Risoluzione ONU contro l'embargo a Cuba
 

| 9 novembre 2006 | S.Asinelli |

 

 
 

Cuba ha vinto l’ennesima battaglia all’Onu contro gli Stati Uniti, ottenendo 183 voti a favore della risoluzione di condanna al blocco unilaterale. Astenuta la Micronesia, contrari ovviamente gli Usa e Israele; contrari, ridicolmente, le Isole Marshall e Palau. La risoluzione è stata presentata ieri di fronte ai delegati dell’Assemblea generale delle nazioni Unite e chiede di porre fine al pluri decennale blocco statunitense allo sviluppo dell’isola. Il ministro degli Esteri cubano, Felipe Pérez Roque, ha attaccato il vergognoso inasprimento delle sanzioni unilaterali statunitensi raccolto nel cosiddetto ‘Piano Bush’ raccogliendo applausi a scena aperta. Presentando la risoluzione denominata “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti d’America contro Cuba, il capo della diplomazia di L’Avana ha sottolineato come il blocco, mai sostenuto dalla comunità internazionale, non va a colpire i soli interessi cubani, ma si riflette negativamente su tutti i paesi che vogliono stabilire un rapporto di natura economico commerciale con l’isola caraibica. Al di là delle cifre esposte – i danni economici provocati dai 48 anni di blocco Usa sono stati stimati attorno alla cifra di 86mila milioni di dollari - la risoluzione cubana mira al centro della questione, oggi più pressante che mai, della generale impotenza delle Nazioni unite di fronte all’imposizione verbale e sostanziale delle strategie unilaterali della Casa Bianca. Un’arroganza ancora più evidente durante il doppio mandato dell’attuale presidenza Bush.
È il quindicesimo anno consecutivo che Cuba presenta la sua risoluzione affinché l’ONU si esprima in maniera chiara sulle politiche imperialiste statunitensi. Lo scorso anno, sempre in occasione della sessione plenaria dell’Assemblea generale, la risoluzione cubana fu respinta solamente da tre Paesi membri su 192 totali: Usa, Israele ed Isole Marshall. La quasi unanimità espressa dalle Nazioni Unite in favore di Cuba non ha ovviamente sortito alcun effetto. Non fosse altro che un’eventuale azione dell’ONU contro gli Usa dovrebbe passare per il Consiglio di Sicurezza, ovvero sarebbe vanificata dal potere di veto esercitatile dagli stessi statunitensi.
Nonostante ciò, la sola presentazione della “questione cubana” di fronte all’Assemblea generale ed il consenso che essa ottiene rappresenta l’ennesima spallata nei confronti di Washington, già duramente provata dal braccio di ferro con il Venezuela per l’assegnazione di un seggio non permanente al Consiglio di Sicurezza per il biennio 2007-2008.