6 dicembre 2007 - J.G Allard  www.granma.cu

 

Una reliquia del regime di Reagan per

spiare Cuba e il Venezuela

 

 

 

Infiltrava il Governo di Noriega a Panama mentre era in preparazione l’invasione nordamericana; fu consulente di la nuova "spia in capo"Duhalde in Argentina quando il paese stava precipitando nel disastro economico; ammette di essere socio di Lyndon LaRouche, il controverso politico nordamericano d’estrema destra: la nuova "spia in capo" che Bush ha designato contro Cuba e il Venezuela è un’autentica reliquia del regime di Reagan, del quale fu un consigliere privilegiato.

 

Tutto indica che a Bush non rimanga altra scelta che cercare nell’armadio di papà per reclutare alti funzionari del suo governo in declino. Norman Bailey, che il direttore nazionale dell’Intelligence statunitense, John Negroponte – altro residuo dell’entourage reaganiano –, ha appena nominato "Capo Missione" dell’Intelligence nordamericana per i due paesi fratelli, ha un lungo curriculum di attività per la CIA, dove non mancano incoerenze e assurdità.

 

La sua biografia ufficiale indica che Bailey è "economista consulente" e "professore" della Fondazione Potomac di Washington, un think tank più addentro alla rete alla quale sono affezionati i mandarini repubblicani.

 

L’assistente speciale del presidente Ronald Reagan per le questioni economiche internazionali e membro del Consiglio per la Sicurezza Nazionale (NSC la sigla in inglese), ha esortato la NSA, l’agenzia di spionaggio elettronico che sorveglia la posta, a spiare i movimenti di denaro su scala mondiale. Possiede un suo ufficio personale, la Norman A. Bailey Inc., che è stata consulente anche della Mobil Oil.

 

Ma questo sessantenne dal profilo rotondo, al di là di tutti i suoi titoli e coperture, formatosi con l’Intelligence militare e laureatosi alla Columbia University, ha agito da decenni come testa di ponte della CIA, con governi latinoamericani che, dandogli la loro fiducia, accelerarono la loro fine.

 

Fu lui che gestì i piani di George Bush padre, del Dipartimento di Stato e della CIA nel 1989 a Panama, quando si stava preparando l’invasione.

 

Si dice che fu grazie alle sue indiscrezioni, forse ispirate da Otto Reich, che il giornalista Seymour Hersch pubblicò su The New York Times una vera e propria raffica di crimini ipoteticamente commessi da Manuel Noriega, dando il via ad un’ampia campagna di discredito internazionale e ad una serie di operazioni coperte.

 

Consigliò allora Noriega e lo "accompagnò" fino alla funesta risoluzione della crisi che portò il Presidente panamense in un carcere nordamericano, dopo un vero e proprio massacro di panamensi umili dei quartieri più sfavoriti della capitale.

 

Si avvicinò con la stessa spudoratezza al presidente argentino Eduardo Duhalde, in qualità di grande esperto finanziario nordamericano – il suo ruolo favorito – dopo la brusca fine del governo De La Rúa, nel dicembre 2001, con l’economia argentina in fiamme.

 

Il quotidiano Clarín dell’8 marzo 2002, annunciò con ammirevole innocenza che "il Presidente sta già ricevendo consigli dai suoi consulenti americani" e che il giorno prima si era incontrato nel palazzo presidenziale con Norman Bailey, "uno specialista che è stato consigliere di (George W.) Bush durante la sua campagna", allo scopo di migliorare "i suoi contatti negli USA".

 

Al Presidente, rimasto solo, raccomandò di reprimere con la forza l’agitazione sociale o, se non funzionavano a breve termine le maniere forti, provocare elezioni come diversione. Raccomandò anche di emettere buoni con fidecommesso delle terre dello Stato. Poco dopo aver ricevuto tutti questi buoni consigli da un consulente "indipendente" appartenente alla CIA ed ai circoli più intimi dell’inquilino della Casa Bianca, Duhalde finì negli implacabili archivi della storia.

 

 

COMPARE DI LYNDON L. LAROUCHE

 

 

Bailey, in tutti questi decenni che hanno visto (in una maniera o l’altra) prevalere il reaganismo a Washington, Bailey ha continuato a manifestarsi in America Latina con molteplici etichette. Si dice che sia apparso nel processo di dollarizzazione in Ecuador e che abbia partecipato alla concezione del Plan Colombia.

 

Ma ciò che più attrae l’attenzione nel suo curriculum è la sua amicizia confessa con Lyndon H. LaRouche Jr., ex candidato presidenziale e membro eminente dell’estrema destra nordamericana, che gestisce una rete di Intelligence la cui ampiezza ed efficienza ha elogiato pubblicamente.

 

Bailey è colui che LaRouche ha utilizzato per penetrare la Casa Bianca poco dopo che il funzionario-spia venisse nominato nel Consiglio di Sicurezza Nazionale.

 

Lo stesso Bailey ha raccontato di essere stato orientato allora da ufficiali del NSC affinché conversasse con un gruppo di seguaci di LaRouche, che offrivano di passare informazione d’Intelligence.

 

A partire da lì ha mantenuto rapporti stretti e regolari con il gruppo ed il suo capo, che è andato a trovare perfino nel suo ranch esclusivo di Loudoun County.

 

LaRouche viene definito dai suoi nemici un antisemita propenso a concepirsi come una sorta di Hitler, alla testa di una setta occulta.

 

Bailey, nella sua apologia di quella controversa organizzazione, ha segnalato che questa "costituisce uno dei migliori servizi d’intelligence del mondo", perchè può operare "più liberamente e apertamente delle agenzie ufficiali", cosa che gli permette di parlare "con primi ministri e presidenti".

 

L’agenzia nordamericana AP (nel dicembre 1999), in un dispaccio proveniente da Washington in cui si denunciava l’apparizione di "nuove minacce alla sicurezza degli Stati Uniti in America Latina", l’agenzia nordamericana AP citava i grossolani attacchi di Bailey al presidente del Venezuela Hugo Chávez, eletto democraticamente l’anno precedente.

 

Bailey dichiarava nel suo sproloquio che il governo dell’Ecuador era "completamente in bancarotta" e suggeriva di non scartare un "intervento militare". A proposito di Panama disse allora che era "un paese vulnerabile alle incursioni della guerriglia" e che le possibilità di sabotaggio al canale sarebbero state "enormi", cosa che (naturalmente) gli permetteva di sognare un’altra avventura nell’istmo.

 

L’attuale Spia in Capo contro Cuba e il Venezuela esprimeva apertamente sul Washington Times, nel marzo 2001, il suo desiderio di una caduta del prezzo del petrolio. Ciò avrebbe avuto, commentava, "conseguenze catastrofiche" per il Venezuela.

 

Più tardi ha irriso grossolanamente il progetto di gasdotto transcontinentale elogiato da Chávez: "Se vogliono costruire il gasdotto che lo facciano, ma non ha nessun senso economico. È completamente stupido". A Bailey è scappata anche una dimostrazione della sua visione poco sottile dell’America Latina: "Pensare che Bush abbia bisogno di Kirchner per contenere Chávez è idiota".