Algeri 22.3.06 www.granma.cu

 

 

Il ministro degli Esteri ha difeso il NOAL

come forum di concertazione politica

 

 

 

 

 

 

Il ministro cubano degli Esteri, Felipe Pérez Roque, ha difeso l’esistenza del Movimento dei Paesi Non Allineati (NOAL) in un mondo unipolare, durante un incontro con la stampa effettuato alla fine della sua visita in Algeria, ha riportato EFE.

 

Il rappresentante cubano si è recato ad Algeri per consegnare al presidente Abdelaziz Bouteflika un’invito del suo omologo cubano Fidel Castro, per partecipare al prossimo Summit del Movimento, previsto a L’Avana nel prossimo mese di settembre.

 

Pérez Roque ha segnalato che Bouteflika gli ha assicurato la sua presenza in questo forum di 114 nazioni.

 

Ha spiegato che gli incontri con dirigenti algerini gli avevano riaffermato che le relazioni tra i due paesi sono eccellenti, “perchè esiste un intenso dialogo politico bilaterale e molteplici convergenze sulle questioni internazionali”.

 

“Siamo grati all’Algeria per il suo sostegno negli organismi internazionali ed in particolare per la sua ferma posizione contro il blocco economico a Cuba, che ha provocato almeno 82 miliardi di dollari di perdite”, ha aggiunto.

 

“Nel mondo unipolare, dove un’unica superpotenza detiene il maggior potere tecnologico e militare, noi dobbiamo basare la nostra azione sulla ricerca di forme di lotta per la pace, a favore del multilateralismo e di un mondo dove venga rispettato il diritto internazionale”, ha sottolineato.

 

Ha ammesso che il movimento terzomondista si è indebolito e che necessita di essere rivitalizzato; ha precisato che è questo l’obiettivo del Summit de L’Avana di settembre.

 

Felipe, citando le mete dei Non Allineati, ha detto che i membri di questo forum devono lottare perchè tutte le religioni vengano rispettate e contro ogni forma di discriminazione, “per il diritto allo sviluppo e all’uguaglianza sovrana degli Stati”.

 

“Ci vogliamo opporre alle guerre preventive, all’idea che un paese possa proclamare il suo diritto a cambiare il regime di un altro e pensiamo che, se riusciamo a mantenerci uniti,  la nostra voce verrà ascoltata ed il Movimento sarà un attore rilevante nelle relazioni internazionali”, ha insistito.

 

Pérez Roque ha tracciato il contesto politico che sta vivendo l’America Latina, che ha definito un’importante svolta a sinistra, con una nuova situazione in Venezuela, Bolivia, Brasile, Uruguay, Cile ed Argentina.

 

Questo cambiamento, ha detto, ha origine dal logoramento prodotto nella regione dai due decenni d’applicazione delle riforme del Consenso di Washington con la sua privatizzazione massiccia degli attivi pubblici.