Le tante sinistre italiane -

Cosa pensate di Fidel ?
 

 | 2 agosto 2006 | Frida Nacinovich  |


 

Cuba nel cuore, Cuba (libre) nel bicchiere, la bandiera di Cuba che vuol dire rivoluzione. Il vento dell’Avana ha soffiato su intere generazioni della sinistra (non solo italiana). Castristi convinti, castristi critici, anti-castristi. Il nome di Fidel familiare a tutti, nemmeno fosse un parente, nemmeno fosse un giocatore della nazionale. E ora? Ora che Fidel Castro sta male tutti gli fanno gli auguri di pronta guarigione. Ora che Fidel sta male la sinistra riscopre le sue diverse anime, quelle che i maligni chiamano divisioni. I comunisti italiani di Oliviero Diliberto incrociano le dita, sperano che il “leader maximo” ce la faccia a superare anche questa battaglia. L’eurodeputato Marco Rizzo dice: «Spero di vederlo presto al suo posto. Gli ideali della rivoluzione cubana oggi sono più attuali che mai». E poi arrivano gli auguri dei giovani della Fgci, i giovani piddiccini («Hasta la victoria Comandante!»). Castristi a spada tratta. Ma la sinistra italiana è grande e variegata, c’è anche quella “riformista”. Il diessino Giuseppe Caldarola castrista non lo è mai stato, nemmeno quando andava al liceo. «Casomai ero più guevarista, mi appassionava la rivoluzione cubana - spiega il deputato Ds - Non ho mai avuto una particolare passione per Fidel Castro, un dittatore, filosovietico, un burocrate della rivoluzione». Anti-castrista, si può dire senza timori di smentite.

La sinistra italiana è grande, ci sono anche i trotzkisti. Il senatore di Rifondazione Franco Turigliatto non si definisce né castrista né anti-castrista. «Sono per la rivoluzione cubana». Risposta fulminea e fulminante. «Sono più affascinato dalla figura del Che Guevara - aggiunge - così lucido da capire le distorsioni del sistema sovietico, da porsi il problema di come costruire una nuova società. Detto questo Castro e Guevara sono gli artefici di una rivoluzione importante, che ha segnato la mia generazione». Né castrista né anti-castrista, rivoluzionario piuttosto.

La sinistra italiana è grande, anche i Ds (per ora) ne fanno parte. E ci sono diessini di destra e di sinistra, blairiani e socialisti europei. Il vicepresidente della Camera Carlo Leoni appartiene alla seconda categoria. Su Castro è d’accordo con Caldarola. Succede di rado. Castrista? «Non lo sono mai stato». «Finora l’unica rivoluzione il cui esito non ha deluso noi che la sostenevamo è stata quella di Nelson Mandela». Più chiaro di così non si può. «Quella di Cuba è stata una delusione - aggiunge Leoni - la speranza di libertà si è risolta in una dittatura. Sono stato guevariano, ho ammirato l’uomo Che Guevara che ha combattuto per il suo popolo. Certo, essere guevariani alla mia età fa un po’ strano». Anti-castrista, con Nelson Mandela nel cuore.

Fidel Castro sta male, il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano ha inviato ai vertici del partito comunista cubano, tramite l’ambasciata, una lettera di solidarietà e auguri di pronta guarigione per Fidel Castro. «Caro Ambasciatore - si legge - le scrivo questa lettera per esprimere, a nome mio e di tutto il partito della Rifondazione comunista, la nostra solidarietà, vicinanza e i nostri migliori auguri di una pronta guarigione al Comandante Fidel Castro. Siamo vicini a lui e al popolo di Cuba, alla sua rivoluzione. Credo di esprimere il sentimento di tanti che pur nelle differenze riconoscono la dignità, la coerenza e il rigore morale del compagno Fidel Castro, la sua dedizione totale all’ideale rivoluzionario che fa di lui e di Cuba un simbolo di dignità non solo per l’America Latina, ma per l’intero pianeta». Rivoluzionario ma critico.

La sinistra italiana è grande, Franco Grillini è uno dei suoi mille protagonisti. «Da sempre si dice che il fratello di Fidel Castro, Raul, sia gay. Non so se sia vero o meno. Certamente si tratta di una voce ultradecennale e, soprattutto, è così che la pensano tutti i cubani. Se ciò fosse vero, è possibile sperare che il regime da oggi tuteli i diritti umani di tutti i cubani, compresi ovviamente anche i gay». Il leader storico della comunità gay italiana, oggi deputato dei Ds, punta la sua attenzione sul passaggio dei poteri da parte di Fidel al fratello. «Mi rendo conto che Raul non è un giovanotto, che quindi questo passaggio di consegne possa essere solo un’operazione di facciata e che non vi possa essere un reale cambiamento sino a quando si consumi l’esperienza dei due fratelli. Tuttavia non sono mai stato un sostenitore del “o tutto o nulla”. Per questo voglio sperare che, sempre che questa voce sia vera, Raul dica pubblicamente di essere gay e che, quindi, a Cuba si tutelino i diritti civili di tutti i cittadini, compresi quelli omosessuali». Impeccabile.

«Quando un uomo importante sulla scena mondiale, e questo è un riconoscimento unanime di tutti i governi dell’America Latina, subisce un’operazione, mi sembra segno elementare di civiltà fargli auguri di pronta guarigione». Così il presidente della Camera Fausto Bertinotti commenta le notizie sulla malattia di Fidel Castro. Ai cronisti che gli chiedono come giudica le notizie di festeggiamenti che arrivano dagli esuli cubani di Miami, risponde: «Cogliere occasione dalle malattie per rilanciare controversie politiche che possono essere fatte in tutti gli altri giorni, mi sembra una sgrammaticatura».