| Caracas 18 agosto 2006 | www.prensalatina.it |

 

Il Venezuela impegnato nelle indagini

sull’evasione dal carcere militare

 

Le indagini sulla fuga dell'ex sindacalista Carlos Ortega da un centro di detenzione militare, avvenuta il fine settimana, sono al centro dell’attenzione della società venezuelana davanti alla rivelazione di nuovi elementi.

Le indagini sull'evasione di Ortega, in compagnia di altri tre detenuti dal Centro Nazionale Penitenziario Militare di Ramo Verde, partono dalla  complicità del personale di guardia nell'installazione.

I latitanti erano in prigione per essere gli organizzatori di una serrata petrolifera, nel 2004, che doveva destabilizzare il governo venezuelano. Fonti vincolate alle indagini hanno detto che la Procura Militare presenterà imputazioni contro 14 soldati della prigione, con l’accusa di collaborazione nel fatto.

La relazione del personale include l'ufficiale responsabile dei servizi la notte in cui si concretò la fuga, come vari elementi della guardia che si presume appoggiarono l'illecito in cambio di forti somme di denaro.

Insieme ad Ortega scapparono il colonnello Jesús Farias ed il capitano Rafael Farias, che scontavano nove anni di prigione per il caso dei 140 paramilitari colombiani imprigionati nel maggio del 2004, come parte di un piano diretto contro il presidente Hugo Chávez.

All'evasione prese parte il colonnello Darío Farias, che si trovava in attesa di essere processato per essere stato fermato in un’area pubblica con un'arma da guerra in suo possesso.

Da parte sua, l'organizzazione non governativa Giornalisti per la Verità  presenterà, davanti alla Procura Generale, una querela sul trattamento informativo che la televisione Globovision ha fornito
del fatto.

A tal proposito, il ministro dell'Informazione e Comunicazione, William Lara, ha osservato che alcuni mezzi di comunicazione arrivarono perfino a giustificare la fuga dei detenuti, qualificando ciò come legittimo.

Questa situazione, insieme alle notizie sulla fuga prima che si conoscesse in maniera ufficiale, sarà oggetto di indagini da parte del Pubblico Ministero.

Ig/mem

 

 

| Caracas 15 agosto 2006 | www.prensalatina.it |

 

Ministro venezuelano presume appoggio

 

esterno in fuga di carcerati

 


Il ministro della Difesa del Venezuela, generale in capo Raúl Baduel, anticipò la presumibile complicità straniera nella fuga, domenica, di quattro golpisti da un centro di reclusione militare.

L'evasione incluse l'ex sindacalista Carlos Ortega, leader di uno sciopero petroliero nel 2002-2003 che costò 14mila milioni di dollari al paese, e tre ex ufficiali (Dario, Jesus e Rafael Faria) incarcerati per azioni contro il governo costituzionale.

Baduel osservò che una fuga di questo genere ha sempre un supporto logistico ed un'erogazione significativa di risorse, per cui può presumersi una complicità interna nella prigione ed anche esterna.

Davanti a delle precisazioni sollecitate in un’intervista nel programma “En confianza” della Televisione Venezuelana, l'alto ufficiale venezuelano assicurò che nel paese esistono agenti locali che appaiono come rappresentanti di interessi stranieri.

Indicò che Jesús Faría già offrì delle dichiarazioni alla radio colombiana, nelle quali assicura che la fuga si realizzò all'alba di domenica, benché l'evasione si scoprisse solo a mezzogiorno. Secondo Baduel, questo lasso di tempo è sufficiente per nascondersi e perfino per uscire illegalmente dal paese.

Il Ministro della Difesa venezuelano considerò possibile che i tumulti provocati dopo la fuga, avessero il proposito di ostacolare le investigazioni, benché il direttore della prigione li attribuisce allo scontento provocato dalla sospensione delle visite.

Precisò che l'argomento delle visite non sembra un motivo consistente, perché una delle azioni vandaliche fu accedere violentemente all'ufficio del direttore e distruggere computer e documenti. “Sembrerebbe una pretesa per ritardare l'investigazione e far sparire materiali utili per l'indagine sull'evasione”.

Ortega era recluso nella prigione di Ramo Verde, a circa 40 chilometri ad ovest di Caracas, dopo essere stato condannato a 15 anni di prigione per delitti di ribellione civile, istigazione alla disubbidienza delle leggi ed uso di documento pubblico falso.

Il colonnello Jesus Faria ed il capitano Rafael Faria scontavano nove anni di prigione per aver facilitato l'entrata nel paese di un centinaio di paramilitari colombiani ed il colonnello Dario Faria aspettava il processo, tra le altre accuse, per sottrazione di armi da guerra.
Ig/Ml

 

 

| Caracas 15 agosto 2006 | www.prensalatina.cu |

 

Si collega fuga di cospiratori

 

venezuelani con piano violento

 


Il giornale VEA ha rivelato che le indagini della polizia, sulla fuga da una prigione militare di quattro cospiratori, portarono alla scoperta di comunicazioni elettroniche, relazionate col caso, provenienti dagli Stati Uniti.

Il direttore della pubblicazione, Guillermo García Ponce, ha chiesto alle autorità di stare all'erta davanti a possibili successive azioni destabilizzatrici  poiché, secondo il suo giudizio, esiste nel paese una controrivoluzione ed una quinta colonna organizzata.

La scorsa domenica scapparono, da una prigione vicina a Caracas, l'ex sindacalista Carlos Ortega condannato a 15 anni di prigione per delittidi ribellione civile, istigazione alla disubbidienza delle leggi ed uso di documento pubblico falso. Inoltre fuggirono il colonnello Jesús Faria ed il capitano Rafael Faria che scontavano nove anni di prigione per la loro complicità con l'entrata nel paese di un centinaio di paramilitari colombiani. Il quarto evaso é il colonnello Darío Faria che aspettava di essere giudicato, tra altre accuse, per sottrazione di armi da guerra.

In un'intervista nel programma "Con Fiducia" della Televisione Venezuelana, Garcia Ponce ha accusato i settori oppositori, contrari alla via elettorale, d’aver organizzato la fuga, fomentando la tendenza alla violenza e all'astensione

García Ponce, un veterano dirigente comunista che, negli anni 60, fuggì dallo stesso carcere mediante un tunnel, ha detto che "tutto è perfettamente coordinato e sincronizzato affinché questa fuga faccia parte di un'operazione diretta a creare il caos."

L'azione, ha aggiunto, ha il fine di appoggiare un processo di destabilizzazione delle istituzioni venezuelane.

Secondo la rivelazione di VEA, si scoprì una email tra una persona identificata come Leopoldo Torres, dagli Stati Uniti, ed un assistente di Alberto Federico Ravell, di Globovisión, di nome Edith Ruiz.

"Leopoldo Torres lavora negli Stati Uniti in Homeland Seguridad che è qualcosa di simile al Ministero dell'Interno in Venezuela ed è figlio di Betty Torres, ex giudice, che é sentimentalmente legata a Carlos Ortega", secondo la fonte.

Secondo la rivelazione, Ruiz è persona di fiducia di Ravell, direttore di Globovisión, un canale venezuelano di marcata tendenza conservatrice.

Secondo le stesse fonti, la posta elettronica di Ruiz incluse un file audio con la voce del colonnello Jesús Faría, letto da Globovisión, che si dirige al paese per spiegare le cause della sua fuga.

Nella comunicazione, scoperta dalla polizia, Torres informa che sta "Già fuori dalla prigione, questo mi tranquillizza molto, il mio numero è 0017862633046. Ti avviso quando arrivo, tranquilla, di questo si sta incaricando Patrizio V.".

Precisa che esiste la presunzione che "Patrizio V." è Patrizia Poleo, una conosciuta oppositrice venezuelana.

Secondo la rivelazione di VEA, alcuni credono che questa conversazione comprova che gli evasi riuscirono a scappare dal paese, benché possa essere un inganno per confondere gli investigatori.

Nel frattempo, aggiunge, aumenta la convinzione che la fuga forma parte di un piano, in gran scala, per per destabilizzare le istituzioni democratiche.

lac/Ml