Senza frontiere?

Senza vergogna!
 

 

30 novembre 2006 – Salim Lamrani  www.italia-cuba.it/el_moncada/moncada_ultimo.asp

 

 

Il 12 settembre 2006, l'organizzazione Reporter sans frontières (Rsf) ha pubblicato una lettera aperta in risposta ai suoi detrattori che denunciano la sua mancanza di imparzialità, il finanziamento che riceve degli Stati uniti e il suo programma politico, simile a quella della Casa bianca. L'obiettivo era dimostrare che Rsf non si pronuncia politicamente quando attacca alcuni paesi.

 

Anche stavolta, le spiegazioni di Rsf sono poco convincenti, contraddittorie e piene di bugie

 

1.

Il tentativo di chiarimento comincia ironicamente con una posizione politica molto chiara contro il governo di La Habana, perfettamente allineata con la posizione di Washington: "Cuba è una dittatura", dichiara il comunicato che accusa Fidel Castro di "infliggere al suo paese l'autocrazia e la repressione". Nonostante ciò, Rsf si presenta come un'associazione apolitica unicamente interessata alla "difesa della libertà di stampa"

 

2.
Rsf va oltre: Per caso scelgono i cubani il loro presidente e il parlamento? No. Questa affermazione perentoria illustra la singolare ignoranza di Rsf sul sistema politico dell'isola caraibica. Invece di seguire l'antiquata retorica dell'estrema destra cubana, ereditata dall'epoca di Batista, l'organizzazione parigina farebbe meglio a dare un occhio alla Costituzione dal paese. Imparerebbe di più sul sistema elettorale cubano e non sparerebbe simili spropositi che devono fare sorridere i numerosi giornalisti e diplomatici stranieri installati a La Habana e che hanno già assistito ad elezioni. Ma frequenta in modo così assiduo i nostalgici della Cuba pre-rivoluzionaria che si trovano nelle amministrazioni a Washington o in seno alle organizzazioni di esiliati di Miami che ha assimilato i loro discorsi

 

3.
Hanno diritto a criticare apertamente quelli che li governano? Neanche, afferma Rsf

 

4.

Anche questa accusa non è credibile. Basta guardare la stampa francese e internazionale per accorgersi del contrario. Nessun gruppo di dissidenti nel mondo dispone di un spazio mediatico più importante della dissidenza cubana. Inoltre, le invettive contro il governo cubano non mancano. Per esempio, l'oppositore Oswaldo Payá accusa regolarmente le autorità dei peggiori crimini: "A Cuba ci sono desaparecidos [...]. Ci sono oltre venti bambini assassinati", ha affermato varie volte alla stampa internazionale. Tuttavia non ha passato un minuto in carcere

 

5.

Allo stesso modo, la dissidenza ha organizzato un congresso a La Habana il 20 e 21 maggio 2005. Gli Stati uniti e l'estrema destra di origine cubana della Florida finanziarono interamente il congresso. Vari giornalisti e diplomatici stranieri assisterono, tra loro James Casón, l'antico capo della Sezione di Interessi a La Habana. Lo stesso presidente Bush inviò un messaggio video agli oppositori nel quale affermava che "l'onda della libertà si sta estendendo attraverso il mondo, e in un giorno prossimo raggiungerà le coste cubane". I partecipanti applaudirono calorosamente il discorso dell'inquilino della Casa Bianca, gridando "Viva Bush!". In qualunque paese del mondo, quegli individui sarebbero stati arrestati e processati per associazione con una potenza straniera. Invece la giustizia cubana non ha disturbato nessuno di loro

 

6.
Rsf presenta Oswaldo Payá come un socialdemocratico e lo cita come esempio. Omette di segnalare che Payá appoggiò apertamente il colpo di Stato contro Hugo Chávez in una lettera aperta dell'aprile 2002. Si dimentica anche di ricordare che è strettamente legato ai diplomatici statunitensi presenti a Cuba, come ai gruppuscoli estremisti della Florida

 

7.
Rsf continua ad affermare che '23 giornalisti' sono imprigionati. Per l'organizzazione parigina, basta che qualunque cubano, attratto dal succoso commercio della dissidenza, scriva tre righe contro il suo governo per ottenere il titolo di giornalista indipendente. Poco importa che tra questi '23 giornalisti' solo uno, Óscar Elías Biscet, si sia laureato in una scuola di giornalismo. Poco importa che nessuno di loro abbia esercitato il mestiere di giornalista prima di far parte dell'opposizione. Poco importa che siano stati condannati dalla giustizia cubana per delitti di diritto comune - hanno ricevuto fondi da una potenza straniera, Stati uniti - che niente hanno a che vedere con lo status di giornalista

 

8.

Inoltre, i documenti ufficiali degli Stati uniti, come la legge Torricelli del 1992, la legge Helms Burton del 1996 e la relazione della "Commissione di Assistenza per una Cuba Libera" del maggio 2004 prevedono un budget per la costruzione di un'opposizione interna a Cuba. Nel piano del 2004 la somma è di 50 milioni di dollari. Le ultime misure contro Cuba prese da Bush il 10 Luglio 2006, prevedono di "addestrare ed equipaggiare giornalisti indipendenti della stampa scritta, radiofonica e televisiva a Cuba", e la straordinaria somma di 80 milioni di dollari è destinata, tra gli altri, a raggiungere questo obiettivo. Per caso può Rsf, onestamente, ignorare questa realtà?

 

9.
Rsf finalmente confessa che Washington la sovvenziona mediante la National Endowment for Democracy (Ned), organismo creato dal governo Reagan per promuovere il programma della Casa bianca nel mondo. Ma cerca di minimizzare l'importanza della somma percepita e spiega che è unicamente destinata ad azioni nel continente africano, e non americano.

 

10.
Rsf riconosce anche che riceve un finanziamento del Center for a Free Cuba, un'organizzazione di estrema destra il cui obiettivo è abbattere il governo cubano. Dice anche che non ha mai nascosto queste sovvenzioni di cui si avvantaggia dal 2002. Ciò è falso, perché queste non appaiono nei conti 2002 e 2003. Rsf omette anche di segnalare che il direttore di questo organismo è un certo Franck Calzón. Nel passato uno dei presidenti della Fondazione Nazionale Cubano Americana (Fnca) che, come ha appena dichiarato José Antonio Llama, uno dei suoi vecchi direttori, è gravemente implicato nel terrorismo contro Cuba.

 

11.

Perché Rsf nasconde questa realtà all'opinione pubblica? Come può Rsf accettare denaro da un antico membro di un'organizzazione terroristica?
Rsf rifiuta "l'accusa di accanimento verso Cuba" e afferma che non ha nessun obbligo ideologico verso chi la finanzia. E allora, perché l'organizzazione si riunì con l'ambasciatore speciale dell'amministrazione Clinton per i temi cubani, Stuart Eizenstat, nel 1996 a Parigi? Perché attaccò l'ambasciata di Cuba in Francia il 24 aprile 2003? Perché organizzò un evento nel Teatro del Rond Point di Parigi, sotto lo slogan politico "Cuba sì, Castro no", nel settembre 2003? Perché questa organizzazione si riunì con rappresentanti dell'estrema destra cubana della Florida il 16 gennaio 2004 per firmare accordi e creare un comitato a cui appartiene Robert Ménard, segretario generale di Rsf?

 

12.
Nello stesso modo, perché lanciò campagne mediatiche diffondendo messaggi pubblicitari (nella stampa scritta, nella radio e nella televisione) destinati a dissuadere i turisti dal viaggiare a Cuba, come indica il piano di Bush del maggio 2004? Perché occulta che è l'unica organizzazione citata come esempio nello stesso piano a pagina 20? Perché l'unico rapporto nella pagina principale del suo sito trinlingüe riguarda Cuba mentre, secondo quanto essa stessa dice, la Cina è il maggiore carcere del mondo per giornalisti? Perché l'unico paese contro il quale Robert Ménard esige sanzioni dall'Unione europea è Cuba? Perché il testo che accompagna la classificazione della libertà di stampa 2003 è interamente focalizzato su Cuba col titolo "Cuba, penultimo, prima della Corea del Nord?"

 

13.
Ma il trattamento riservato a Cuba non è che la punta dell'iceberg. In effetti, il programma politico di Rsf va oltre il semplice caso di Cuba. Per esempio, Rsf si è ricordata tardi - cinque anni dopo - del giornalista della catena di televisione Al Jazeera, Sami Al-Haj, e unicamente dopo la pubblicazione di vari articoli che sottolineavano la 'dimenticanza'. Adesso l'organizzazione riconosce che questi fu arrestato sotto "falsi pretesti di collusione con Al Qaeda". "Non sapendo se Sami Al-Haj era stato arrestato per la sua qualità di giornalista e per mancanza di informazione su lui, Rsf ha atteso nel portare a termine altre azioni", afferma il comunicato.

 

14.
Allora, Rsf ha avuto bisogno di un'investigazione di cinque anni per scoprire che Sami Al-Haj era stato arrestato, rapito e torturato solo per la sua condizione di giornalista. Sarà questa la ragione per cui il giornalista sudanese è sparito dalle relazioni 2004 e 2005 in cui Rsf enumera tutti i giornalisti imprigionati in tutti gli angoli del pianeta. Invece, Rsf non ha tardato un istante per avere la certezza che il governo cubano imprigionava giornalisti.

 

15.
Inoltre non è la prima volta che Rsf dà dimostrazioni di compiacenza verso le esazioni contro i giornalisti di Al Jazeera che, un'altra coincidenza senza dubbio, si trova nella lista nera degli Stati uniti per i suoi reportage che mostrano i crimini dei soldati statunitensi in Iraq e Afghanistan. In settembre del 2003, Taysser Alouni fu arrestato in Spagna per semplici sospetti di vincoli con Al Qaeda. Consultato sul tema, Robert Ménard si limitò a dichiarare che i giornalisti non stavano al di là delle leggi e ... nient'altro.

 

16.
Rsf riconosce che il suo 'silenzio' su Sami Al-Haj era colpevole e che 'la sua dichiarazione è una confessione di questa colpevolezza'. Mediante questo mea culpa, Rsf vuole far credere che il caso di Al-Haj non era altro che una sfortunata 'dimenticanza' che, perfino se durò cinque anni, non ha niente a che vedere col fatto che questo sia stato arrestato dell'esercito statunitense.

 

17.
In questo caso, perché Rsf rimane silenziosa su Bilal Hussein, giornalista e fotografo iracheno dell'agenzia di stampa Associated Press (AP), imprigionato dalle truppe di occupazione il 12 aprile 2006 in Iraq, cioè da oltre sei mesi? Bilal Hussein fu accusato di rappresentare una minaccia per la sicurezza e venne imprigionato, ma fino a oggi non ci sono carichi nei suoi confronti, non si è mostrata alcuna prova e non è ancora stato portato davanti a un giudice.

 

18.
I dirigenti di AP hanno respinto le accuse. Affermarono che il loro fotografo non fu mai in contatto con la resistenza irachena ed esigerono prove. "Vogliamo che prevalga la legge. Deve essere processato o liberato. La detenzione indefinita non è accettabile. Siamo giunti alla conclusione che tutto questo è inaccettabile in virtù della legge irachena, delle Convenzioni di Ginevra o di qualunque procedimento militare", ha dichiarato Tom Curley, presidente di AP. In realtà, Bilal Hussein fu arrestato per le foto scattate a Ramadi e Fallujah che mostrano i massacri commessi dall'esercito del Presidente Bush, secondo il suo avvocato Badie Arief Izzat.

 

19.
Perché simile mutismo da parte di Rsf?
Come Rsf può avere credibilità di fronte a questa nuova 'dimenticanza' che riguarda, un'altra volta, un giornalista arrestato dagli Stati uniti? Come può avere credibilità quando si affretta a denunciare la detenzione di un giornalista di 21 anni a Cuba, senza investigazione previa e senza sapere perché le autorità hanno proceduto al suo arresto? Inoltre, Rsf confessa che non ha la minima idea delle ragioni che portarono Ahmed Rodríguez Albacia alla detenzione. Per Rsf, non c'è da discutere: si tratta di Cuba e sicuramente è stato arrestato per la sua condizione di giornalista.

 

20.
Ma non è sufficiente per Rsf. Due giorni dopo, il 20 settembre 2006, condanna con fermezza la detenzione arbitraria di Odelín Alfonso, senza avere la minima idea delle ragioni che causarono l'arresto. Qui un'investigazione previa non è necessaria e non c'è dubbio alcuno: la sua condizione di 'giornalista' è il principale motivo della sua detenzione, secondo Rsf. Poco importa che Odelín Alfonso sia stipendiato dal sito di estrema destra di origine cubano Cubanet, lo stesso sovvenzionato dagli Stati uniti mediante l'Usaid e la Ned. Perfino Rsf è obbligato ad ammettere questa realtà e riconosce che Odelín Alfonso è il "corrispondente di Cubanet", senza naturalmente informare il pubblico su cosa è realmente questo sito.

 

21.
Come può Rsf pretendere di mostrare un'apparenza di credibilità vista la maniera in cui ha trattato l'assassinio del giornalista spagnolo José Couso e del suo collega ucraino Tari Protsyuk da parte dei soldati statunitensi a Baghdad?

 

22.

Come può essere credibile quando fa l'apologia dell'invasione dell'Iraq affermando che il rovesciamento della dittatura di Sadam Hussein ha messo termine a trenta anni di propaganda ufficiale e ha aperto un'era di libertà nuova, piena di speranze e incertezze, per i giornalisti iracheni?

 

23.
Che dire quando aggiunge che "per i media iracheni, decenni di privazione totale di libertà di stampa sono giunti alla fine col bombardamento del Ministero dell'Informazione, il 9 aprile a Baghdad"?

 

24.

Chi può credere ancora nell'obiettività di Rsf? Chi può pensare ancora che Rsf difenda la libertà di stampa e non ha nessun programma politico?
Anche Haiti, sotto la presidenza di Jean-Bertrand Aristide, fu il bersaglio di Rsf. Quando fu abbattuto per un colpo di stato orchestrato da Francia e Stati uniti, Rsf applaudì calorosamente il golpe con entrambe le mani intitolando rumorosamente: "La libertà di stampa recuperata: una speranza da mantenere".

 

25.
A volte, l'organizzazione parigina porta la goffaggine fino a designare apertamente i paesi della sua lista nera: "Rsf si accanisce con regími come l'iraniano, il cinese, lo Zimbawe o il bielorusso", precisa il comunicato. Un'altra coincidenza? Sono esattamente gli stessi paesi che si trovano nel mirino di Washington. Questa volta, neanche Rsf lo nega.

 

26.
Venezuela e il presidente Hugo Chávez, odiato dall'amministrazione Bush, sono stati altri bersagli privilegiati da Rsf. Durante il colpo di Stato dell'aprile 2002, Robert Ménard si guardò dal denunciare il ruolo principale che svolsero democraticamente i mezzi privati opposti al Presidente eletto. Dopo, Rsf ha moltiplicato le relazioni tendenziose contro il governo bolivariano presentando, per esempio, l'arresto di un giornalista colpevole di truffa e deviazione di fondi pubblici, come una violazione della libertà di stampa.
 

27.
Questa ultima accusa fu la goccia che fece traboccare il vaso e suscitò una reazione del governo venezuelano: "La detenzione del giornalista Gustavo Azócar, accusato di delitti comuni di truffa e deviazioni di fondi pubblici, commessi nell'anno 2000 a danno della lotteria di Táchira, agitò la muta internazionale pagata da Bush per diffamare il paese e il governo democratico del Venezuela. L'organizzazione 'Reporter sans Frontières', finanziata dai servizi di intelligence statunitensi, attraverso il National Endowment for Democracy (Ned), ha manifestato la sua 'preoccupazione' per questo caso di giustizia ordinaria. Col concorso dell'opposizione golpista venezuelano, le sue imprese di comunicazione e il presunto delinquente, intendono trasformarlo in un attentato contro la libertà di stampa [...]. Come il governo Bush, i suoi servizi segreti, le sue organizzazioni di facciata ed i suoi lacchè creoli, 'Reporter sin Fronteras' ha cominciato le sue operazioni per il prossimo sabotaggio mediatico contro la Rivoluzione Bolivariana".

 

28.
Per questo caso, Rsf utilizzò lo stesso procedimento elaborato nel 2003 coi giornalisti cubani, che consiste in trasformare temi penali in violazioni della libertà di stampa.

 

29.
D'altra parte, come credere che Rsf si informa sulla difesa della libertà di stampa, sapendo che non si è mai degnato di occuparsi del caso di Mumia Abu-Jamal, il giornalista nero che soffre nelle prigioni sotterranee statunitensi da un quarto di secolo per aver denunciato nei suoi reportage la violenza poliziesca contro le minoranze? Perché Rsf non accusa gli Stati uniti di mettere intoppi alla libertà di stampa proibendo ai giornalisti cubani di esercitare la loro professione nel suo territorio, mentre numerosi media statunitensi hanno antenne permanenti a La Habana?
Infine, il finanziamento di Rsf suscita numerosi punti interrogativi. L'organizzazione dice di ricavare il 48 percento del suo budget (2003) dalle vendite di calendari e album fotografici. Così, 1.984.853 euro arriverebbero solo da queste vendite. Il calendario o l'album fotografico costano 8 euro, cioè Rsf arriverebbe a vendere 248.106 esemplari l'anno, cioè quasi 680 al giorno, 365 giorni all'anno. Come credere a una simile stupidità?
 

30.
Tutti quelli che criticano la sottomissione di Rsf ai centri di potere, che denunciano la sua connivenza con la politica dell'amministrazione Bush e si interrogano sul suo finanziamento non sono altro che 'fidelisti', 'amici castristi' e 'recalcitranti' secondo l'organizzazione parigina. Come se le critiche avessero solo a che vedere col trattamento riservato a Cuba e poco importasse la dimostrazione opprimente di collusione tra Rsf e gli interessi di Washington.

 

31.
Rsf dice di non avere niente da nascondere. Che abbia allora il coraggio della trasparenza e pubblichi questa risposta sul suo sito Internet, come la Red Voltaire ebbe l'eleganza e l'onestà intellettuale di permettere che si esprimesse nel suo. Che abbia anche la prodezza di rispondere punto per punto a tutti questi fatti. Ma, non bisogna sbagliarsi con vane illusioni.

 

 

Note:

1 Reporters sans frontières, Lettre ouverte à ses détracteurs, Réseau Voltaire, 12 settembre di 2006. http://www.voltaire net.org/article143413.html?var_recherche=Reporters+sans+fronti%C3%A8res?var_recher che=Reporters%20sans%20frontières (sito consultato il 12 settembre 2006). In spagno lo: http://www.voltairenet.org/ ar ticle143518.html
2 Ibid.
3 Salim Lamrani, Fidel Castro, Cuba et li Etats-unite (Pantin: Egli Temps dia Cerises, 2006), pp. 247-80.
4 Reporters sans frontières, Let tre ouverte à ses détracteurs, op.cit.
5 il Nuovo Herald, Messaggio di Payá emerge che nell'isola è scomparso, 18 marzo di 2005, p. 23A.
6 Salim Lamrani, Egli Congrès del ' dissidence' cubaine, Cuba Solidarity Project, 30 giugno di 2005. In spagnolo: http://www. rebelion.org/noticia.php?id=15896
7 Pascual Montanaro, Il leader anticastrista Osvaldo Payá appoggiò il colpo di Stato del Venezuela su aprile del 2002, Ribellione, 16 febbraio 2005. www.rebelion.org/noticia.php?id=11455 (sito consultato il 21 marzo 2005); Salim Lamrani, Il 'dissidence' cubaine si avvolgesse aux groupuscules terroristes di Floride, RISAL, 29 marzo 2005. In spagnolo: http: //www.rebelion.org/noti cia.php?id=13056
8 Salim Lamrani, Cuba face à l'Empire (Genève: Editions Timéli, 2006), pp. 69-79.
9 Condolezza Arricci & Carlos Gutierrez, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington: United States Department of State, Luglio 2006). www.cafc.gov/docu ments/organization/68166.pdf (sito consultato il 12 luglio 2006), p. 22.
10 Reporters sans frontières, Lettre ouverte à ses détracteurs, op.cit.
11 Salim Lamrani, La Fondation nationale cubano-américaine est unisce organisation terroriste, Mondialisation, 27 luglio 2006. In spagnolo: http://www.rebelion.org/noti cia.php?id=35223
12 Salim Lamrani, Essi mensonges di Reporters sans frontières, Réseau Voltaire, 2 settembre di 2005; Hernando Calvo Ospina, Dissidents ou mercenaires? (BRUXELLES: EDITIONS EPO, 1998), P.135.
13 Ibid.
14 Ibid.
15 Salim Lamrani Egli silence di Reporters sans frontières meridionale egli journaliste torturai à Guantanamo, Réseau Voltaire, 30 gennaio 2006. In spagnolo: http://www.rebe lion.org/noticia.php?id=25904
16 Salim Lamrani, Cuba face à l'Empire, op.cit, p. 76.
17 Reporters sans frontières, Lettre ouverte à ses détracteurs, op.cit.
18 Robert Tanner, U.S. Holds AP Photographer in Iraq 5 mos, Associated Press, 17 settembre 2006.
19 Ibid.
20 Reporters sans frontières, Un journaliste di 21 ans écroué pari la Sécurité dell'Etat, 18 settembre di 2006. http://www.rsf. org/article.php3?id_arti cle=18891 (sito consultato il 18 settembre 2006).
21 Reporters sans frontières, Un journaliste arrêté, un autre in grève della faim: essi autorités cubaines ont déjà oublié leurs engagements du sommet dia dispari-alignés, 20 settembre 2006. www.rsf.org/article. php3?id_article=18930 (sito consultato il 20 settembre 2006).
22 famiglia Couso, La famiglia di José Couso chiede a Reporter Senza Frontiere che si ritiri della polemica, 17 di gennaio di 2004. www.josécouso.info (sito consultato il 18 luglio 2005).
23 Reporters sans frontières, Iraq rapport annuel 2004. http://www.rsf.org/article.php3?id_article=9884 (sito consultato il 18 luglio 2005).
24 Ibid.
25 Reporters sans frontières, la liberai della presse retrouvée: un espoir à entretenir, luglio 2004. www.rsf.org/article. php3?id_article=10888 (sito consultato il 23 aprile 2005).
26 Reporters sans frontières, Lettre ouverte à ses détracteurs, op.cit.
27 Reporters sans frontières, Reporters sans frontières dénonce unisce régression della liberai della presse, 26 novembre di 2004. www.rsf.org/arti cle.php3id_article=12968 (sito consultato il 27 aprile 2005).
28 Républica Bolivariana del Venezuela, Ministero di Comunicazione ed Informazione, Comunicato, Reporter senza antistanti: indecenza e falsificazione, Venezuelana di Televisione, 9 marzo di 2006. http: //www.vtv.gov.ve/Actualida des.php?IdActualidad=2783 (sito consultato il 10 marzo 2006).
29 Reporters sans frontières, Détention controversée d'un journaliste di télévision, 8 marzo 2006. www.rsf.org/article/ php3?id_article=16694 (sito consultato il 9 marzo 2006).
30 Reporters sans frontières, Comptes di Reporters sans frontières 2003, 2004, www. rsf.org/article.php3?id_arti cle=10589 (sito consultato il 27 aprile 2005).
31 Reporters sans frontières, Lettre ouverte à ses détracteurs, op.cit.
Revisón: Caty R., membro dei collettivi di Ribellione e Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica.