Le minacce a Cuba dagli Stati Uniti

 

ripetono gli stessi vecchi errori

 

 

3 agosto 2006 -  www.prensalatina.it

 


 

Le minacce contro Cuba emesse nelle ultime ore di venerdì dal governo degli Stati Uniti e dai gruppi anticubani radicati a Miami ripetono i vecchi errori che li condussero al fallimento, come accade da molte decadi.

Le analisi, generalmente fallite, degli strateghi
nordamericani considerarono ora la congiuntura esistente per la malattia del presidente Fidel Castro, come favorevole per rinnovare in pubblico il loro proposito di liquidare il processo vigente in Cuba.

Dichiarazioni dello stesso presidente statunitense, George W. Bush, parlarono ancora sulla disposizione di Washington di applicare il piano con l'annesso segreto che secondo gli analisti contiene progetti clandestini e violenti.

Senza preoccuparsi per le accuse di ingerenza, Bush patrocina un governo cubano di transizione ed ignora la validità delle misure adottate d'accordo con la Costituzione nazionale per la delegazione temporanea delle funzioni fatta da Fidel Castro.

Si deve ricordare che Raul Castro è il primo vicepresidente del paese, ratificato dal Parlamento e nell'area politica occupa il ruolo di Secondo Segretario del Partito Comunista di Cuba dalla creazione del suo Comitato Centrale, nel 1965.

Parallelamente, i principali porta voci delle organizzazioni di Miami appoggiati dalla Casa Bianca parlarono di una certa incertezza e di anelate ribellioni militari e civili a Cuba che nessuno ha mai visto e i giornalisti stranieri accreditati qui sono testimoni di questo fatto.

Le dichiarazioni rilasciate davanti alle televisioni dopo una riunione di questi gruppi con Bush sono una copia esatta di quelli realizzati durante quasi mezzo secolo dagli stessi personaggi o dai loro discendenti.

Come nelle anteriori opportunità, i loro autori, imitando lo struzzo quando nasconde la sua testa sotto la sabbia, si rifiutano di riconoscere la verità del panorama presente, che è davanti ai loro occhi.

La situazione di normalità registrata a Cuba, e l'appoggio della popolazione al proclama emesso da Fidel Castro, materializzati negli impegni di incrementare la produzione ed avanzamento nei programmi sociali e nella difesa, costituiscono la realtà attuale.

Inoltre, i minacciosi avversari sembrano dimenticare che i loro tentativi realizzati nel passato, materializzati in aggressioni dirette, non solo culminarono in un fallimento, ma provocarono anche un rinvigorimento e un approfondimento della rivoluzione.

I cubani affrontarono vittoriosamente, praticamente dallo stesso 1959, un'offensiva terroristica di grande portata con perdita di vite e beni, organizzata ed auspicata dalla CIA, con appoggio delle amministrazioni nordamericane.

Le sabbie di Playa Giron, nell'occidentale provincia di Matanzas, furono scenario, nel 1961, dei combattimenti nei quali i cubani respinsero l'invasione di un esercito addestrato ed armato dagli Stati Uniti e sbarcato con appoggio delle loro forze armate regolari.

I membri delle milizie popolari liquidarono sulle montagne dell'Escambray, nel centro di Cuba, i gruppi preparati dalla stessa CIA per provocare la destabilizzazione ed il terrore tra il contadini della zona.

Milioni di cubani sfidarono il pericolo mortale di una guerra nucleare nell'ottobre del 1962 per difendere, durante la Crisi dei Missili, il loro diritto all'autodeterminazione e sovranità.

Uno dopo un altro, centinaia di complotti per uccidere Fidel Castro ed altri dirigenti furono smascherati e sconfitti dai servizi segreti dello Stato, malgrado, nella loro preparazione, parteciparono gli specialisti più celebri degli Stati Uniti in questo campo.

Il grado di organizzazione ed efficienza raggiunto dalle forze armate cubane e per la loro strategia di difesa con la partecipazione di tutta la popolazione, si prepara ora a combattere contro coloro che pretendono ignorare molti capitoli della storia dell'ultimo mezzo secolo.

Ig/jrr