Gli USA ostacolano la giustizia

 

nel caso Posada Carriles

 

 

 4 marzo 2006 -PL-

 

 


Ancora è incerta la conclusione nel caso del terrorista Luis Posada Carriles, arrestato negli Stati Uniti, ma non estradato in Venezuela per essere giudicato per i suoi crimini.

La posizione ufficiale di Washington rivela il vero volto di un'amministrazione che invade paesi dietro la scusa di estremisti reali o inventati, una pericolosa epoca per le relazioni internazionali.

Vari analisti qualificano perfino come ipocrita il discorso della Casa Bianca, perché risponde a nascosti interessi geopolitici.

Nel caso di Posada Carriles, a dispetto del basso profilo che gli dedica la grande stampa, il tema ha un'incidenza particolare per le autorità di questo paese.

Una dimostrazione é la congiura del silenzio sull'estremista, dovuto ai suoi stretti vincoli con le strutture governative e i servizi segreti.

Posada Carriles rimane confinato a El Paso, in Texas, in condizioni eccezionali, ed è accusato solo per essere entrato illegalmente al paese.

In questo senso, la procura si é limitata a presentare imputazioni immigratorie e si é astenuta da apportare irrefutabili prove delle sue attività criminali.

Nell'udienza, il giudice ha rigettato la domanda di estradizione interposta da Caracas, allegando che in questa nazione sud-americana la sua vita correrebbe in pericolo, un'altra delle manipolazioni che pervadono questo processo.

In un primo momento hanno pensato ad un futuro per Posada Carriles  in qualche territorio dell'America Centrale, ma davanti alla reticenza della maggioranza dei governi dell'area, hanno optato per raffreddare il tema e toglierlo alla vista della pubblica opinione.

Più di un milione di cubani si é mobilitato, il 24 gennaio, e per più di sette ore camminarono di fronte all'Ufficio di Interessi nordamericano a L'Avana, al richiamo di “Bush fascista, condanna il terrorista.”

Il tema è di gran sensibilità nell'isola, perché Posada Carriles è il responsabile confesso del sabotaggio all'aeroplano cubano che nel 1976 esplose di fronte alle coste delle Barbados con 73 persone a bordo.

Documenti recentemente resi noti certificano che l’FBI sapeva quello che tramava il terrorista ed il suo complice in quell'azione: Orlando Bosch.

Lo sapeva anche la CIA, agenzia che dopo ha collaborato con la chiamata Fondazione Nazionale Cubano-Americana per aiutarlo ad evitare la giustizia.

È noto che Bosch si stabilì comodamente a Miami, mentre Posada si arruolò nelle peggiori cause degli Stati Uniti nell'area.

Così si racconta la sua partecipazione nell'Operazione Condor, multinazionale del terrore delle dittature militari latinoamericane, responsabile della morte e sparizione di centinaia di migliaia di persone.

Si è comprovata anche la sua partecipazione alle operazioni dei contras in vari  conflitti guerriglieri dell'America Centrale.

Posada Carriles inoltre rimase coinvolto nello scandalo Iran-contras, patrocinato dagli Stati Uniti, che fece emergere la somministrazione di appoggio logistico ai controrivoluzionari nicaraguensi.

Un'enciclopedia on line sul terrorismo in America Latina, edita a Cuba recentemente, rivela che questo individuo non ha mai smesso di perpetrare azioni violente contro L'Avana.

Alla fine della decade degli anni '90, Posada Carriles ha finanziato attentati esplosivi in vari hotel della nazione antillana che costarono la vita ad un turista italiano e ferirono decine di persone.

Il macabro curriculum di Posada Carriles e la sua militanza nei movimenti anticubani della Florida, spiegano la politica delle autorità nordamericane di trattarlo con indulgenza e cercare la maniera più spedita per rimetterlo in libertà.