Una nuova manovra per

 

proteggere Posada Carriles

 

 

 D.F. Mexidor 7 aprile 2006 - PL -

 

 

Una nuova manovra politica pretende di continuare a rimuovere ogni ostacolo che il terrorista Posada Carriles si trova di fronte. Il 20 aprile prossimo, nella città texana di El Paso, gli avvocati e le autorità d’immigrazione si incontreranno con il terrorista per deliberare se gli verrà concessa o meno la naturalizzazione come cittadino statunitense.

 

Quel che si cerca di fare è, evidentemente, evitare l’estradizione.

 

È chiaro che Posada Carriles è un torturatore, un terrorista ed il Governo degli Stati Uniti si vedrebbe coinvolto in uno scandalo senza precedenti se accettasse di concedere la cittadinanza ad un individuo da loro stessi riconosciuto come un pericolo per la sicurezza nazionale.

 

Sono cominciate a circolare notizie anche sulla presentazione di un habeas corpus a favore dell’assassino, poiché non essendo stato giudicato, la detenzione preventiva ha facilitato quest’opportunità.

 

Tutte queste varianti della doppia morale nella lotta contro il terrorismo sono state esposte giovedì sera durante la Tavola Rotonda Informativa "Posada Carriles, Orlando Bosch, il terrorismo anticubano e la politica criminale della Casa Bianca".

 

La Corte Suprema del Venezuela ha formulato la richiesta d’estradizione di Posada Carriles nel maggio 2005, argomentata non solo con il curriculum del terrorista rispetto alle sue aggressioni contro Cuba, ma anche con i suoi legami con la DISIP venezuelana.

 

Randy Alonso, moderatore della trasmissione, ha ribadito che fino ad oggi è stato celebrato contro Posada soltanto un processo amministrativo, per questioni migratorie.

 

L’avvocato José Pertierra ha puntualizzato in un’intervista telefonica da Washington che il tentativo di naturalizzazione che si pretende di attuare non è altro che una parte di una manovra in marcia probabilmente da "prima che Posada mettesse piede negli USA".

 

Il giurista ha inoltre riconosciuto che l’Amministrazione statunitense è stata costretta dalle sue stesse leggi a riconoscere il curriculum criminale del terrorista, perchè altrimenti avrebbe dovuto scarcerarlo, dal momento che secondo la legislazione non si può mantenere a tempo indefinito in stato d’arresto un cittadino.