«Sono un membro del Partito

comunista cubano...»

 

 

«Quante sciocchezze sulla stampa italiana. Ancora una volta dovranno aspettare. In ogni caso la rivoluzione è in buone mani»

 

 

| Avana 6 agosto 2006 | P.Vivarelli |

 

 
 

Sono iscritto al Partito comunista di Cuba da 12 anni. Un vecchio militante. E devo questo onore, che oggi più che mai considero tale, a un intervento del comandante Fidel Castro che forzò, leggermente, i limiti dello statuto. A Cuba, infatti, anche gli stranieri possono avere la tessera del partito, purché residenti nell'isola. Per me fu fatta un'eccezione. Vedo quindi quello che sta succedendo in questi giorni non dall'esterno, ma dall'interno e posso tranquillamente dire che la canea di opinioni espressa sulla malattia del lider maximo da buona parte della stampa è semplicemente ridicola. Unica eccezione il manifesto.
Quello che più ha scatenato le ire di chi parla di Cuba senza conoscerla è stata quella che qualcuno (si veda il caso del Corriere della Sera) ha considerato una soluzione dinastica paragonando addirittura Cuba alla Corea del Nord. Tutto questo perché Raul Castro, fratello senza dubbio di Fidel, ha assunto provvisoriamente alcune funzioni. Si dimentica, però, che sono funzioni che, sia pure in sott'ordine, il comandante Raul già esercitava come la direzione delle forze armate e del partito. E si dimentica anche che altre funzioni sono state provvisoriamente affidate ad altri che, per la gioia dei nostri «benpensanti», non sono neanche lontanamente parenti dei fratelli Castro e sono tutti sotto i 70 anni. Fra le tante idiozie scritte c'è quella, manco a dirlo del Foglio, che definisce Raul Castro un «grigio burocrate». La pensa diversamente il poeta Raul Rivero, da anni dissidente e che vive a Madrid, che definisce Raul «uomo con i piedi per terra e un pragmatico che farà bene all'economia».
Si è anche spesso detto che la malattia di Fidel è avvolta dal mistero e che è pressoché impossibile avere notizie precise. Falso. Le notizie precise sono quelle che lo stesso Fidel ha ufficialmente voluto dare. Al di fuori di quelle, ci sono anche le mie personali. Senza considerare che basta avere Sky e collegarsi intorno alle 18 sul canale 916 dove Arcoiris ritrasmette Telesur. Ieri è stato lo stesso presidente venezuelano Chavez a dare notizie assicurando che Fidel si rimetterà in poche settimane. Alla faccia dei cubani di Miami che d'altronde sono poco credibili poiché da anni lo danno per morto o moribondo ogni 7-8 mesi. E anche alla faccia dei vari Sismi, Cia e Mossad posso confermare che Fidel è stato senza dubbio grave, ma che ora sta meglio e mi auguro che ben presto la prognosi che è stata giustamente e ovviamente riservata possa essere sciolta.
Non si dimentichi a tale proposito che la medicina cubana è fra le più progredite del mondo e, fra l'altro, alla portata di tutti proprio grazie al triunfo de la revoluciòn. Tutti i cubani lo sanno e si augurano una pronta guarigione di Fidel, tanto che anche i dissidenti, tranne quelli lautamente finanziati dal Dipartimento di Stato Usa, han tirato i remi in barca e sono estremamente cauti sulla cosiddetta transizione. Nel suo ultimo messaggio il comandante ha fatto appello ai cubani e agli iscritti al partito (siamo in pochi: circa 400.000 su quasi 11 milioni di abitanti) di difendere i valori e le libertà conquistate dalla rivoluzione.

 

* Cineasta