Mogli cubane affrontano la proibizione

 

degli Stati Uniti di visitare i loro mariti

 

incarcerati nelle prigioni nordamericane
 

 

 

 

30 luglio '07 - M.Voss* www.prensa-latina.it (PL)

 

 

Due donne cubane i cui mariti compiono lunghe condanne negli Stati Uniti per cospirazione per commettere spionaggio, fanno una campagna affinché sia permesso loro di visitarli nella carcere.

Non è che le autorità cubane rifiutino loro il permesso di viaggiare, ma per circa 10 anni le autorità statunitensi hanno negato loro ripetutamente i visti.

Loro sono due delle mogli dei cosiddetti Cinque Cubani, che sono stati arrestati in Florida nel 1998 come parte di una supposta rete di spionaggio conosciuta come “Red Avispa”. Agli inizi di questo mese la BBC ha trasmesso un'intervista col leader del gruppo, Gerardo Hernandez, dalla sua prigione in California.

Attualmente lui sta compiendo due ergastoli per cospirazione per commettere spionaggio ed assassinio.

Questa è stata la prima intervista con uno dei Cinque ed occupò le prime pagine di Cuba, che sostiene fermamente che questi uomini sono stati condannati ingiustamente e sta facendo una campagna per un nuovo giudizio.

Visti non concessi

Dalla sua prigione di massima sicurezza in California, Gerardo Hernandez descrisse la sua vita dietro le sbarre.

“La peggiore parte del trattamento che ricevo non ha a che vedere con la prigione bensì col fatto che non ho potuto vedere mia moglie per 10 anni, poiché il governo degli Stati Uniti non le dà il visto”.

Mi sono incontrato con sua moglie Adriana in un ufficio nel centro de L'Avana, una donna che parla dolcemente, ma che si esprime molto bene e con determinazione.

E’ venuta all’intervista con decine di depliant e di libri scritti sul caso dei Cinque.

Io avevo il mio computer portatile con una copia dell'intervista della BBC ed una traduzione della stessa in spagnolo.

“Ho sollecitato il visto in sette occasioni”, mi ha detto, “ed ogni volta mi hanno dato una ragione differente per rifiutarlo. Mi hanno detto che posso essere un pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti, una possibile terrorista e perfino un'immigrante illegale”.

Adriana, che parla regolarmente con suo marito per telefono, si siede silenziosamente mentre le faccio l'intervista, concentrandosi intensamente sulla voce di suo marito, mentre una favilla occasionale di emozione le attraversava il viso.

“Questa cosa è stata come un raggio di luce”, mi ha detto. “Mi dà una speranza di incontrarlo faccia a faccia di nuovo. Nonostante non potremo toccarci, anche solo guardarci negli occhi, per me, significherebbe moltissimo.

Giudizio controverso

I Cinque cubani, nel 2001, in un tribunale di Miami sono stati riconosciuti colpevoli di un gruppo di accuse, che includevano esibire documenti falsi, tentare di ottenere segreti militari degli Stati Uniti e spiare i gruppi di esiliati cubani.

E’ stato un giudizio molto controverso, particolarmente perché si è svolto a Miami, il centro delle attività dell'esilio anticastrista cubano negli Stati Uniti. Il periodico Miami Herald lo ha descritto recentemente come uno dei casi criminali più politicizzati del Sud della Florida.

Dei Cinque, Antonio Guerrero e Ramon Labañino sono stati condannati ad un ergastolo, Fernando Gonzalez a 19 anni, ed a 15 anni Rene Gonzalez. Gerardo Hernandez è stato anche accusato di cospirare nel caso della morte di quattro esiliati cubani, i cui aerei da turismo sono stati abbattuti dalla forza aerea cubana sullo stretto della Florida, nel 1996.

Per questo è che attualmente lui sta compiendo due ergastoli consecutivi. A tre delle mogli è stato permesso loro di visitare i loro mariti in prigione. Ma ad Adriana Perez con la moglie di René Gonzalez, Olga Salanueva, è stato negato loro il visto per entrare negli Stati Uniti in ripetute occasioni.

Ho chiesto informazioni ad Adriana sull’accusa di cospirazione per commettere assassinio e sulle famiglie dei quattro esiliati cubani, che sono morti sugli aerei da turismo abbattuti dagli aeroplani cubani.

“Anche loro, sfortunatamente, avevano una famiglia che ha sofferto la perdita dei loro cari”. “Ma Gerardo non ha avuto niente a che vedere con questo”, ha risposto.

“Questa è stata una decisione presa dal governo cubano per motivi di difesa nazionale”.

“Il governo cubano ha informato gli Stati Uniti che i gruppi di esiliati stavano violando ripetutamente lo spazio aereo cubano”, mi ha detto Adriana Perez.

Eroi nazionali

A Cuba questi Cinque uomini sono eroi nazionali. Ci sono diversi poster giganti con le loro foto nei principali luoghi della capitale e per tutto il paese.

Sono anche il motivo di manifestazioni e dimostrazioni di massa. Qui le autorità dicono che loro non sono stati inviati a Miami a spiare gli Stati Uniti, bensì ad infiltrare e monitorare i gruppi di esiliati descritti dai cubani come terroristi.

Un anno prima del loro arresto sono avvenuti una serie di attentati con bombe nei centri turistici a L'Avana, nei quali è morto un cittadino italiano e vari cubani sono rimasti feriti.

I Cinque hanno attratto la simpatia di gruppi in tutto il mondo, con una pagina web Free The Five, prodotta a San Francisco.

Il 20 agosto, la Corte di Appello dell'Undicesimo Circuito ascolterà gli argomenti orali del loro caso su reclami di mancanza di evidenze.

Anche Adriana Perez ed Olga Salanueva hanno in progetto di chiedere un giudizio d’appello per il loro sollecito dei visti, con la speranza che sia permesso loro di andare a trovare i loro mariti in prigione.

 


*l’autore è un giornalista della BBC

dal sito www.freethefive.org traduzione di Ida Garberi