La Henry Reeve non andò

 

in Louisiana, ma...

 

26 agosto 2006 - O.Oramas Leon www.jgranma.cubaweb.cu

 

 

 

Fra alcuni giorni si compirà un anno dall'uragano Katrina che, sul suo tragitto, lasciò una serie di devastazioni negli stati del sud degli Stati Uniti, ed il disastro nella città di New Orleans, con cicatrici aperte a tutt'oggi.

Basta leggere i titoli di alcuni mezzi di comunicazione raccolti ieri in Internet: "Ritarda governo aiuti a disastrati", "Democratici faranno uso elettorale di Katrina", ancora "La desolazione abita a New Orleans", "Profughi si rifiutano di ritornare ai luoghi di origine", "Migliaia di disastrati sono senza abitazione"... e così molti altri dello stesso tono.

La stagione ciclonica si inaugurò ben attiva ed in aggiunta a queste notizie un responsabile degli ingegneri degli Stati Uniti ha appena assicurato che le dighe della capitale del jazz continuano ad essere insicure e che ancora il governo non dispone di un piano adeguato nel caso si ripetesse la fatidica congiuntura.

Ma tra quei titoli si dimentica un fatto di quei giorni che allora, oggi e domani, continuerà ad essere una notizia per coloro sottoposti alle conseguenze di fenomeni naturali come un uragano, un terremoto o uno tsunami, senza distinzione per l'ubicazione geografica o le differenze politiche.

Appena si seppe della grandezza del disastro
nel sud degli Stati Uniti, Cuba mise a disposizione delle vittime un contingente di medici che, zaini in spalla, avrebbero portato l'esperienza e quanto necessario per soccorrere migliaia di nordamericani che richiedevano di attenzione sanitaria.

Il contingente di 1586 medici, prese il nome di Henry Reeve, lo statunitense solidale ed internazionalista che offrì la sua vita per l'indipendenza di Cuba.

La piccola e vicina Cuba offriva la cosa migliore che aveva, la sua risorsa umana, accompagnata da medicine ed ospedali da campo, senza aspettare nulla in cambio, salvo l'onore e la soddisfazione di salvare vite.

L'offerta fu respinta per considerazioni politiche su cui non è necessario dilungarsi. Ma pochi giorni dopo, si costituì il Contingente Internazionale Henry Reeve, che Cuba mise a disposizione di altri popoli in situazioni di disastri o epidemie.

Quel giorno, il Comandante in Jefe Fidel Castro sottolineava che il nostro paese stava formando professionisti disposti a lottare contro la morte in qualunque posto del mondo. L'anno trascorso lo ha dimostrato.

La brigata cubana non andò in Louisiana, né nel Mississippi, ma dopo Katrina arrivò la tormenta tropicale Stan, che seminò la morte in Guatemala. Lì si inaugurò Il Contingente che dopo fece mostra di gran valore umano in Pakistan, Bolivia e, in questi giorni, lo segue facendolo a Java, Indonesia, sempre col riconoscimento delle autorità governative e, soprattutto, con la gratitudine di questi popoli.