamento di regime, sono fascisti; non sono teorie moderne per difendere la libertà e combattere il terrorismo. La "sicurezza umana" e la "responsabilità di proteggere" sono concetti che nascondono l'intenzione di violare la sovranità e mutilare l'indipendenza dei paesi poveri, mai dei potenti.

 

La povertà, in questo mondo di economia globalizzata, è conseguenza di secoli di colonialismo e neocolonialismo e di un ordine economico internazionale ingiusto e criminale, non della supposta corruzione ed incapacità dei nostri governi, come pretendono farci credere. Più privatizzazione, più deregolamentazione, più libero commercio equivale a più disuguaglianza, più povertà, più marginalità.

Il narcotraffico e le mafie nascono dalla domanda crescente di droghe delle società più ricche, sono il risultato della cultura del consumo e del denaro, come esclusive motivazioni dell'essere umano. Le droghe ed il crimine si moltiplicano per questa domanda crescente e non perché siano insufficienti il numero di poliziotti e di eserciti e dobbiamo comprare carri blindati, lance rapide ed armi sofisticate ai paesi ricchi.

Il terrorismo è conseguenza dell'ingiustizia, della mancanza di educazione e di cultura, della povertà e delle disuguaglianze, dell'umiliazione sofferte da nazioni intere, del disprezzo e sottovalutazione di una credenza, della prepotenza, dell'abuso e dei crimini. Non è conseguenza di ideologie radicali che debbano essere spazzate con bombe e missili.

L'ipocrisia e le doppie misure non si nascondono nel discorso dei potenti.

 

La potenza egemonica esige che gli autori di crimini in qualunque parte del pianeta debbano essere giudicati e perfino estradati negli Stati Uniti; e d'altra parte i militari nordamericani, per uguali o peggiori crimini, devono avere immunità o non ci sono crediti né aiuti economici.

Si alzano muri alle frontiere e si creano poliziotti antiimmigranti ma non fermano scienziati, medici, infermiere, informatici ed altri professionisti e tecnici ad alta qualificazione.

Le potenze dominanti proclamano il libero commercio, ma considerano imprescindibile spendere quasi mille milioni di dollari giornalieri in sussidi agricoli, 3 volte quello che destinano come aiuta allo sviluppo.

Non è verso le nostre banche che fluiscono le riserve del mondo, ma riceviamo ordini che sono un peccato violare: non devono mettersi barriere al flusso di capitali ed il nostro denaro deve andare a finanziare il deficit dell'economia degli Stati Uniti.

Le miniere antipersona devono essere eliminata; le armi chimiche e nucleari no; nessuno più può possederle, l'ordina l'unico paese che ne ha usato due contro la popolazione civile.

Questo è il mondo che ci ha regalato il Consenso di Washington. Questo è il mondo che ci ha regalato il neoliberalismo. Questo è il mondo che ci hanno regalato le transnazionali, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, il Governo degli Stati Uniti ed i paesi ricchi. E questo ordine o disordine mondiale economico e politico, che alimenta le disuguaglianze e conduce al caos, si pretende perpetuare perché fa bene a poche nazioni ed anche in esse, non a tutti.

 

È necessario, urgente e possibile un altro mondo e non c'é bisogno di guerre per conquistarlo. Se prendiamo coscienza, se c'uniamo, se siamo disposti a difendere con idee e coi fermezza i nostri diritti, possiamo ottenerlo.

È essenziale il ruolo che il nostro Movimento deve svolgere nella ricerca di un nuovo sistema di relazioni internazionali. Siamo non allineati alle guerre, non allineati al terrorismo, non allineati all'ingiustizia, alle disuguaglianze, alle doppie misure. Allineati con la pace e la giustizia.

Dobbiamo lottare per un mondo in cui sia impensabile l'aggressione ed occupazione di paese alcuno per raggiungere vantaggi materiali o geopolitici, nel quale non si permettano le aggressioni come quella che soffre oggi il popolo libanese o le atrocità d'Israele contro il popolo palestinese.

Che non si cerchi di proibire che una nazione sovrana acceda all'energia nucleare con fini pacifici mentre si aiuta un'altra ad accumulare arsenali nucleari.

È necessario lottare per la concezione di un nuovo ordine economico mondiale più giusto ed equo, in cui prevalga il trattamento speciale e differenziato per i paesi del Terzo Mondo.

Le attuali organizzazioni finanziarie internazionali sono discreditate e incapaci a comprendere e dare risposta ai nostri problemi. Devono essere abolite e devono crearsi altre che desiderino porre fine alla fame e non agli affamati.

Le Nazioni Unite devono essere riformate e convertite in un vero strumento di cooperazione e di pace, in un'organizzazione che possa compiere i principi cardini plasmati nella sua Carta fondativa. Devono ampliarsi i membri del Consiglio di Sicurezza, modificare i suoi metodi di lavoro, fare trasparenti le sue deliberazioni e sradicare l'ingiusto ed umiliante privilegio del veto.

Sappiamo che non sono facili questi obiettivi, ma l'unica maniera di raggiungerli è lottare per essi. Una volta, per molti, era impossibile la fine del colonialismo, la sconfitta del fascismo, la vittoria del Vietnam, la sparizione dell'Apartheid. La cosa migliore della storia dell'uomo è la realizzazione dei sogni che una volta sembravano impossibile.

Signore e signori:

 

Questi giorni a L'Avana, saranno giorni di lavoro ed ottimismo; mentre il Movimento dei Paesi Non Allineati si fortifica, Fidel si rimette.

Esprimiamo il nostro riconoscimento al Governo della Malesia per il suo lavoro Presidente del Movimento, a tutti per essere presenti, a dispetto delle pressioni e presagi catastrofici e per contribuire con posizioni ed idee, coincidenti o no, che si propongono un futuro migliore per i nostri popoli.

Molti di voi ci hanno già visitati in precedenza. Altri, lo fanno per la prima volta. Nei minuti che possano rimanere liberi, conosceranno le nostre realtà e lo spirito di un popolo che 47 anni fa decise di prendere le redini del suo proprio destino e costruire una società giusta e solidale, affrontando tutti i rischi, le minacce, le aggressioni ed un blocco tanto criminale e prolungato quanto ridicolo.

 

Quando sparì l'URSS ed il campo socialista europeo rimanemmo praticamente soli, aggrappati alla nostra bandiera ed al Socialismo. Il governo degli Stati Uniti incrudelì il blocco con nuove leggi, emendamenti e controemendamenti, rinnovò gli atti terroristici e sviluppò un'offensiva diplomatica e mediatica internazionale, senza precedenti, contro la Rivoluzione Cubana.

Tutto l'odio di un impero moralmente decadente si riversò contro la nostra piccola Isola.

La fine della Rivoluzione sembrò inevitabile, perfino per molti amici. Tuttavia, la Rivoluzione potè resistere, perché aveva realizzato un'immensa opera di equità e benessere.

La Rivoluzione potè resistere perché aveva realizzato un'opera, ancora maggiore, di giustizia e dignità.

Perché la Rivoluzione non mentì mai al suo popolo, perché la verità e l'etica presiederono ogni azione, perché difendemmo l'unità come la luce dei nostri occhi, perché qui i canti delle sirene non furono ascoltati, e ci rifiutiammo di credere che dovevano essere la concorrenza, il denaro, la vanità, l'egoismo, ciò che muove gli uomini e non il senso dell'onore e la solidarietà.

 

Può affermarsi che negli anni novanta la Rivoluzione Cubana visse gli anni più duri e difficili della sua storia e può affermarsi che oggi viviamo il più sicuro e promettente momento della Rivoluzione.

 

Quello che é successo parrebbe un miracolo, ma non lo é, é l'impresa di tutto un popolo, devoto, eroico, stoico e in suo nome vi do il benvenuto nella Patria di Martí e di Fidel.

 

Molte grazie.