La distruzione del dossier Posada é

in accordo con la politica di Bush

Afferma Max Rameau, portavoce di CopWatch, a Miami

 

 

26 ottobre 2006 -  J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

Max Rameau, portavoce di CopWatch, gruppo di difesa contro gli abusi polizieschi di Miami, ha affermato, in un'intervista a Granma, che non costituisce una sorpresa  il fatto che l' FBI, di Miami, abbia distrutto il dossier di Luis Posada Carriles essendo "sempre più chiaro che l'amministrazione Bush non sta contro i terroristi o il terrorismo, bensì contro il terrorismo che non è diretto verso i suoi propri bersagli predestinati".

"Lontano dal rifiutare quest'asserzione, l'estrema destra capisce perfettamente questo fatto" aggiunge il leader comunitario, che dirige questo progetto del Center for Pan-African Development.

Rameau segnala il caso di Orlando Bosch che, come Posada, "capisce la Guerra contro il Terrore dell'amministrazione di Bush".

 

Ricorda come, nell' aprile del 2006, questo terrorista concesse un'intervista a WJAN, il canale 41 di Miami — una stazione televisiva che ritrasmette la CNN in spagnolo — nella quale disse tutto circa la distruzione dell'aeroplano della Cubana, salvo il confessarlo.

"Mentre si rifiutava di dire 'sì, io lo feci', quando gli fu domandato circa la gente che fu assassinata a bordo, rispose: ‘In una guerra, ragazzo, come quella che facciamo noi che vogliamo la libertà, lei deve abbattere aeroplani, lei deve affondare barche, lei deve essere preparato per attaccare quello che sta alla sua portata'. Così la domanda è: quale sarà la sorte di questo uomo che va in televisione — niente meno che di una affiliata della CNN — per parlare del suo ruolo nell'esplosione di un aeroplano? Oggi, continua a vivere a Miami, senza essere disturbato dalla polizia della Guerra contro il Terrore".

Rameau ricorda anche come
José Antonio Llama, ex dirigente della Fondazione Nazionale Cubano-Americana, confessò il 22 giugno 2006, nella prima pagina del Miami Herald, che egli ed i suoi colleghi "di questa organizzazione, riconosciuta come senza fine di lucro ed esente da imposte", comprò fucili, esplosivi, barche ed elicotteri "per distruggere edifici ed ammazzare gente a Cuba".

"Benché non possa sorprendere la decisione politica del governo degli Stati Uniti — prima sotto Clinton, nel novanta, quando il complotto stava in piena esecuzione, ed ora sotto Bush — di lasciare liberi, per le strade di Miami, a Llama ed i suoi amici, l'Herald, che è parte della 'stampa libera' degli USA, ha scritto questa storia senza mai usare la parola 'terrorismo' per descrivere l'atto di fare esplodere edifici ed ammazzare civili".

Per dimostrare questa politica dalla doppia misura, Rameau cita il fatto che lo stesso giorno della pubblicazione dell'articolo dell'Herald, l'FBI ed il Dipartimento per la Sicurezza della Patria occuparono un piccolo edificio in uno dei quartieri più poveri del sud degli USA, il quartiere Liberty City, di Miami. Sette uomini furono arrestati con imputazioni vincolate al terrorismo. "Nessuno aveva armi o denaro né addestramento", commenta il responsabile di CopWatch. "Tuttavia, tutti erano neri".

"È difficile immaginare quello che succederebbe se un negro andasse ad una stazione televisiva per raccontare come distrusse aerei o edifici. Cosicché, mentre sette uomini poveri sono ‘satanizzati ' dal governo degli Stati Uniti e dai mezzi di comunicazione pur non avendo fatto nulla, due uomini bianchi sono liberi dopo avere confessato atti di terrorismo".

Nella chiamata guerra contro la droga, spiega il leader, la maggioranza degli arresti riguarda giovani neri. "Questa gente poche volte riceve assistenza e le loro vite sono distrutte alla loro uscita dal carcere".

"Tuttavia, quando giovani bianchi ricchi prendono droghe, possono arrivare ancora ad essere presidenti degli Stati Uniti. Questa realtà porta a farsi domande ovvie se c'è realmente una 'guerra contro la droga ' o se questa 'guerra ' non si usa come pretesto per raggiungere obiettivi "predeterminati".

"Ora bisogna farsi la stessa domanda sulla Guerra contro il Terrore", ha concluso Rameau.