Le barche della morte

 

14/02/2006 tratto da El Moncada

 

Una delle costanti della politica di permanente aggressione dei Governi degli Stati uniti contro Cuba è stata quella dell’uso della promozione dell’emigrazione legale e illegale da Cuba verso gli Stati uniti.

 

Dal novembre 1966, la Legge di Aggiustamento Cubano è stata l’arma attraverso la quale gli Stati uniti hanno orchestrato questa politica di destabilizzazione. L’hanno utilizzata non solo per rubare al paese, specialmente durante i primi anni del processo rivoluzionario, i suoi scienziati, professionisti, tecnici e altre persone qualificate, ma l’hanno anche utilizzata sempre come arma di scorta attraverso la quale sarebbe stato possibile provocare una crisi migratoria tra i due paesi che avrebbe giustificato un’eventuale aggressione militare.

 

Legge ingiusta
per aumentare le tensioni


La Legge di Aggiustamento Cubano rende possibile in maniera automatica il conseguimento della residenza permanente, trascorso un anno e un giorno dal loro arrivo negli Stati uniti, a quasi tutti i cubani, arrivati in modo legale e illegale. Sappiamo inoltre che nessun cittadino di altra nazionalità ha questo privilegio. Attualmente, come è sempre stato, uno dei suoi propositi principali è quello di incentivare l’emigrazione illegale da Cuba, per utilizzarla a fini propagandistici contro il processo rivoluzionario. Non importano le conseguenze che questa emigrazione illegale abbia per i cubani che la tentano, soprattutto per quelli che in modo criminale portano i loro figli minorenni in questa rischiosa traversata per mare.

 

Nell’anno fiscale terminato il 30 settembre scorso, il Servizio di Guardacoste degli Stati uniti ha reso noto di avere intercettato in alto mare 2.712 cubani, più del doppio (1.225) di quelli intercettati durante l’anno fiscale 2004. Il dato dell’anno fiscale 2005 è il terzo più alto di cubani intercettati in alto mare negli ultimi dodici anni. Maggiori sono stati i dati del 1993 (3.656) e del 1994, quando emigrarono, in modo illegale per mare, oltre trentamila cubani, prodotto dell’ultima crisi migratoria tra i due paesi.

 

L’accordo sarebbe
sul reimpatrio


Gli accordi migratori del 1994 e 1995, oggi validi, firmati tra i due Governi, prodotto di quella crisi migratoria dell’agosto 1994, obbligano gli Stati uniti a rimpatriare a Cuba ogni cubano intercettato in alto mare dalle autorità nordamericane, eccetto i casi in cui sia possibile provare una persecuzione politica che giustifichi l’asilo negli Stati uniti. Questo è quanto stipulato negli accordi per dissuadere coloro che prendano in considerazione la possibilità di emigrare in modo illegale per mare. Ma l’Amministrazione Bush, intenzionalmente, non ha rispettato questa parte essenziale degli accordi. Al contrario, l’ha utilizzata per provocare più partenze illegali da Cuba.


Anche se il Servizio di Guardacoste sostiene che solo al 2,5 per cento dei cubani intercettati in alto mare viene concesso asilo politico, ciò che percepisce la gente, a Cuba e nella comunità cubana di Miami, non è questo. E dato che la percezione che si ha non è questa, ancora più persone continuano a partire da Cuba per mare in modo illegale, provocando fatali conseguenze.

 

Muore il 15 per cento
di chi tenta il mare


In studi realizzati da esperti cubani nell’Isola su questa situazione, si stima che almeno il 15 per cento di quelli che cercano di attraversare il mare verso gli Stati uniti muoiano nel tentativo. I dati forniti dal Servizio di Guardacoste e dalla stampa di Miami sono molto diversi, poiché affermano che vi sono state solamente 39 morti confermate in queste traversate durante l’anno fiscale 2005. Solamente in un deplorevole evento, a metà agosto scorso, 31 passeggeri, di una lancia di 28 piedi di lunghezza (circa 8.5 metri) partita da Matanzas, sono stati dichiarati dispersi.

 

Secondo il Servizio di Guardacoste le intercettazioni in alto mare sono caratterizzate da scontri violenti con le autorità e dalla morte degli emigranti. Secondo le stesse autorità, queste persone sono trasportate sempre di più con lance rapide, da una rete di delinquenti specializzata nel traffico umano -sono ex-narcotrafficanti- con sede nel sud della Florida, che ora trovano questo contrabbando più lucroso di quello della droga. Riscuotono da 8mila a 12mila dollari a persona, da coloro che affollano le piccole lance. Nella stragrande maggioranza, quelli che cercano di immigrare sono persone che hanno familiari negli Stati uniti, aspetto che non è determinante per essere considerati come emigranti legali negli Usa, o sono quelli che non vogliono aspettare il loro turno nella quota annuale, stabilita dai trattati migratori, per gli immigrati legali.

 

Altissima l’immigrazione
illegale da altri Paesi


Come parte della sua sistematica campagna pubblica contro Cuba, recentemente un portavoce del Dipartimento di Stato ha detto che la nuova ondata di immigrati illegali cubani è dovuta al sistema imperante nell’Isola, all’aumento delle politiche repressive del regime e al crollo dell’economia cubana. Secondo dati ufficiali durante l’anno fiscale 2005, risulta che sono stati pure intercettati in alto mare, mentre cercavano di entrare illegalmente negli Stati uniti, 3.612 dominicani (900 in più dei cubani intercettati), e nel 2004 erano stati intercettati 3.229 haitiani (2.000 in più dei 1.225 cubani intercettati durante quell’anno fiscale). Il quotidiano brasiliano ‘O Globo’ in un recente articolo sul tema degli immigranti illegali negli Stati uniti, citando fonti ufficiali, segnala che durante il primo semestre dell’anno fiscale 2005, sono stati arrestati 27.396 brasiliani mentre cercavano di attraversare le frontiere statunitensi in modo illegale, una media di 4.556 al mese e di 152 al giorno. E nell’anno 2004 sono stati fermati, mentre cercavano di entrare illegalmente negli Stati Uniti, un totale di 1.160.000 stranieri, il 93 per cento di loro (circa 1.080.000) erano messicani. Sarebbe importante ricordare al Dipartimento di Stato che nessuno dei paesi natali di quegli emigranti illegali ha un pizzico di socialismo nel suo sistema; dato che sono Stati clienti degli Stati uniti le loro economie non hanno potuto crollare perché sono state sempre in rovina; il che è ampiamente di dominio pubblico, come il fatto che, quotidianamente, tutti questi paesi soffrono crudeli politiche repressive, le cui vittime ogni anno si contano a migliaia. E per di più, nessuno di questi cittadini può usufruire dei benefici di una Legge di Aggiustamento Cubano nel caso riuscisse a entrare in modo illegale negli Stati uniti, al contrario sono perseguitati con accanimento.

 

È ora di finirla


È ora che venga messa fine a una spregevole politica che utilizza i nostri compatrioti, soprattutto i nostri figli minori, come carne da cannone. Che venga annullata la Legge di Aggiustamento Cubano; che venga aumentato il numero dei visti di emigrazione a quei cubani che vogliano emigrare e che abbiano i requisiti richiesti dai regolamenti degli Stati uniti, in modo che tutto avvenga in modo legale e in modo sicuro, per loro e per i loro figli; che gli Stati uniti mettano fine alla politica genocida del Blocco e al resto della loro politica di aggressione permanente e che, infine, rispettino il diritto del popolo cubano a vivere e a svilupparsi in pace. E, allora, vedremo.

 

Andrés Gómez
direttore di Areítodigital- Miami (Usa)