Sono state denunciate

 

organizzazioni di Miami

Il FBI “scopre” terroristi di colore e protegge il terrore cubano-americano

 

 

 

Avana 7 luglio 2006 - J.G.Allard www.granma.cu

 

 

“Contro una persona che ha confessato di aver comprato elicotteri, armi automatiche ed imbarcazioni per azioni terroristiche”, le autorità  di polizia “non fanno nulla”, però stimolano i piani di individui che appartengono a minoranze razziali per arrestarli, ha detto Jack Liberman, portavoce della filiale della Florida dell’organizzazione nordamericana dei diritti umani Peace and Justice, denunciando il recente arresto di sette persone, accusate di “terrorismo”, nel quartiere Florida City di Miami.

 

Liberman si è aggiunto a Max Rameau, portavoce del gruppo Cop Watch di Miami e a rappresentanti del NAACP di Miami Dade e del Haiti Solidarity Committee, che hanno partecipato a una conferenza stampa, concepita come un grande show pubblicitario, davanti al magazzino dove si riunivano i sette presunti cospiratori incarcerati dal FBI.

 

Contrariamente al criminale cubano-americano Robert Ferro, arrestato recentemente con più di 1.500 armi da fuoco ed esplosivi in California, i sette di Florida City sono stati processati con quattro accuse di cospirazione per aver commesso atti terroristici. Ferro dovrà rispondere di semplici accuse di possesso illegale di  armi.

 

Secondo il Nuevo Herald di Miami, Jack Liberman ha spiegato che la sua organizzazione ha “problemi a credere a quel che dice l’Amministrazione Bush, che ci ha mentito su tutto, dall’Iraq fino a New Orleans e ha criminalizzato la libertà d’espressione”.

 

Liberman è un attivista dei diritti umani nel Sud della Florida. Sia Rameau che Liberman non si sono potuti incontrare con gli arrestati, Narseal Batiste, 32 anni, Patrick Abraham, 26, Burson Augustin, 21, Rothschild Augustine, 22, Naudimar Herrera, 22, Lyglenson Lemorin, 31 e Stanley Grant Phanor, 31. Tutti quanti cittadini di colore residenti a Florida City, il quartiere più povero e discriminato della città più povera degli Stati Uniti.

 

Tutti quanti sono stati arrestati nel magazzino che frequentavano – ubicato nella 15º Ave. –, tranne Lyglenson che si trovava ad Atlanta.

 

Lemorin e Phanor sono di nazionalità haitiana e non hanno cittadinanza nordamericana.

 

Gli attivisti hanno accusato il governo di aver  inventato prove  contro i sette uomini di colore, mettendo a confronto il fatto con l’inazione di fronte alla confessione di  José Antonio Llama, ex direttore della Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA), che ha accusato  i suoi colleghi di essersi impossessati di un arsenale per compiere atti di terrorismo contro Cuba (compreso il bombardamento aereo di luoghi pubblici), nel quale ha investito più di 1,5  milioni di dollari del suo  patrimonio personale.

 

Cosa stanno aspettando a fermare e processare questi uomini, che hanno confessato di aver commesso atti terroristici? Il governo deve difendere le libertà  civili e non fomentare potenziali atti terroristici”, ha enfatizzato Liberman, stando al Nuevo Herald.

 

L’attivista ha denunciato che un agente doppio del FBI ha informato le autorità sui presunti piani del gruppo, “li ha incoraggiati e appoggiati”. “Ma contro una persona che ha confessato di aver comprato elicotteri, armi automatiche ed imbarcazioni per uso terroristico non stanno facendo nulla, è in libertà”, ha aggiunto.

 

Stando alla catena televisiva CBS, Rameau ha dichiarato che “se un’organizzazione afroamericana confessasse di aver fatto esplodere in pieno volo un aereo e di aver comprato armi per attaccare un altro paese, i suoi membri verrebbero arrestati immediatamente”.

 

“Tuttavia, se questi terroristi del Sud della Florida sono bianchi e ispanici, i mass -media non li demonizzano, né reclamano il loro arresto e la polizia, locale o federale, è contenta di lasciarli continuare a compiere le loro azioni”.

 

La CBS precisa che Rameau si riferisce a Orlando Bosch e José Antonio Llama, che hanno confessato pubblicamente i loro crimini di terrorismo senza che mai il FBI si sia interessato alle loro attività.

 

Il FBI di Miami si caratterizza da anni per il suo indefettibile sostegno ai terroristi di origine cubana legati alla Casa Bianca attraverso la FNCA e il Cuban Liberty Council.

 

Luis Posada Carriles, che con Orlando Bosch si è vantato in varie occasioni del suo sterminato curriculum terroristico, gode di un trattamento preferenziale da parte dei servizi d’immigrazione. Intanto due dei suoi discepoli, Santiago Alvarez e Osvaldo Mitat, sono in attesa di un processo per possesso illegale di armi.

 

L’intera pagina dei sospettati di terrorismo “più ricercati” (most wanted) del FBI di Miami riporta esclusivamente foto che identificano individui con una sola e comune caratteristica: sono di origine mediorientale.

 

Il FBI di Miami ha avuto due direttori da quando, nel dicembre 2003, Héctor Pesquera se n’è andato. Questi, quando arrivò a Miami, ordinò l’immediata interruzione di ogni indagine sul terrorismo cubano-americano.

 

Pesquera si incaricò personalmente di arrestare i Cinque, di infliggere loro il più rigido isolamento per 17 mesi, di organizzare il loro processo davanti a un giudice e una giuria compiacente e di rinchiuderli in cinque prigioni differenti del paese, distanti varie migliaia di km l’una dall’altra.

 

È stato sempre lui a non accorgersi della presenza sul suo territorio, durante sette mesi, di 14 dei 19 membri di Al Qaeda autori degli attentati dell’11 settembre.